=CATTOLICI, LA TENTAZIONE. Dalla dimensione pubblica della religione al partito= Stampa
Scritto da Redazione   
Domenica 23 Ottobre 2011 20:52

di Nicola Magrone
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bagnasco 

 

 

Il Cardinale Angelo Bagnasco, introducendo i lavori del Forum di Todi del 9 ottobre scorso (nel quale sono confluite le diverse “anime” dell’associazionismo cattolico, dalla Cisl alle Acli alla Coldiretti alla Comunità di Sant’Egidio alla Compagnia delle Opere alla Fuci), ha in qualche modo deluso quanti si aspettavano l’annuncio della costituzione del Partito dei Cattolici. Alla Cei, Bagnasco aveva parlato più esplicitamente di un “soggetto culturale e sociale di interlocuzione con la politica”, alimentando alcune aspirazioni all’approdo in un vero e proprio Partito; a Todi, il ragionamento del Cardinale è sfumato in più generiche e se vogliamo scontate rivendicazione della legittimità ed anzi della necessità di una presenza diffusa e attiva dei cattolici nella società, per portarvi il loro “patrimonio universale di fede e di valori”. Lì, alla Cei, si era spinto a prefigurare un “soggetto culturale e sociale” propriamente cattolico e lo aveva disegnato come “promettente grembo di futuro”, a Todi si è mantenuto ben dentro ai confini per così dire tradizionali della missione della Chiesa cattolica che “deve animare i settori prepolitici nei quali matura la mentalità e si affinano competenze”; dove, insomma, “si fa cultura sociale e politica”.

 vollamunicipioIl Forum, spinto da questa sostanziale ambiguità, ha trasferito di fatto la discussione sul terreno più immediatamente politico; e la domanda è diventata, almeno nei resoconti giornalistici, che non è detto non riescano a cogliere il cuore dei problemi senza troppo fumo : se  i cattolici devono guardare a sinistra o devono ereditare o permeare la forza e il patrimonio umano della destra e del berlusconismo in  particolare. Le conclusioni non sono state rese visibili, se non nella parte e per la fase contingente che riguarda il che fare del governo in carica, se farlo cioè andare avanti fino alla sua scadenza naturale o favorire la sua “sostituzione” con una coalizione tecnica, unitaria, a tempo determinato (prendere il largo dalla crisi economica, formulare una nuova legge elettorale). Francamente, un approdo modesto e banalmente politicistico se si guarda alle premesse del tutto impegnative con le quali l’incontro aveva preso il via.

E’ difficile apprezzare che cosa resta al Paese di quell’importante incontro dei e tra i cattolici. Forse la cosa migliore che ne viene è l’apparizione ma insieme la scomparsa di una sorta di prospettiva confessionale dell’essere e dell’agire dello Stato. Bisogna riconoscere che il Forum ha scansato questa prospettiva e questo pericolo e che il Cardinale Bagnasco lo ha aiutato a farlo dopo aver alimentato qualche timida prospettiva in quel senso. Si deve riconoscere, specie da parte di chi crede ancora nella necessaria laicità dello Stato, che l’esito, per quanto faticoso, del Forum è incoraggiante. Si vuol dire che, certo, è laicamente giusto che i cattolici -come ogni altra religione - operino nella società e che lì pratichino e diffondano i loro valori e la loro fede anche ma che è altrettanto giusto scongiurare, tra i cattolici, la tentazione a farsi partito e, in fondo al tunnel, addirittura Stato. Nessuna religione può cadere in una tentazione siffatta. Forse è il caso di sottolineare: nessuna, in particolare in Italia dove da oltre sessant’anni la Costituzione repubblicana ha disegnato l’identità del Paese proprio intorno alla laicità dello Stato.

Ultimo aggiornamento Domenica 23 Ottobre 2011 23:10
 
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