=LO SPOT DI VECCHIONI E LA SCUOLA CHE C’E’= Stampa
Scritto da Redazione   
Domenica 28 Ottobre 2012 20:12

“Porta a scuola i tuoi sogni”. A quale?

 

di Tony Tundo

___________

 

Da giorni infuria la polemica a proposito di uno spot (sorry: un messaggio sociale) realizzato dal Ministero dell’Istruzione, e siamo alle solite: dal Miur tentano di smorzare la polemica replicando irresponsabilmente, il curatore del video sarebbe stato esterno, è lui che avrebbe scelto la scuola: la Deutsche Schule Mailand di Milano; loro, al Miur, si sono accontentati di vedere il bel video a lavoro completato (e già questo la dice lunga…) e ne sono stati soddisfatti.  E come poteva non piacere una scuola luminosa con una grande e ricca biblioteca, attrezzature per lo sport, ragazzi che sembrano usciti da Harvard, l’intera scenografia del filmato ahimè vagamente retrò, se non fosse per i tablet? Ipocritamente fuori dalla realtà, perché molti degli studenti oggi sono figli di esodati, cassintegrati, disoccupati, altro che i fighettini del video. Il giornalista di Repubblica Riccardo Luna (è lui il curatore esterno) spiega a quelli tranchants come noi il senso di ‘Porta a scuola i tuoi sogni’ perché il suo testo è stato  frutto di un lavoro sinergico curato insieme ad Alessandro Baricco e Roberto Vecchioni ed è stato - lui ne è convinto  -  equivocato. Noi invece pensiamo che oggi sono ingiurianti e inopportune campagne pubblicitarie lautamente compensate, peggio se affidate a un cantautore anche ex-insegnante che dovrebbe saperne di scuola; dovrebbe perché una curiosità ce l’avremmo: quanto del suo tempo Vecchioni lo ha passato a scuola con i ragazzi? e, invece, quanti periodi di  aspettativa, quanti permessi, quanti certificati medici…?

Lasciamo perdere quello che ha più infastidito e ha fatto montare la polemica sul web: lo spot (sorry: il messaggio sociale) è stato girato in una scuola privata, per giunta tedesca. Cattivo gusto? Incoerenza del caro Vecchioni paladino da sempre della dignità della scuola pubblica? Quello che non ci riesce di capire sono la necessità e le finalità di tanto spreco di denaro. Insomma vogliamo sapere la ratio di questa forma di propaganda, trionfo della falsità. ‘I giovani non hanno bisogno di sermoni, hanno bisogno di esempi di onestà, di coerenza e di altruismo’, e ritornano ammonitrici le parole di Sandro Pertini. Il Bel Paese sta mostrando tutto il suo marciume, viviamo una sorta di guerra e qualcuno pretende di convincerci che la guerra è bella anche se fa male. Squinzi da tempo tuona e oggi dal congresso dei giovani industriali a Capri insiste ‘Le imprese stanno morendo’; a Roma in queste ore sfilano cortei di operatori della sanità che, allo stremo, denunciano ‘La sanità pubblica è morta!’ Ovunque rabbia, stanchezza, sfiducia, e dagli schermi televisivi il volto del buon Vecchioni con la voce suadente…  ‘Quando andavo a scuola io…’? ‘Ai miei tempi…’? ‘Studium significa amore? Che orrore! Che errore! Nessuno studente che io conosca sopporterebbe simile petulanza neppure se dalla calda voce di un poeta. La scuola reale ha bisogno di una rivoluzione, mite certo, ma davvero di una rivoluzione, e rispetto innanzitutto, e aule sicure, e insegnanti motivati e azzeramento della burocrazia soffocante.  Signor Vecchioni, anch’io quando andavo a scuola avevo nella mia cartellina solo una matita, una penna, due quaderni (non c’erano neppure i quadernoni, pensi un po’) e un solo libro per i conti e per la lettura. Io e i miei compagni non solo sapevamo cosa significasse in latino la parola studium ma qualche volta riuscivamo anche ad amarlo, lo studio. Sa, eravamo ragazzi e a quell’età, e perfino ai miei tempi, era difficile convincere che studiare corrisponda ad amare. Eppure i sogni li avevamo tutti interi, con due quaderni soltanto ci immaginavamo medici, avvocati, poliziotti, maestri. Lei lo sa bene come è finita: lo siamo diventati medici, avvocati, poliziotti, maestri. Ma noi siamo dinosauri, e lei è un poeta… ma un poeta estinto (non si offenda: è Whitman, un suo omologo). Una sua canzone, che ho amato tanto, diceva:  ‘scrivi Vecchioni, scrivi canzoni che più ne scrivi più sei bravo e fai danè…’ Cos’è, Vecchioni, non fa più danè con le sue canzoni e si è convinto a farli, i danè, convertendosi alla propaganda di regime? In questo momento, in questi giorni i ragazzi, le famiglie, gli insegnanti vogliono fatti.  Ho parlato con una mamma proprio ieri,  mi ha detto: ‘Il prossimo anno Marco farà la 1° media, sono preoccupata per lo zaino, peserà tanto, lui è così piccolo, so che devono portare tanti libri’ Sì, perché ora non bastano gessetti e lavagna, ci vogliono tre libri per l’italiano, due per ‘i conti’, e poi il libro di zoologia, quello di scienze motorie, quello di geografia, quello di tecnologia, e di arte e immagine, di informatica, di economia e diritto, di musica (i tablet sono nella propaganda delle riforme innovative, o dobbiamo credere alle fantasie?).  C’è qualcosa che non torna: un libro, due materie da studiare e tanti sogni; tanti libri, tante materie  e nessun sogno. O lei pensa che se li sognino di notte i call center i nostri schizzinosi ragazzi? Il Presidente del Consiglio dal Festival della Famiglia a Riva del Garda non ci risparmia il suo sermone a favore della famiglia, eppure lo sa che sono in calo le unioni familiari perché è già - e da tanto - calata ogni certezza del futuro, che una giovane coppia non può accedere a un mutuo perché non ha il posto fisso. E’ vero, è difficile che i nostri giovani viziati e molto choosy sognino di fare i minatori  e fanno bene non perché non sia bello: abbiamo visto qualche mese fa quanto amore gli operai dell’Alcoa e i minatori del Sulcis abbiano dimostrato per il lavoro, piuttosto perché anche quel posto rischia di non esserci più. Riccardo Luna (ricordiamolo: autore del testo dello spot)  si arrabbia anche lui - questo scrive -  quando entra in locali scolastici fatiscenti, e capisce lo scoramento di chi è costretto a lavorare in edifici a rischio sismico. Cosa lo avrà ispirato allora quando ha scritto, e questo va sottolineato, per conto del Miur: ‘Il futuro migliore è scritto nel miglior presente’? Ci piacerebbe saperlo, per suggerirlo a chi salta le lezioni (o dovrei dire: marina la scuola?) o passa le notti fuori casa, qualche volta anche sballandosi, perché ha paura degli incubi: i sogni li ha conservati insieme ai Lego.

 
Condividi