=NASCITA E DECLINO DELLA SCUOLA PUBBLICA= di Tony Tundo |
Scritto da Redazione |
Lunedì 13 Giugno 2011 23:24 |
E' fallito, come tutto" Il graduale svilirsi della funzione della scuola in questi ultimi anni ha raggiunto punte di gravità delle cui ricadute evidentemente nessuno prende davvero atto. Là dove c’era preoccupazione, poi disillusione, ora è solo rassegnazione. Dal momento che questo è l’anno dei bilanci, se volessimo riflettere sul lascito che l’Unificazione italiana prima, la Carta Costituzionale poi hanno dato agli italiani non potremmo prescindere dalla priorità del valore della cultura che è il distintivo identitario di una nazione come la nostra che, attraverso un percorso storico tormentato, ha raggiunto una dimensione di libertà che dovrebbe trovare il suo presidio nella scuola, prima e più che in ogni altra istituzione. E la scuola è fatta di docenti e studenti, protagonisti indispensabili – piaccia o no - dell’identità e dei mutamenti storici; essi dovrebbero essere la ricchezza della società e sentire con orgoglio la responsabilità di raccordare l’identità ricevuta al presente e rinnovarla. Se glielo lasciassero fare. Se non fossero stati ingannati, tutti, docenti e studenti. Se non fossero stati ricattati. Se è vero che affrancare il popolo italiano da una condizione subalterna era il primo patto da onorare nel rispetto della Costituzione italiana del ‘48 e se è vero che la civiltà rurale aveva il diritto sacrosanto di aprirsi alla modernità, è ancor più vero che dalla svolta democratica (i decreti delegati) degli anni ’70 il rinnovamento è stato solo di facciata, quasi sempre ambiguo e contraddittorio; la scuola non più censitaria ma di tutti doveva coniugare la scolarizzazione alla valorizzazione delle risorse del territorio da quelle agricole a quelle artigianali, far emergere i talenti, sottraendo la formazione scolastica al monopolio dei figli di papà ma tenendo intatta la sua dignità, non snaturandola; il diritto allo studio non doveva confondersi col diritto al diploma, con l’omologazione verso il basso, pena la contrazione delle cattedre, la perdita di posto di lavoro per gli insegnanti, un ricatto sottaciuto ma reale. Francamente uno squallore! Possono stare insieme due cose concettualmente inconciliabili: anarchia e dittatura? A scuola sì! Difficile dire come possa accadere, ma è così, esse convivono anzi sono complementari e funzionali al sistema dirigista: bisogna fare gli italiani.
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Ultimo aggiornamento Mercoledì 15 Giugno 2011 12:54 |