=ILVA. MIRACOLO A TARANTO, MA E' SOLO UN'AIA= Stampa
Scritto da Redazione   
Mercoledì 17 Ottobre 2012 13:42

di pecora neraper_pecora_nera

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‘’il ministro fornisce un annuncio che non garantisce riduzioni di inquinamento in quanto, anche con 7 milioni di tonnellate/anno, nel quartiere Tamburi di Taranto e' stato sforato il limite di 1 nanogrammo/m3 di benzo(a)pirene, che e' un pericoloso cancerogeno emesso in massima parte dalla cokeria Ilva’’

 

E’ prevista per domani a Roma la Conferenza di servizi che dovrà approvare e rilasciare l’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) allo stabilimento Ilva di Taranto. L’Aia è un provvedimento che autorizza l'esercizio di un impianto o di parte di esso a determinate condizioni, che devono garantire la conformità a requisiti previsti in Italia dai decreti legislativi 3 aprile 2006, n. 152 e 29 giugno 2010, n. 128, e stabiliti dalla direttiva comunitaria 2008/1/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 15 gennaio 2008 sulla prevenzione e la riduzione integrate dell’inquinamento (Ippc). 

Il documento tecnico che sarà discusso domani consta di 140 pagine (puoi vederlo cliccando qui: AIA Ilva - parere istruttorio conclusivo ottobre 2012).

L'appuntamento è fissato alle 10.30. Nella sala Europa al settimo piano della sede del ministero dell'Ambiente a Roma saranno chiamati a discutere dell’Aia una gran quantità di soggetti: vi parteciperanno rappresentanti della Regione Puglia, della Provincia di Taranto, dei Comuni di Taranto e di Statte, del Dipartimento dei vigili del fuoco, soccorso pubblico, e della difesa civile del ministero dell'Interno, dei ministeri del Lavoro e delle Politiche sociali, della Salute e dello Sviluppo economico, della Commissione istruttoria che ha elaborato il nuovo testo Aia, dell'Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale (Ispra), della Direzione generale per la tutela del territorio e delle risorse idriche, oltre ovviamente all'Ilva e ai custodi giudiziari degli impianti finiti sotto sequestro perche' inquinanti. Alla Conferenza sono state invitate anche varie associazioni: hanno chiesto di intervenire, anche se il loro parere non e' vincolante, i rappresentanti di Wwf, Societa' italiana di Medicina del lavoro e Igiene industriale, Consorzio Asi per l'Area di sviluppo industriale di Taranto, Altamarea, Legambiente, Peacelink, Contramianto, Associazione Pediatri di Puglia e Basilicata, Isde Associazione medici per l'ambiente e Codacons.

La relazione dei tecnici posta a base del rilascio Aia si concentra solo sulle emissioni e la qualità dell'aria, ritenuti aspetti ‘prioritari’ per Taranto, e non anche sull’inquinamento complessivo, compresi acqua e suolo, come di solito avviene.

I punti principali della relazione Aia messa a punto dal gruppo Istruttore, e presentata il 12 ottobre dal ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, si concentrano su alcune 'disposizioni', tra cui: limite alla produzione a 8 milioni di tonnellate all'anno; fermata e rifacimento dell' Altoforno Afo 5 (che da solo vale più del 40% del ciclo produttivo) entro il 30 giugno del 2014; copertura dei parchi minerali, controllo dei principali punti di emissione, stop a uso di pet-coke e catrame di cokeria, riduzione della giacenza media dei minerali del 30% e arretramento dei cumuli di circa 80 metri, e nei giorni ventosi abbassamento del 10% delle operazioni di produzione.

Non è facile, qui, valutare il nuovo provvedimento Aia. Vorrei solo riportare due brevissime considerazioni altrui: secondo quel che ha spiegato Clini nella conferenza stampa sul documento tecnico a base dell’Aia, il nuovo provvedimento impone i limiti entro cui gli impianti dello stabilimento siderurgico possono operare, in primo luogo riduce la produzione annuale "a 8 milioni di tonnellate di acciaio, mentre la produzione attuale è di circa 11,3 milioni di tonnellate’’ (anche se l'Aia precedente, datata 4 agosto 2011, ha precisato il ministro, ne consente fino a 15).

Dice Peacelink Taranto (tramite il suo presidente, Alessandro Marescotti): questa riduzione della produzione da 15 a 8 milioni di tonnellate di acciaio all'anno ‘’è un bluff’’ perché  l'attuale crisi internazionale dell'acciaio non consente di produrre oltre gli 8 milioni di tonnellate di acciaio all'anno in quello stabilimento. Per Peacelink, l'Ilva non riesce a produrre tecnicamente più di 10 milioni di tonnellate/anno; non ha impianti sufficienti per produrre 15 milioni di tonnellate/anno e non è mai arrivata a tali risultati produttivi.

Dice ancora Peacelink:  ‘’il ministro fornisce un annuncio che non garantisce riduzioni di inquinamento in quanto, anche con 7 milioni di tonnellate/anno, nel quartiere Tamburi di Taranto e' stato sforato il limite di 1 nanogrammo/m3 di benzo(a)pirene, che e' un pericoloso cancerogeno emesso in massima parte dalla cokeria Ilva’’.

Dice il Comune di Statte, nel quale ricade buona parte dello stabilimento e dell'inquinamento Ilva: bisogna rinviare di 90 giorni l'approvazione dell’Aia. Per il vicesindaco di Statte, Francesco Tagliente, i cinque giorni concessi (dal 12 ottobre, data di emanazione del provvedimento tecnico sulla base del quale domani si discute il rilascio dell’Aia) "non sono sufficienti per analizzare e studiare le 140 pagine del documento che contiene le prescrizioni per l'Autorizzazione integrata ambientale, con i suoi articoli e commi". "Non sono sufficienti - continua - affinché gli enti preposti e le associazioni possano verificarne contenuti, efficacia e qualità. Non sono sufficienti per formulare e chiedere le prescrizioni necessarie".

Alla Regione Puglia, invece, il documento tecnico dei tecnici ministeriali va tanto bene che lo fa proprio. Dice un comunicato dell’ufficio stampa (vedilo qui): ‘’Il documento approvato dalla giunta fa propri gli elementi tecnici del documento prodotto dal comitato istruttore della Commissione IPPC/Aia e contiene anche le prescrizioni che la delegazione regionale rappresenterà in sede di conferenza di servizi: nello specifico codifica la necessità che nella eventuale nuova Aia siano inserite le misure contenute nel piano di intervento per il risanamento della qualità dell'aria del quartiere Tamburi di Taranto e le indicazioni delle Bat conclusion 2012 e che, infine, siano assorbite le valutazioni ambientali e sanitarie contenute nella perizia chimica ed epidemiologica disposta dalla magistratura di Taranto. La maggiore novità deliberata dalla giunta Regionale consiste nella richiesta di inserire come prescrizione l'esame delle risultanze della prima valutazione del danno sanitario in corso di redazione e che, in caso di criticità rilevate, il Ministero dell'Ambiente si faccia carico di riesaminare l'Aia alla luce dei dati emersi’’.

Il Comune di Taranto tace; e forse è meglio, a confronto con la loquacità vacua della Regione.

Ultimo aggiornamento Mercoledì 17 Ottobre 2012 19:55
 
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