=ILVA. IL GIP NON TRATTA SULLA "SALUTE DI OGNI ESSERE UMANO"= Stampa
Scritto da Redazione   
Mercoledì 26 Settembre 2012 19:12

tODISCO

 

Il gip di Taranto ha detto no al piano dell'Ilva di interventi immediati per il risanamento degli impianti inquinanti. No anche al mantenimento di un minimo di produzione chiesto dall'azienda. 'I beni in gioco - salute, vita e ambiente, ma anche il diritto ad un lavoro dignitoso ma non pregiudizievole della salute di un essere umano - non ammettono mercanteggiamenti'', scrive il gip che definisce ''sconcertante'' e ''inaccettabile'' la richiesta dell'Ilva di proseguire la produzione. [ansa]


 

 

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Fermi tutti

 

L'ultima decisione del Gip di Taranto conferma la "linea dura"  sul problema di fondo: si può rimediare a quello che si è provocato in termini di inquinamento e di morti tenendo attiva la causa stessa del disastro?

In verità, a volerla dire tutta, la magistratura tarantina (nel suo complesso: pubblico ministero, riesame e così via) ha dato proprio l'impressione di una strisciante "trattativa". La quantità di commenti alla prima decisione del Gip (il sequestro) fece fatica a comprendere che cosa in reltà avesse deciso il Giudice: che le aree sequestrate dovevano essere chiuse e fermate o che gli interventi di bonifica richiesti potevano essere effettuati contestualmente alla produzione? Lo stesso tribunale del riesame con qualche fatica di troppo aveva tentato di conciliare le disposizioni del Gip con la sua decisione che in sostanza autorizzava a lavorare e insieme imponeva le bonifiche. Un contrasto negato che, invece, era evidente se non plateale.

Oggi, il Gip ribadisce: tutti fermi.

In raltà, a noi pare che la linea dura del Gip sia ormai senza alternativa: se si dice, infatti, che di lì, da quelle aree viene l'attentato micidiale alla salute dei cittadini e all'ambiente; se quell'attentato è riconosciuto da tutti (Pm, Gip, Riesame) come di estrema gravità, come si fa a tenere in piedi la causa del disastro in attesa che l'Ilva proponga i rimedi e li faccia?

Da notare che Riva, il padrone dell'ILVA, è ancora agli arresti domiciliari, confermati proprio oggi. Questo significa che se lo liberano, lui continua a fare quello che ha fatto. Perché, invece, sulla produzione si tende ad essere più duttili nel rigore logico?

Così stando le cose, è il caso che l'Ilva e il Ministro Clini (che tanto si preoccupa dell'ambiente di Taranto e della salute dei cittadini ma tantissimo si preoccupa per il destino dell'Ilva) concorra con la sua autorità a convincere l'Ilva a fare quel che va fatto, a spendere quello che va speso, anche a costo di ridurre una volta tanto i profitti della società. Non se ne esce; non a caso, oggi è stato ribadito: tutti fermi; con la città quasi in armi.

Sudcritica


Ultimo aggiornamento Venerdì 28 Settembre 2012 01:37
 
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