Home Politica =LO STATO DELL'ECONOMIA. CI VORREBBE KEYNES MA E' TROPPO DI SINISTRA=
=LO STATO DELL'ECONOMIA. CI VORREBBE KEYNES MA E' TROPPO DI SINISTRA= PDF Stampa E-mail
Scritto da Redazione   
Venerdì 19 Dicembre 2014 21:46

grecia Il quadro macroeconomico dell’Europa
dovrebbe suggerire la ripresa di politiche economiche
poggiate sulle argomentazioni della cosiddetta sintesi postkeynesiana.
Invece, ciò è ancora molto lontano dall’essere
preso in considerazione dalle istituzioni europee.

di  Mino Magrone
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In economia ma specialmente in politica economica ormai non si discute d’altro: urge la riduzione della pressione tributaria per abbattere la spesa pubblica. Generalmente si fa a meno di chiarire che la drastica riduzione della spesa pubblica è invocata per aprire più campo d’azione all’impresa privata e ridare dignità e nuovo slancio al teorema del laissez faire.

Facendo leva su alcuni fenomeni di malcostume e basse ruberie, la spesa pubblica viene connotata come qualcosa di indistintamente improduttivo ed ostacolante il sano e competitivo sviluppo economico. Delle bassissime ruberie dei privati e del loro diffuso malcostume nella conduzione dell’impresa generalmente si tace.

E’ fatto indiscutibile che sia necessaria una forte opera di risanamento morale nella conduzione politica e amministrativa delle pubblicheDENARO istituzioni. Che si approfitti, però, del diffuso malcostume per dilatare il discorso fino al disconoscimento della funzione positiva della spesa pubblica quale fattore essenziale di correzione e rimedio delle derive del libero mercato e delle sue ormai storicamente sperimentate incapacità di raggiungere il pieno impiego e pertanto la crescita senza lunghi momenti depressivi è un altro fatto indiscutibile. E’ relativamente da poco tempo che la teoria economica riconosce l’esistenza delle crisi economiche e le studia in ogni loro aspetto. A parte la critica marxiana del capitalismo e la sua analisi delle crisi cicliche, la confutazione della legge di Say (la “legge degli sbocchi”), secondo la quale le crisi sono impossibili, è stata messa a punto, come tra poco vedremo, negli anni trenta. Seguiamo e vediamo il percorso di questa confutazione ricca ed articolata anche per disvelare le radici storiche, politiche ed economiche che come un fiume carsico hanno alimentato l’approdo alle “ economie miste” occidentali e, per l’Italia, alla nostra Carta costituzionale del 1948.

Infatti, perché le crisi fossero riconosciute e studiate nella loro reale esistenza si è dovuto patire le terribili sofferenze della grande depressione del 1929 e la lunga crisi degli anni trenta. Si è dovuto assistere al radicamento del fascismo e poi al trionfo del nazismo e del franchismo. Prima del ’29 la legge sayana dei mercati, la cosi detta legge degli sbocchi secondo la quale “l’offerta crea sempre ed in ogni caso la propria domanda”, le crisi economiche erano ritenute impossibili quanto meno nei recinti blindati dei manuali di economia più diffusi nel mondo occidentale.

Ciò è durato fino all’affermazione pratica delle tesi newdealistiche che il nuovo corso inaugurato negli anni Trenta (il New Deal rooseveltiano) promosse e praticò la fine dell’assolutismo del laissez faire e riconobbe la necessità di combattere le ricorrenti e cicliche crisi economiche.

Il nuovo corso in economia cercò ed in buona parte riuscì a ridurre la disoccupazione e a incrementare con disavanzi di bilancio consapevoli gli investimenti pubblici che il bassissimo livello della spesa privata non poteva garantire.

Prese corpo l’economia mista dello Stato di benessere fra i cui costruttori vanno menzionati Leone XIII (al secolo Gioacchino Vincenzo Pecci) e la sua Rerum Novarum, i socialisti fabiani, John Hobson e il drammaturgo George Bernard Show.

