=L'ILVA RIAPRE PER DECRETO= Stampa
Scritto da Redazione   
Mercoledì 28 Novembre 2012 18:30

cliniNonostante il giudice. Il braccio di ferro sull'Ilva. E i morti?

 

"Il decreto legge [del Governo] è composto da due articoli: nel primo si afferma che "per 24 mesi, a decorrere dall'entrata in vigore del presente decreto, il provvedimento di Autorizzazione Integrata Ambientale, rilasciata in data 26 ottobre 2012 alla società Ilva, con decreto del ministro dell'Ambiente Dva/dec/2012/0000547, di cui alla comunicazione sulla GU del 27 ottobre 2012, n.252, da considerarsi parte integrante del presente decreto, esplica in ogni caso effetto". Per conseguenza, "nei limiti consentiti dal provvedimento di cui al presente comma, a decorrere dall'entrata in vigore del seguente decreto, è in ogni caso autorizzata la prosecuzione dell'attività nello stabilimento della società Ilva di Taranto, per tutta la durata stabilita al periodo precedente, salvo che sia riscontrata l'inosservanza anche ad una sola delle prescrizioni impartite nel provvedimento stesso".

Nel secondo articolo, il governo stabilisce che "durante il periodo di tempo di cui all'art.1, la responsabilità della conduzione degli impianti dello stabilimento Ilva di Taranto resta, anche ai fini dell'osservanza di ogni obbligo, di legge o disposto in via amministrativa, inerente il controllo delle emissioni, imputabile esclusivamente all'impresa titolare dell'autorizzazione all'esercizio degli stessi sotto il controllo dell'autorità amministrativa competente, che, alla scadenza, previa verifica dell'integrale osservanza degli obblighi di cui sopra prosegue entro 15 giorni alla conferma o alla revoca del provvedimento di autorizzazione integrata ambientale di cui al presente articolo, con ogni conseguenza prevista dalla normativa di legge". 

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Quelli che avevano esultato , ieri, alla chiusura dello stabilimento.

 

"APPELLO PUBBLICO

Oggi e' una giornata storica per la citta' di Taranto: l'eta' dell'acciaio e' finalmente chiusa.
I tarantini possono riprendere in mano il loro destino e tornare protagonisti della propria storia.
A tutte le famiglie dei lavoratori Ilva, a tutte le famiglie segnate da lutti e malattie, a tutti gli allevatori, i mitilicoltori e i cittadini che a qualunque titolo hanno subito, loro malgrado, la presenza ingombrante della grande industria, vogliamo porgere la nostra solidarieta', la nostra partecipazione alle loro apprensioni e alle loro speranze, e la nostra convinta fiducia in un futuro dove lavoro e salute non saranno piu' diritti in conflitto, e nessuno di noi sara' piu' costretto a temere ne' la morte per diossina ne' la privazione per disoccupazione.
Questa importante pagina di storia non l'hanno scritta ne' i politici che ci hanno governato, ne' gli industriali che ci hanno inquinato, ma coloro che hanno sostenuto con onesta', coraggio e determinazione una dura battaglia per l'affermazione della legalita' e del diritto alla salute garantito dalla nostra Costituzione.
La storia di tante citta' europee riconvertite con successo dall'industria siderurgica allo sviluppo sostenibile ci fa ritenere che anche a Taranto sara' possibile un futuro virtuoso, dove la ricchezza della nostra bella terra possa diventare lavoro per tutti e non solo profitto per pochi.

Ora abbiamo davanti una occasione storica da non farci sfuggire, una pagina bianca da scrivere con fiducia, dove la nostra comunita' cittadina potra' finalmente tracciare in piena liberta' la propria Storia, scommettendo sul patrimonio di competenze, dignita' e coraggio di cui i tarantini hanno dato ampia prova nell'eta dell'acciaio che finalmente e' giunta alla sua inevitabile conclusione.
Al termine di questo percorso chiediamo una seria assunzione di responsabilita' da parte delle istituzioni e del governo nel sostenere il processo di bonifica necessario per restituire quei territori alla loro vocazione agricola,  turistica, commerciale e culturale. I principi che ci guidano sono molto chiari: chi inquina paga, il lavoro e la salute sono diritti costituzionali che lo Stato deve impegnarsi a garantire.
Chiediamo che i lavoratori dello stabilimento siano immediatamente riassorbiti dallo Stato per i progetti di bonifica del territorio.  Occorre trasformare Taranto in un centro di eccellenza della riconversione Industriale.
Chiediamo che siano destinati alla tutela del reddito dei dipendenti e alla bonifica dell'area siderurgica, gli immensi profitti accumulati dal Gruppo Riva.
La societa' civile tarantina metta gratuitamente a disposizione le competenze per contribuire a tracciare, in un percorso aperto e partecipativo, quello che sara' lo sviluppo del territorio tarantino.
Da oggi il futuro ci e' stato restituito, e quello che accadra' dipendera' solo da noi.

Taranto, 26 novembre 2012, ore 23 (orario della chiusura dello stabilimento Ilva)

Primi firmatari dell'appello

Cinzia Amorosino Rosella Balestra Gabriele Caforio Francesca Caliolo Giovanni Carbotti Antonella e Giovanna Coronese Saverio De Florio Simona Fersini Fulvia Gravame Carlo Gubitosa Antonio Lenti Cinzia Maggi Luciano Manna Alessandro Marescotti Tonia Marsella Vanni Ninni Marina Ortini Daniela Spera Filomena Vitale

L'appello puo' essere firmato  anche su www.firmiamo.it <http://www.firmiamo.it/>  e su www.tarantosociale.org"

 

Ed ora? decreto del governo alla mano?

Ultimo aggiornamento Giovedì 29 Novembre 2012 18:15
 
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