=ANCHE TU, BATTIATO= Stampa
Scritto da Redazione   
Giovedì 28 Marzo 2013 13:39

 

Poesia in Italia, parole indecenti in Europa

 

di Francesca Di Ciaula

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donna_uomo

 

26 marzo 2013. Al Parlamento Europeo, il maestro Franco Battiato in veste di assessore al Turismo della Regione Sicilia, pronuncia le seguenti parole: "Queste troie che si trovano in Parlamento farebbero qualsiasi cosa". Una frase ed un concetto quantomeno improprio ed offensivo perché pronunciato in una sede istituzionale internazionale, eppure largamente condivisibile per molti, che tuttavia prendono apertamente distanza da posizioni di misoginia e maschilismo. Distinguo fumosi quanto arcaici, quelli di separare un certo tipo di donne dal resto delle altre.

Anche intellettuali e poeti, dunque, sanno riproporre il volto più ancestrale della società, i nostri substrati culturali più remoti eppure sempre presenti, i rapporti di potere tra il genere maschile e femminile, tra chi compra e chi svende se stesso, tra coloro per i quali il corpo ha il valore di merce e chi è disposto a immetterlo sul mercato con coinvolgimento della propria persona. Tanta parte del linguaggio che quotidianamente usiamo continua a veicolare rapporti di potere e realtà di subordinazione sociale della donna, la figura femminile legata a certi luoghi familiari e però basilari per la vita delle persone - i luoghi di crescita e di cura - semplificazioni e riduzioni della complessità della vita.

Parole e concetti utilizzati da un artista di alto profilo quale Battiato, continuano ad essere usati quotidianamente e quindi a veicolare una concezione sessista della società. La parola "prostituta" e le associate parole usate a solo scopo offensivo esistono solo al femminile, così i relativi concetti di mercimonio del corpo e della persona vengono riferite esclusivamente solo ad una metà del genere umano. Non esiste concetto o parola simile allo stesso modo utilizzata nel gergo quotidiano, che comprenda parimenti l'uomo e la donna, per esprimere l'assenza di dignità nel mettere in vendita se stessi.

Se ancora la questione femminile e la condizione sociale della donna, quel tetto di cristallo che ancora connota tanti luoghi di lavoro e anche sedi istituzionali, è ancora questione irrisolta e riguarda tutta la società civile - e che rimarrà a stadi di sottosviluppo fin quando rimarrà questione irrisolta - anche la consapevolezza intorno al linguaggio di genere quotidianamente usato è veramente agli albori. Comprendere che l'uso di un certo linguaggio comporta automaticamente l'uso di certa idea del genere femminile, che veicola discriminazione sessuale e misoginia, è uno sforzo che in tanti, in particolare appartenenti al genere maschile, fanno fatica ad assumere. Si semplifica, si riduce, si fa prima ad attingere a quel brodo culturale di cui siamo tutti impastati e che solo un pensiero critico può lasciare sullo sfondo di una storia che appartiene al passato, la storia dell'evoluzione del genere umano, delle società, le istituzioni, usi e costumi. In questo dovremmo essere accomunati uomini e donne: avere consapevolezza dello strisciante sessismo che si annida nelle parole che sono il nostro pane quotidiano. E sarà già una conquista di civiltà.

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Ultimo aggiornamento Giovedì 28 Marzo 2013 13:56
 
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