='QUESTIONE URBANISTICA' A MODUGNO. LA RICHIESTA INDECENTE= Stampa
Scritto da Redazione   
Lunedì 21 Luglio 2014 00:21

architettura2dovrebbe chiedere scusa ai suoi elettori per aver barato, dimettersi dalla carica di consigliere e cercare per le prossime elezioni un luogo più consono quel consigliere comunale che ha ottenuto voti per se stesso fingendo di approvare il programma del Sindaco e che oggi, dopo aver raggiunto il suo obiettivo, dichiara di non essersi mai sentito parte del movimento nella cui lista si è candidato ed è stato eletto e di non averne mai condiviso le finalità

di  Gianfranco Pagnelli

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Il programma del sindaco Nicola Magrone non è un gioco ideato da anime belle, ma pur sempre naives, è qualcosa che sta manifestando la sua portata dirompente proprio in quanto sottovalutato da chi riteneva che quello fosse un abito da indossare solo per la campagna elettorale.
Il patto che il Sindaco ha stretto con la città, dopo decenni di governo ispirati alla cura di interessi personali di singoli o di piccoli gruppi, si fondava su pochi ma chiari obiettivi: dare la priorità agli interessi generali prima di ogni altra cosa ed organizzare i pubblici uffici in modo che fossero sempre assicurati il buon andamento e l'imparzialità dell'amministrazione.
Nello specifico, in quel programma che era la piattaforma dell'alleanza elettorale si legge: Bisogna rivedere alla240px-Porta del suburbio-Modugno radice l'assetto urbanistico del paese. Bisogna che si consentano sopraelevazioni” sostenibili e tollerabili, non arbitrarie e clientelari. Bisogna che gli assessori all'Urbanistica, al Territorio, ai LL.PP. non siano portatori di interessi personali nel compito che verrà loro assegnato. E che si riconoscano ai funzionari tecnici poteri e doveri ben definiti e responsabilità controllabili [.....]” (E' evidente che i criteri validi per gli assessori valgono per tutti, ma proprio tutti, consiglieri compresi).
Il disagio dichiarato tra i banchi del consiglio comunale dal consigliere Antonio Alfonsi, citando il riferimento specifico del programma di Nicola Magrone sul tema Urbanistica e LL.PP. è il disagio di quanti si chiedono cosa avessero compreso i dieci consiglieri dissidenti del programma alla base della candidatura del Sindaco.
La centralità delle regole del vivere civile, liquidata spesso con ironia e sarcasmo come acquisita e data per scontata, una condizione necessaria già pienamente compiuta secondo alcuni, non è affatto realizzata come qualcuno afferma con troppa superficialità.
La pratica quotidiana della tensione morale che ispira il programma del Sindaco è indigesta e faticosissima per quanti sostengono che l'azione di governo matura” debba misurarsi con la realtà, il che tradotto in un'espressione più diretta, significa che deve piegarsi alla pressione delle lobbies economiche.
Il punto, non di poco conto, è che Nicola Magrone è stato eletto proprio perché è un testimone credibile di un impegno a praticare uno stile amministrativo che quella opacità, quella furbizia, quella manipolazione della realtà, a beneficio degli interessi particulari” non accetterà mai. Gli stessi consiglieri sono stati eletti e hanno ricevuto il mandato di rappresentare i cittadini in consiglio, in funzione del programma alla base del patto.
La secca contro cui una parte dei voti dei cittadini modugnesi si è incagliata dipende dal fatto che dieci consiglieri che insieme avevano raccolto 1724 voti rispetto ai 9000 incassati dal Sindaco al ballottaggio e che, tutti insieme, raccolgono una manciata di voti in più (undici voti, per la precisione) rispetto ai cinque consiglieri rimasti fedeli alla linea programmatica sottoscritta, hanno deciso di spostare l'asse sulla tutela degli interessi consolidati di pochi e stanno barando sulla reale portata del problema, fingendo di non cogliere la gravità di quanto è accaduto negli ultimi 15 anni in tema di urbanistica.
Tener fede ogni giorno a quel programma complica la vita dei dieci consiglieri, poiché sono chiamati ad incarnare quelle idee che, probabilmente, avevano sperato di lasciare in un cassetto: una buona comunicazione da usare per vincere le elezioni e da mettere in soffitta subito dopo la campagna elettorale ...
Si spiega, in questo contesto, l'indecente richiesta del consigliere Angiulli al Sindaco a cambiare il programma.
Accade che il consigliere, eletto nelle larchitetturaiste di Italia Giusta secondo la Costituzione e quindi, proprio nella lista del movimento del Sindaco, dichiari di non aver mai condiviso il percorso del movimento e se ne dissoci.
Come nel matrimonio, il vizio del consenso è causa di nullità, fingere di stringere un vincolo, dissimulando la propria reale intenzione, rende nullo il patto. Il consigliere che ha ottenuto voti per se stesso fingendo di approvare il programma del Sindaco e che oggi, dopo aver raggiunto il suo obiettivo, dichiara di non essersi mai sentito parte del movimento nella cui lista si è candidato ed è stato eletto e di non averne mai condiviso le finalità, dovrebbe chiedere scusa ai suoi elettori per aver barato, dimettersi dalla carica di consigliere e cercare per le prossime elezioni un luogo più consono ed organico alle sue finalità e ai suoi interessi. Fuori dal Movimento Italia Giusta secondo la Costituzione, si intende.

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Ultimo aggiornamento Lunedì 21 Luglio 2014 23:44
 
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