=FORGES DAVANZATI, MARX E L'ISTITUZIONALISMO= Stampa
Scritto da Redazione   
Martedì 13 Marzo 2012 22:06

FORGESCredito, produzione, occupazione: Marx e l’istituzionalismodi Guglielmo Forges Davanzati

L’obiettivo di questo volume è individuare i meccanismi che presiedono alla determinazione dei salari e dell’occupazione in uno schema di teoria monetaria della produzione (Tmp)”.

Questo è il compito che si è dato Guglielmo Forges Davanzati, professore all’Università del Salento, nel suo recente libro “Credito, produzione, occupazione: Marx e l’istituzionalismo”, Carocci editore, 2012 (16.50).

 Il testo è fondamentale per tutti coloro che volessero approfondire la conoscenza della teoria monetaria della produzione (Tmp) e cogliere le forti differenze tra questa teoria e i teoremi neoclassici e marginalistici.

La Tmp proposta da Davanzati è quella che poggia le sue fondamenta sulla rilettura del pensiero di Marx e di Veblen. L’attenzione è posta alle teorie marxiane e vebleniane del credito e delle  relazioni tra dinamiche del mercato monetario e dinamiche del mercato del lavoro.

Secondo lo schema delle teorie del circuito monetario (così è anche definita la Tmp) la moneta svolge la sua funzione essenziale nel momento decisivo e cruciale del finanziamento della produzione (il così detto “initial finance”), sicché la produzione di beni e di servizi ha un suo antecedente, vale a dire la produzione di moneta. Quest’ultima produzione (quella della moneta, dei mezzi bancari di pagamento) è il presupposto di ogni successiva produzione.

 

 

Non v’è chi non veda che questo ragionamento rifiuta radicalmente i fondamentali teoremi neoclassici e marginalistici. Per esempio, viene ribaltato il principio neoclassico della “sovranità del consumatore” ed affermato quello della “sovranità del produttore”. Sicché le imprese  scelgono la quantità prodotta di beni di investimento e di beni di consumo sulla base non più della loro propensione all’accumulazione ma delle pressioni che i lavoratori fanno per ottenere salari reali più alti.

Il volume di Davanzati è interessante perché rappresenta un valido tentativo di spiegazione della crisi economica in corso al di fuori dei consueti ed usuali circuiti interpretativi.

Viene mostrato che politiche di alti salari e politiche economiche e fiscali espansive sono la condizione imprescindibile perché siano realizzati incrementi di produttività, politiche economiche di intervento pubblico capaci di sostenere ed aumentare la domanda globale e, dal versante dell’offerta, incrementi di produzione.

 

L’autore, descrivendo il funzionamento di un’economia di puro credito, dove l’intero monte salari monetario ritorna alle imprese sotto forma di ricavi di vendita (supposta uguale a 1 la propensione al consumo dei lavoratori), afferma che i costi monetari di produzione sono uguali ai ricavi che l’insieme delle imprese ottengono vendendo beni e servizi. Così ragionando, è inevitabile che emerga il così detto “paradosso dei profitti” che non consista in un semplice paradosso logico tutto interno allo schema di pensiero adottato, ma la mancata realizzazione di un sovrappiù in moneta per l’insieme delle imprese è il problema del capitalismo perché quel paradosso rappresenta la condizione della sua riproduzione monetaria.

Il libro di Davanzati (di oltre 200 pagine) tratta anche della distribuzione del reddito; della teoria monetaria della produzione di Marx; dei consumi ostentativi; produzione e salari secondo Veblen. Infine, ne emerge un quadro della riproduzione capitalistica segnato dalla contraddizione tra politiche che incentivano l’accumulazione e che richiedono maggiori disuguaglianze distributive e politiche che, promuovendo la “legittimazione” del sistema e la coesione sociale, richiedono forti riduzioni delle disuguaglianze distributive.

 

Mino Magrone

Ultimo aggiornamento Mercoledì 14 Marzo 2012 00:46
 
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