PAR CONDICIO. TUTTI INSIEME, MUTI. Stampa
Scritto da Redazione   
Giovedì 31 Marzo 2011 12:15

 

 confronto_spot

di Fabio Traversa

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Ci risiamo. Si avvicinano le elezioni (amministrative del 15 e 16 maggio) e lo spauracchio della par condicio rischia di provocare per il secondo anno consecutivo un black out dei talk show di successo a scapito di tribune elettorali soporifere e seguite inevitabilmente da pochi intimi.

La maggioranza in commissione di Vigilanza Rai, secondo indiscrezioni rilanciate dalle agenzie di stampa, ha presentato un emendamento alla bozza di regolamento per le trasmissioni radiotelevisive predisposta dal presidente Sergio Zavoli.

L'emendamento porta la firma di Pdl, Lega Nord e Responsabili e sarà discusso in commissione, chiamata nel giro di pochi giorni a predisporre il regolamento definitivo.

Tutti i programmi di informazione – riferisce un'agenzia citando una fonte dell'opposizione in commissione –, ad eccezione dei telegiornali, per par condicio dovranno avere tutti i candidati sindaci o i candidati presidenti provinciali, e via dicendo. Significa di fatto non realizzare il programma, perché appare impensabile riuscire a mettere tutti insieme. E questo si tradurrebbe nel 'silenziare' i talk show, così come accaduto un anno fa”.

Niente, cioè, Porta a porta, Annozero, Ballarò o L’ultima parola mentre le Reti Mediaset potrebbero “agire” indisturbate. Con due effetti disastrosi per la tv di Stato: far crollare gli ascolti della Rete Rai che trasmetterà, a rotazione con le altre due, il dibattito elettorale (con “ringraziamento” della concorrenza) e venir meno alla “mission” di servizio pubblico.

 

E pensare che c’è chi spera addirittura in un confronto tra il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e il leader del Pd, Pier Luigi Bersani. Sky Tg24, infatti, porta avanti da mesi un’importante battaglia. Uno spot, in onda sui canali della tv satellitare e sul sito internet del tg diretto da Emilio Carelli, ricorda che “il confronto televisivo tra i leader esiste in tutti i paesi democratici; il faccia a faccia consente ai cittadini di scegliere meglio chi li dovrà rappresentare; in Italia ancora non c’è una cultura del confronto diretto e non ci sono regole e format condivisi; i faccia a faccia tv dovrebbero diventare consuetudine nel dibattito politico italiano; SkyTg24, da sempre per la più ampia libertà di scelta, mette a disposizione dei leaders italiani studi e professionalità”.

 

Il premier, però, continua a nicchiare. Di qui l’avvio di una petizione per ottenere il confronto. L’alternativa è continuare a seguire i dibattiti in onda… in Inghilterra, Francia, Stati Uniti e tanti altri Paesi. Civili.

 

Ultimo aggiornamento Giovedì 31 Marzo 2011 12:18
 
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