"CHE COSA CI LASCIANO I PARTITI DELLA SECONDA REPUBBLICA". Stasera a Modugno Stampa
Scritto da Redazione   
Venerdì 09 Novembre 2012 11:49

ITALIA GIUSTA SECONO LA COSTITUZIONE

Appuntamento stasera 9 novembre, ore 18,30, al palazzo della cultura di Modugno

"CHE COSA CI LASCIANO I PARTITI DELLA SECONDA REPUBBLICA"

Pasquale De Santis  Nicola Brescia  Fulvia Gravame  Massimo Romano

ore 20, conclusioni di Nicola Magrone

non mancate

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9nov1DOPO IL CONVEGNO. LA  LETTERA DI UN OSSERVATORE CHE C'ERA

 

Cara Sudcritica,

 

premetto che essendo giunto in ritardo ritengo notevoli di approfondimento gli interventi di Fulvia Gravame e di Nicola Magrone, tralasciando il comizio elettorale di Romano.

Infatti gli interventi di Gravame e Magrone hanno consentito di accrescere la mia cultura perché sono parole e persone da cui è possibile imparare.

Gravame ha iniettato la sua esperienza ravvicinata del disastro ambientale di Taranto, una città simbolo del nostro tempo, con tutte le contraddizioni e i problemi che reca con sé, mentre Magrone arricchisce la cultura di ognuno con la sua profonda conoscenza della materia unita ad una innata passione civile ed umana, mix esplosivo dinanzi ad una platea attenta.

La platea merita discorso a sé, in quanto oggi, massima coincidenza astrale di egoismi, menefreghismi e qualunquismi vari, riempire una sala di “volontari_uditori_senza_possibilità_di_replica _e_di_protagonismi” non è cosa di tutti i giorni.

Il racconto dell’esperienza di Gravame ha regalato una verità che diventa un fatto in ogni occasione di questa tipologia e che la cronaca ci offre: e cioè che per diverse motivazioni il confronto tra i rappresentanti degli Enti Locali, quale il Sindaco di una cittadina e la proprietà di una multinazionale è un confronto impari quale può essere un incontro di boxe tra un peso massimo e un peso welter, in termini di potenza economica e conoscenza giuridica.

Le parole di Magrone, e cioè di un uomo che dopo aver intrapreso, tra le altre cose, nella sua vita una carriera politica, e cioè dopo aver cercato di modificare il sistema utilizzando le sue stesse regole giunge alla conclusione che l’astensionismo e pur essa una scelta, costituiscono di per sé un fatto.

La parabola succinta disegnata da Gravame della vicenda di Taranto è abbastanza simile alla vicenda Italcementi di Modugno. In ambedue i casi infatti le intenzioni delle proprietà collidono con le aspettativeloc_9_nov della popolazione. In un caso a Taranto perché l’ILVA vuole continuare imperterrita nella sua esistenza e magari aumentare i suoi profitti e la sua incidenza sul territorio mentre nell’altro caso a Modugno perche Italcementi non bonifica un sito inquinante. A prescindere dalle prospettive che le proprietà hanno destinato per i due siti l’uno in fase crescente e l’altro a Modugno in fase terminale queste operazioni non coincidono appieno con le esigenze delle città.

Per un certo verso la vicenda di Taranto proietta la causa della bonifica del cementificio a Modugno lungo una direttrice già segnata ossia che, come a Taranto se ne accorgono dopo decenni, anche qui a Modugno potremmo accorgercene tra vent’anni e cioè che la lotta impari tra l’Ente Locale e la proprietà di una “multinazionale_quotata_in_borsa” ha i vincitori già descritti nei loro stessi ruoli. E per altri versi la vicenda di Modugno può anch’essa essere interpretata come vaticinatoria della lotta della citta di Taranto contro l’ILVA quando, per bene che debba evolversi, si dovrà affrontare lì il tema della bonifica parziale o totale dell’ILVA, con la consecutiva ineluttabile sollevazione della domanda: “Cosa ne facciamo di quell’area se la bonifichiamo?” Attorno a questo dilemma amletico gireranno a Taranto tutte le stesse questioni come oggi vertono a Modugno. Il problema è: ci facciamo delle belle villette a schiera con box e servizi, parco giochi ecc.. oppure ci facciamo strutture sportive e ricreative cittadelle varie e poi le diamo in gestione ad un ente privato “perché_c’è_la_regola_che_il_comune_non_può_gestirle”? Boh a voi la scelta!

Condivido appieno, e non da ora, bensì da tempi non sospetti, la scelta dell’ astensionismo come soluzione alternativa allo sfascio globale ( istituzionale, ambientale, ecc.. ). Infatti giocando a cambiare punto di vista, se Magrone avesse proposto le stesse conclusioni diversi anni fa, quando un voto politico ad un candidato piuttosto che ad un altro poteva valere un posto di lavoro o una prebenda seppur marginale, io credo che la scelta astensionistica non sarebbe stata accolta con favore, mentre profferite oggi, al tempo in cui ad esempio la risorsa lavoro è solo una parola alla lettera “L” del dizionario, al tempo in cui le opportunità e le risorse per un degno futuro sono ridotte al lumicino, la soluzione astensionistica è coerente e per nulla anti-economica in quanto non vi è nulla da perdere. Cioè io non rinuncio ad un possibile favore o degno posto di lavoro se non voto il candidato X invece di Y perché queste opportunità, nella realtà sono molto ridotte. Ho voluto solamente dimostrare l’utilità economica attuale dell’astensionismo senza discettare della sua valenza etica già ben raffigurata nell’intervento di Magrone.

In definitiva se la tutela della salute fisica e mentale è un valore che non si può mercanteggiare e se essa oggi è sempre più legata alla tutela del territorio, come i casi di Taranto e Modugno stanno a dimostrare allora anche la tutela del territorio è un valore da difendere strenuamente senza compromessi e con tutti i mezzi a disposizione. Ma poiché oggi i mezzi a disposizione dei rappresentanti degli Enti Locali ( Comuni, Regioni e Provincie) sono armi spuntate in termini economici e di possibilità di vittoria rispetto ai colossi delle multinazionali allora i difensori e la gestione delle tematiche inerente la difesa del territorio e il suo sviluppo armonico in seno ad una collettività, dovrebbe essere avocata dagli Enti Locali e posta in capo solo al Governo Nazionale. Ciò eviterebbe che il Consiglio del Comune di Vattelappesca di 1000 anime possa deliberare l’insediamento o ancora peggio l’ampliamento della proprietà di una multinazionale con interessi planetari. Vedi ad esempio la legge Galasso che può comodamente essere aggirata da una semplice delibera consiliare. Ma tant’è che come l’Idra per poter sopravvivere nel tempo ha generato nuove teste e si è replicata, anche la logica spartitoria del Potere dal dopoguerra in poi si è riprodotta in Regioni, Province, Comuni, Comunità Montane, Aree Metropolitane, ecc…., costituite con l’alibi della difesa delle singole peculiarità del territorio.

Modugno, 10 Novembre 2012

Cordiali Saluti, Giuseppe Di Ciaula


Ultimo aggiornamento Domenica 11 Novembre 2012 12:48
 
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