La complessa struttura delle economie miste si regge sulle idee e sulla prassi di quel nuovo corso. Quello schema di fondo costituisce l’anima della nostra stessa Carta costituzionale del 1948 che, lo si voglia o no, è un fondamentale documento che almeno dal punto di vista economico appare ideato e redatto da teste e mani della sinistra keynesiana.

Gli aderenti alla Società fabiana sono particolarmente interessanti; confluirono, dopo una singolare prassi politica, nel partito laburista; furono portatori di una cultura e di una mentalità molto moderna e fortemente diversa dalla cultura compatta e pronta alla battaglia campale della sinistra ortodossa dell’epoca. I Fabiani furono attivi nel costruire l’economia mista dello stato del benessere e furono molto presenti nelle amministrazioni locali che essi ritenevano più vicine alla loro prassi democratica della guerriglia contrapposta alla battaglia campale. Fabiani perché presero in prestito il nome dal generale romano Fabio Massimo, il temporeggiatore che sconfisse il cartaginese Annibale praticando più la guerriglia che la battaglia campale.

veblen-thorstein-imageLe selvagge rapsodie dei Fabiani in Inghilterra e le loro stonature rispetto allo spartito canonico dell’ancora fortemente dominante teoria economica ricardiana e marginalista dei neoclassici trovarono oltreoceano in America del Nord forti consonanze nelle prese di posizione di Thorstein Veblen, figlio di un emigrante norvegese, che scrisse la teoria della classe agiata. Veblen previde il fascismo fin dal 1904.

Questi fermenti culturali e di prassi democratica aprirono il campo d’azione politica e legislativa del New Deal dell’amministrazione del presidente Franklin D. Roosevelt. Ma, come è noto, la sistemazione teorica di tutte queste frammentate novità in economia trovarono compimento negli scritti che nel loro insieme sono stati definiti della “ rivoluzione keynesiana”.

In qualche modo precursori di alcuni temi poi sistemati con precisione teorica da Keynes furono anche i “libri rossi” di Foster e Catchigs. Furono, i libri rossi, una serie di pubblicazioni che resero molto popolare il concetto che i consumi dovevano essere tenuti molto alti qualora si fosse voluto che tutta la produzione fosse venduta. I libri rossi resero comprensibili a tutti l’immagine del flusso circolare della spesa.

L’opera fondamentale di J. M. Keynes, La teoria generale dell’occupazione, dell’interesse e della moneta, pubblicata nel 1936 fu preceduta nel 1930, subito dopo il crollo del mercato azionario, dal Trattato della moneta e ancor prima da Le conseguenze economiche della pace in cui si prevede la rottura degli accordi di Versailles e il disastro che ne sarebbe derivato.

Il fortino dentro il quale l’economia di indirizzo liberista è riuscita ad evitare di prendere atto dell’esistenza stessa delle fluttuazioni economiche è prefigurato in un brano di un libro di Jean Baptiste Say pubblicato nel 1803 in Francia e dal titolo di Trattato di economia politica. Il brano contiene la prima formulazione del principio poi conosciuto come la legge sayana dei mercati e degli sbocchi. Say afferma che non può mai esserci una deficienza generale di domanda o una generale eccedenza di bene prodotti. La gente, egli dice, non produce per produrre ma per scambiare i beni che produce con altri beni di cui ha bisogno. Sicché, la produzione è domanda e pertanto la produzione crea la sua propria domanda. Quanto più c’è da vendere tanto più verrà comprato. La legge di Say ha avuto una grandissima influenza sul modo di pensare della stragrande maggioranza degli economisti fino alla grande depressione degli anni trenta.

Nel 1936 fu la rivoluzione keynesiana a dare il colpo di grazia alle affermazioni del pur grande e acuto economista francese. Ma già nel 1930 nel suo trattato sulla moneta Keynes (eravamo a ridosso della grande crisi azionaria del 1929) aveva formulato le sue critiche stringenti alla legge di Say.

