=IL MISTERO DEL DEBITO E I SUOI SACERDOTI= Stampa
Scritto da Redazione   
Sabato 17 Dicembre 2011 19:21

IL PECCATO DEL DEBITO.

Sono i professori

i sacerdoti che ci puniranno e ci assolveranno?

di Mino Magrone

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E’ molto difficile dire che cosa avverrà da oggi fino a marzo o aprile prossimi quando i capi di Stato e di governo si riuniranno di nuovo a Bruxelles per tentare di ridiscutere, e forse approvare, la revisione dei trattati europei in linea di massima decisa l’8 e 9 dicembre scorsi.

Una cosa però appare certa: per l’Italia, ma anche per gli altri Paesi dell’Europa meridionale in crisi, non esiste ancora una rete europea di protezione e di salvataggio. La crisi dei debiti pubblici devasta le Nazioni così dette periferiche ma l’Europa del duopolio franco-tedesco indugia colpevolmente.

L’Italia pertanto dovrà vedersela da sola almeno fintanto che non divengano operative le decisioni di Bruxelles dell’8 e 9 dicembre.

Già questo abbandono degli Stati in crisi chiarisce che la riunione, tanto attesa dei capi di Stato e di governo è stata, se non un vero e proprio fallimento, il trionfo, appena malcelato, degli egoismi, degli interessi nazionali e il riaffiorare della memoria di antiche e storiche rivalità che alcuni, pochi in verità, pensavano ormai sepolte definitivamente.

Diciamoci la verità: anche noi italiani, da Bolzano a Trapani, siamo stati presi da un sottile brivido di godimento quando prima Moody’s e poi Standard & Poor’s hanno minacciato la Francia: perderete la “tripla A”. O quando, in una recente asta di titoli pubblici tedeschi, la severa Pizia dell’eurozona Angela Merkel ha dovuto stupirsi nel constatare che i suoi titoli di Stato erano rimasti invenduti.

Intanto a Bruxelles l’Europa afferma che la Bce non ha tra i cuoi compiti istituzionali l’acquisto di titoli del debito pubblico dei Paesi in crisi, tanto meno può essere o divenire la garanzia di ultima istanza del debito. Salvo l’accentuarsi drammatico della crisi, la Bce dovrà dedicarsi alla stabilità dell’euro e a creare liquidità alle banche europee mediante l’ormai inefficace manovra del tasso di sconto che, come è noto, è ormai al minimo storico dell’1%. Ma è ormai evidente che anche con un tasso tendente a zero i mercati finanziari procedono sulla base di altre valutazioni e parametri. La liquidità delle banche resta pertanto un grave problema.

Le banche nazionali hanno difficoltà a concedere denaro alle imprese ed agli investitori. Un altro organismo europeo, l’Eba (European Banking Authority), guidata da un italiano anch’egli “bocconiano”, impone nuove regole e maggiore disciplina contabile alle banche. Quelle italiane devono procedere entro l’anno a ricapitalizzarsi complessivamente per ben 15 miliardi di euro. Nei loro portafogli, dice l’Eba, ci sono titoli del debito italiano svalutati per cui il capitale delle banche non è più sufficiente a garantire i depositanti. O si riducono drasticamente gli impieghi (credito alla clientela) o si aumenta il capitale di garanzia. Per esempio, l’assemblea di Unicredit sta già procedendo all’aumento di capitale richiesto dall’Eba e da Banca d’Italia. Sono diverse le banche italiane che devono ricapitalizzarsi. L’amministratore delegato di Unicredit, Federico Ghizzoni, fa sapere che la sua banca non acquisterà più titoli del debito italiano perché vuole uscire dalla spirale mortale delle successive svalutazioni dei titoli e delle ricapitalizzazioni. Questa è una brutta notizia che si aggiunge alle altre causate da organismi e istituzioni Ue che, oltre ad abbandonare al proprio destino gli Stati in crisi, chiedono senza tregua adempimenti aggiuntivi ormai oltre il limite della sostenibilità.

Se tutte le banche italiane con problemi di ricapitalizzazione dovessero seguire la decisione di Unicredit sarebbero a rischio le emissioni di titoli pubblici delle prossime aste. L’Italia, entro il mese di aprile 2012, deve “piazzare” sul mercato emissioni di titoli per poco meno di 180 miliardi di euro. Entro l’anno 2012 le emissioni di nuovi titoli, pari al 23,5% del totale dell’esposizione nazionale, saranno di 400 miliardi di euro. Sono cifre ragguardevoli che mostrano come, in mancanza di acquisti da parte delle banche nazionali e a cagione della vendita di obbligazioni italiane da parte delle banche estere, il rifinanziamento e, quindi, il rinnovo del nostro debito scaduto sarà sempre più difficile.

Ma l’Europa (per ora il duopolio franco-tedesco) aggiunge: entro il 31 dicembre 2013 l’Italia deve raggiungere il pareggio di bilancio. Il nostro deficit attualmente è inferiore al 5% del Pil. Il reddito nazionale italiano, il nostro Pil, è di circa 1.600 miliardi di euro. Rientrare dal 4-5% di deficit su un Pil di 1.600 miliardi è un’impresa di titaniche dimensioni. Anche perché, insieme al rientro dal deficit, Bruxelles impone all’Italia la progressiva riduzione del suo debito pubblico che, come è noto, è di 1.900 miliardi di euro. Se tutto ciò non dovesse essere conseguito e realizzato, gli Stati inadempienti dovranno pagare forti multe e sanzioni automatiche.

E fino ad aprile 2012, data del nuovo incontro a Bruxelles dei capi di Stato e di governo per perfezionare ed eventualmente ratificare la revisione dei trattati europei, chi si “curerà” dell’Italia? Il governo Monti! Già lo sta facendo con impressionante aderenza allo spirito di Bruxelles. In sintesi: la pressione tributaria in Italia nel 2012 segnerà il record di tutti i tempi, sarà pari al 45-46% del Pil. Insomma per quasi metà anno 2012 si lavorerà per lo Stato, i Comuni e le Regioni. Il Pil italiano nel 2012 segnerà una riduzione prevista del 2% circa. Lo dice anche il ministro Passera, lo dice ad alta voce: siamo in recessione. Speriamo che il “decreto salva Italia” non segni l’inizio della fase di insolvenza dell’Italia e che i sacrifici imposti agli Italiani non siano vanificati sull’altare diabolico del debito.

Il “debito” è come il “sacro”; ha urgenza di avere i suoi sacerdoti. Altrimenti, senza il controllo sacerdotale dilaga nella violenza. Soltanto i sacerdoti ne comprendono l’ambivalenza: bene e male insieme. Loro, i sacerdoti-professori appaiono come i depositari del mistero del debito e dei nostri peccati, da assolvere con i sacrifici che, dicono, tutto sommato, meritiamo.

Ultimo aggiornamento Sabato 14 Gennaio 2012 19:43
 
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