=PALMINA MARTINELLI. MODUGNO LE INTITOLA UNA PIAZZA= |
Scritto da Redazione |
Martedì 07 Giugno 2016 16:31 |
BENVENUTA
PALMINA
Era l’11 novembre 1981 quando Palmina Martinelli, una ragazzina di soli 14 anni, di Fasano (Brindisi), venne aggredita in casa da due giovani che conosceva e che volevano farla entrare in un giro di prostituzione: la ragazzina si rifiutò di seguirli e le fu dato fuoco. Venti giorni dopo, la piccola Palmina, che denunciò i suoi aggressori a tutti coloro che la soccorsero, morì nel Policlinico di Bari. Per l'assoluzione in primo grado degli imputati della sua morte (il 22 dicembre 1983), il pm inquirente, Nicola Magrone, commentò: “In realtà è un ammonimento terribile a non parlare più, a tacere, un ammonimento per chiunque viva qualcosa del genere a non chiedere di essere creduto o smentito perché bugiardo e calunniatore”.
Un atto contro l’incuria della dimenticanza
di Francesca Di Ciaula
Intitolare a Palmina Martinelli, la piccola ragazza di Fasano bruciata viva nel 1981, uno spazio pubblico del nostro paese, uno slargo all'ombra dei pini, luogo per la sosta e gli incontri o i giochi davanti l'antica chiesetta e il complesso del monastero dei frati Cappuccini, oggi per questo paese, Modugno, è motivo di orgoglio. Onorare Palmina è un atto che l'amministrazione comunale, sindaco in testa, ha fortemente voluto. Ricordare quella ragazzina oltraggiata anche dopo la sua morte violenta pur in un processo, che diede assoluzione ai suoi assassini, significa anche questo: opporsi all'incuria della dimenticanza, della memoria di superficie che tradisce e spazza via volti, riconoscimenti e diritti umani, quell'uguaglianza di opportunità e diritti ancora lontana nelle nostre moderne società civilizzate. Una vicenda giudiziaria terrificante per l'efferatezza del crimine, infine per l'ingiustizia resa fin in tre gradi di giudizio ad una ragazzina che rifiutò di prostituirsi in un retroterra qui a sud a quel tempo segnato da indigenza, sede di traffici di droga e riciclaggio di denaro sporco. La vicenda di Palmina ci riporta indietro ad anni che sono stati per tanti aspetti un punto di non ritorno per i nostri paesi. Così è iniziato il lungo monologo “Palmina - Amara Terra Mia”, interpretazione della bravissima Barbara Grilli, una recitazione intensa, che ha portato il pubblico nel cuore di una storia amara, fin ad avvertire un groppo in gola ad ascoltare il fil di voce di Palmina morente, che sembra sia ancora lì a rivendicare per sé il diritto a vivere, mentre fa i nomi dei suoi assassini al medico e davanti al pubblico ministero Nicola Magrone, oggi sindaco di questo paese. Quella traccia di voce portata in tribunale, che avrebbe dovuto essere una prova schiacciante per i due criminali dietro le sbarre, non servì a nulla, se non a marchiare Palmina come calunniatrice. La libertà per gli assassini di Palmina è oltraggio alla sua persona, ancora adesso, ogni giorno. Raccontare, denunciare ancora una volta con rabbia la giustizia ingiusta che ha segnato con una sottrazione di valore una ragazzina nata in un ambiente ai margini del consorzio sociale, serve a farci cittadini più civili e attenti a ciò che ci accade intorno. Da oggi fermarsi in questo slargo, sarà accogliere Palmina tra di noi e questo paese forse può farsi comunità intorno ad un ricordo che si fa memoria collettiva. . |
Ultimo aggiornamento Martedì 07 Giugno 2016 18:27 |