=LA VITA NEGATA. LEA GAROFALO E LA SUA SOLITUDINE CONTRO LA 'NDRANGHETA= Stampa
Scritto da Redazione   
Lunedì 22 Ottobre 2012 19:11

    

A Milano in piazza Beccaria, ricordare Lea Garofalo
è servito a rafforzare la coscienza civile
e la consapevolezza che la sconfitta del crimine organizzato
passa dalla tutela dei diritti di libertà e di vita
di quei cittadini che osano contrapporsi
a storie di soprusi e illeciti.
A Modugno, Italia Giusta ricordò l'8 marzo 2013
con Nicola Magrone e Paolo De Chiara
il suo 'coraggio di dire no'

 

di  Francesca Di Ciaula

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Milano, 19 ottobre 2013. Piazza Beccaria e i funerali civili di Lea Garofalo assassinata brutalmente per mano di uomini affiliati alla 'ndrangheta e tra questi il padre della stessa sua figlia Denise. Lea Garofalo testimone di giustizia così poco tutelata dallo Stato, un progetto di vita portato avanti in solitudine e caparbietà, disperata volontà di preservare la propria bambina da un destino obbligato, ripetuto rifiuto di rientrare nell'alveo della famiglia affiliata alla 'ndrangheta.

Le parole del presidente di Libera, don Luigi Ciotti sono state come sempre forti e limpide: “Le mafie e l'illegalità sifunerali-lea-garofalo3 nutrono di omissioni e coscienze tiepide”. A Lea Garofalo la città di Milano, nella persona del proprio rappresentante istituzionale, il sindaco Pisapia, ha reso un riconoscimento che si attendeva da tempo. Milano, cuore della ricca Lombardia, di quel Nord approdo di criminalità organizzate, terra di occasioni e enormi investimenti delle mafie, luogo di grandi affari e contese di denaro anche pubblico. Ancora una volta Lea Garofalo con la sua vita e la sua orribile morte era a denunciare l'illegalità nascosta e sotterranea, che similmente in altri paesi e città piega le vite di individui, forgia consuetudini e forme di vita e pensiero, permette una pratica alla sopraffazione e all'abuso che è in definitiva disconoscimento della vita umana.


Riconoscere in una cerimonia pubblica in una piazza di una grande città, l'illegalità nascosta e l'affare sporco di stampo mafioso, che vive di indifferenza e abitudine per costumi tanto consueti da essere entrati nel nostro quotidiano percepire le cose, questo il funerale di Lea Garofalo ha reso possibile. A ricordare che il richiamo alla legalità e i suoi fondamenti scritti nella nostra Costituzione, non appartengono solo alle commemorazioni, ai ripristini di facciata, bensì alla vita individuale e sociale, ai più comuni sforzi e rivendicazioni della libertà personale e di scelte di vita. A ricordare che lo Stato e le sue istituzioni di questa questa consapevolezza sono costituiti, eppure questa hanno il dovere di alimentare, dovere di mettere in atto azioni a tutela dei più deboli, coloro che osano rigettare il meccanismo mafioso che stritola le loro vite. A questo le istituzioni sono chiamate: offrire supporto e sostegno ad altre vite, persone come Lea Garofalo, che si trovano nella duplice difficile condizione di donne appartenenti a famiglie affiliate mafiose.

garofaloIl progetto di vita e libertà di Lea Garofalo era un progetto che ha dovuto soccombere alla ferocia di uomini schifosi, che alla fine di una serie di tentativi hanno dovuto agire in gruppo per sopprimerla. Ma Lea era sola con le sue terribili preoccupazioni di assicurare una vita libera a sua figlia Denise. Era sola a reggere le nuove false offerte del suo assassino ed è bastato un errore di valutazione della situazione ad esserle fatale. È successo ad altre donne ammazzate per mano di un uomo e per mandato di organizzazioni criminali.

A Milano in piazza Beccaria sabato scorso, ricordare Lea è servito forse a rafforzare questa coscienza civile e la consapevolezza che la sconfitta del crimine organizzato passa dal riconoscimento e dalla tutela dei diritti di libertà e di vita di quei cittadini che in prima persona osano contrapporsi a storie di soprusi e illeciti, passa dal riconoscimento del diritto ad una vita giusta di ogni cittadino, soprattutto passa dalla sconfitta dell'indifferenza che allontana i nostri stessi percorsi di vita dalle storie di abusi e omissioni che quotidianamente ci sfiorano.

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Trovi la manifestazione di Modugno a questo link: ITALIA GIUSTA E IL CORAGGIO DI DIRE NO

Ultimo aggiornamento Martedì 22 Ottobre 2013 17:19
 
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