=MANOVRA. DISCRIMINAZIONE INCOSTITUZIONALE TRA PENSIONATI PUBBLICI E PRIVATI= Stampa
Scritto da Redazione   
Venerdì 09 Settembre 2011 16:24


“Norma incostituzionale”. Manovra: il contributo di solidarietà rimane per la PA e per i pensionati del settore privato. L'Anm si mobilita. La Fnsi dorme (solo su questo punto specifico).

 

Partecipare consapevolmente allo sforzo di risanamento richiesto al Paese non significa accettare l’iniquo mantenimento dei tagli alle retribuzioni pubbliche, già previste dall’art. 9, comma 2, del Dl 78/2010. Appare privo di ratio e contrario al principio di uguaglianza sancito dalla Costituzione considerare il taglio delle retribuzioni oltre i 90.000 / 150.000 euro come “odiosa tassa” da evitare per il solo settore privato e, per converso, quale necessario risparmio di spesa pubblica in relazione ai lavoratori del settore pubblico” (e ai pensionati del settore privato, ai quali è stato per di più negato il diritto all rivalutazione annuale Istat, ndr).

Roma, 2 settembre 2011 - Sono circa 1.300 gli emendamenti alla manovra, presentati in commissione Bilancio al Senato, che inizierà le votazioni a partire da martedì. Lo afferma il relatore dalla manovra di ferragosto, Antonio Azzollini, che assicura il rispetto dei tempi previsti per licenziare il provvedimento, se necessario anche con sedute notturne.

"Solidarietà" solo per il pubblico impiego (e anche per i pensionati del comparto privato). Il relatore conferma che la misura sul contributo di solidarietà sarà cancellata. Resta invece in vigore la norma, contenuta nella manovra dello scorso anno, che prevedeva un taglio agli stipendi dei manager pubblici del 5% per i redditi oltre i 90.000 euro l'anno, che sale al 10% per le retribuzioni superiori a 150.000 euro. E restano anche i prelievi del 5 e del 10 per cento alle pensioni del settore privato (Inpgi compreso) varate con la manovra correttiva (dl 98/2011). La Fnsi dorme.


L'Anm annuncia iniziative di protesta. Pronta la replica dei magistrati. Con un  comunicato, il Comitato intermagistrature ribadisce “l’assoluta contrarietà alle misure che incidono unicamente sul pubblico impiego senza colpire gli evasori fiscali (già beneficiati da numerosi condoni), i patrimoni illeciti, le grandi rendite e  le ricchezze del settore privato e le fonti di spreco delle risorse più volte segnalate”.


E’ del tutto evidente - prosegue il comunicato - l’incostituzionalità di una disposizione con la quale si opera una decurtazione secca del trattamento economico solo dei dipendenti pubblici, in violazione dei principi di eguaglianza e di progressività del sistema fiscale”.


Partecipare consapevolmente allo sforzo di risanamento richiesto al Paese non significa accettare l’iniquo mantenimento dei tagli alle retribuzioni pubbliche, già previste dall’art. 9, comma 2, del Dl 78/2010. Appare privo di ratio e contrario al principio di uguaglianza sancito dalla Costituzione considerare il taglio delle retribuzioni oltre i 90.000 / 150.000 euro come “odiosa tassa” da evitare per il solo settore privato e, per converso, quale necessario risparmio di spesa pubblica in relazione ai lavoratori del settore pubblico(e ai pensionati del settore privato, ai quali è stato per di più negato il diritto alla rivalutazione annuale Istat, ndr). (fonte Il Sole 24 Ore)

[da www.francoabruzzo.it]

 
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