=IL CREDITO GRECO VERSO L'EUROPA= Stampa
Scritto da Redazione   
Lunedì 13 Febbraio 2012 18:49

Il blog di Carlo Vulpio ha ripreso un articolo di Guido Ceronetti (Corriere della sera, 9 ottobre 2011)grecia perché esso "riassume l'opinione sua sulla grave e assurda situazione odierna in Grecia". Noi lo riprendiamo da Vulpio perché "la Grecia va salvata in quanto madre" e perché "tutti noi siamo nati ad Atene"

 

di Guido Ceronetti
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Fa sorridere sentir parlare di debito greco! Tutto il genere umano è debitore verso la Grecia. L’ Europa per prima, naturalmente, e la Germania prima dei primi: per il suo sistema nominale, per l’ inaudita energia irradiata attraverso la sua filosofia e la ricostruzione del messaggio ellenico attraverso i suoi filologi. La Grecia va salvata in quanto madre: tutti siamo nati ad Atene, anche se quasi tutti lo ignorano, anche se oggi Atene è un tumore urbano che ospita come qualsiasi altra città disperazioni e malavita. Vuoi mettere in discussione tua madre, soltanto perché il suo comportamento non è stato virtuoso? Mi indigna veder dubbiose le nazioni: che cos’ è il debito greco in titoli paragonato al nostro, in spirito, verità, civiltà? Linguisticamente, Ellade e Grecia coincidono, ma esclusivamente entro i confini greci. Divergono nel mondo: se alludi alla Grecia-nazione moderna diciamo Grecia, ma dire Ellade è sigillo materno, più fatto di natura di quelle che si dicono radici ebraico-cristiane.

L’ interiorità ellenica è intangibile; si trascina, dicono malamente (non ho esperienza diretta: tutto è frode nel regno dell’opinione) l’aggregato esterno Grecia. Neppure i greci stessi, mi pare, sfuggono; potrei dire che, nonostante l’identità nominale, la Grecia ha rinnegato l’Ellade. Più che rinnegata esplicitamente, la Grecia ha dimenticato l’Ellade: può essere, un simile oblio, pagato carissimo all’esterno. Un po’ di Tucidide tonificherebbe i discorsi di Papandreou. E l’Europa come l’Euroamerica sono dentro a un’ossessione materialistica che è molto simile a una foresta stregata. Una conseguenza verificabile è la pandemia di depressioni, malattie mentali, tumori, alcolismo. Si levano voci isolate, ma tra strepiti in decibel da discoteca.

L’uomo come animale essenzialmente cittadino, creato dalla Città lontano dai covili (politikòn zòon) è scoperta e dogma aristotelico. La rivolta contro la città, che libera e rinchiude, comincia presto: da quando il culto dionisiaco ne fa esplodere le mura, e la Baccante fugge e Antigone disobbedisce alla legge scritta. Tutto esemplare: noi idolatriamo il vivere cittadino e nello stesso tempo lo fuggiamo e lo odiamo. Ma dappertutto ritroviamo, inesorabili, le sue mura. Perciò la città metropolitana, la megalopoli, è spaventosa. Nelle predicazioni per la crescita – sempre più questa sensazione si diffonde – tutto quel che contiene di distruttivo una simile degenerazione del pensiero politico, è sospinto implacabilmente avanti.

È significativo che la Grecia per aver riluttato, tentennato, commesso errori di oblio, di fronte a questa degenerazione del pensare è punita per prima, minacciata di morte civile, di esclusione, di rigetto della banca che si era fidata della sua completa sottomissione, con trapianto arcicondizionato.

Ricordarsi in tempo dell’Ellade sacra, dell’Ellade trascendente, sarebbe un risveglio salutare della pura e semplice ragione. Resta da vedere, in una situazione così indefinibile e viziosamente perversa dove si può intravederla, qualcuno, nel potere mondiale, sia in grado di guardare con diversità d’ occhio.

Ultimo aggiornamento Lunedì 13 Febbraio 2012 19:19
 
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