L’argomento di maggior forza, non soltanto teorica, sviluppato da Keynes si fondava sulla distinzione tra gli scopi dell’investimento ekeynes-main-photo del risparmio. E’ in questa non identità tra gli scopi del risparmio e dell’investimento che sta il cuore della critica keynesiana alla legge sayana degli sbocchi. Per Say gli scopi dovevano essere gli stessi, per Keynes la necessità di questa identità non sussisteva. Per cui se i risparmi superano gli investimenti l’attività economica declina; in caso contrario l’attività si espande. Per Keynes i rimedi alla crisi sono rappresentati da un “sistema monetario manovrato” e tale da garantire un’abbondante offerta di moneta e un tasso di interesse basso. Tuttavia, Keynes non riponeva tutta la sua fiducia nella manovra monetaria e dell’interesse. Egli vedeva bene che alla crisi si rimedia anche con un incremento considerevole della spesa pubblica e con un vasto programma di opere pubbliche.

E’ evidente: era la fine del laissez faire!

Giova, a questo punto, trascrivere ciò che dice Keynes nel primo paragrafo del primo capitolo della sua teoria generale: “l’obiettivo che mi prefiggo è di mettere a contrasto il carattere dei miei argomenti e delle mie conclusioni con quello dei principi classici in materia, che io sono stato abituato a rispettare e che dominano il pensiero economico, sia pratico sia teorico, delle classi governative e accademiche della mia generazione, così come hanno fatto nei cento anni passati. Dirò di più…..la teoria classica è fuorviante e disastrosa se tentiamo di applicarla ai fatti dell’esperienza”.

Il venticinquennio successivo alla seconda guerra mondiale è segnato da politiche economiche derivate da argomentazioni di questo tipo: il pieno impiego è possibile se il governo attua una politica fiscale e monetaria tale che se il settore privato dà segni di crisi è necessario provvedere ad una offerta di moneta più abbondante e ad una spesa pubblica più robusta. La “domanda aggregata” può essere mantenuta al livello del pieno impiego della spesa dei consumatori e degli investimenti pubblici che si rendono via via necessari.

Questa sintesi keynesiana e postkeynesiana ha retto fino alla fine degli anni Sessanta e ha garantito già dagli anni immediatamente successivi alla seconda guerra mondiale notevoli saggi di sviluppo delle economie occidentali. Per molti paesi europei la crescita ha assunto le caratteristiche del “miracolo economico”, come, per esempio, è avvenuto per l’Italia.

Ma la parte finale degli anni Sessanta mostra anche una ripresa dell’inflazione considerata la più grave dalla fine della guerra. I saggi di inflazione molto alta (4 - 6 per cento all’anno) nel giro di un quindicennio avrebbero potuto dimezzare il potere d’acquisto. Nel 1973, inoltre, l’Europa fu colpita dalla crisi petrolifera per cui il timore di cadere nel cosiddetto “vuoto inflazionistico” e la voglia di rivincita sulle politiche economiche di derivazione keynesiana, inaugurarono le politiche economiche del “rigore” nel tentativo di sconfiggere l’inflazione con la riduzione della domanda, la stretta creditizia e la leva fiscale (all’inizio degli anni Settanta furono introdotti in Italia i tributi dell’Iva e dell’Irpef e dell’Irpeg).

L’operazione “rigorista” però non ebbe successo perché l’economia reale mostrava una nuova faccia prima mai vista dai governi e dagli economisti. La situazione singolare fu chiamata di stagflazione, parola sgradevole non meno della realtà da descrivere. Le politiche del rigore non avevano ridotto l’inflazione ma avevano causato una sorta di stagnazione dell’economia reale.

Situazione singolare di combinazione di inflazione e stagnazione che mise in grave difficoltà sia le politiche del rigore sia quelle di natura keynesiana.

van goghInfatti, se da un verso la stagnazione consigliava di interrompere le politiche del rigore dall’altro verso esse sconsigliavano, per il persistere dell’inflazione, l’aumento dell’offerta di moneta, la larghezza del credito e l’aumento della spesa pubblica.

Una situazione del genere agevolò il ritorno del dissenso liberista rispetto alla economia mista, all’intervento dello Stato e alla sua spesa pubblica.

A Milton Friedman e alla sua scuola di Chicago fu dato l’appellativo di monetaristi.

Friedman professò con energia la sua contrarietà alla moneta facile e si batté per un regolare e graduale rifornimento di moneta da parte delle autorità monetarie fissando annualmente una percentuale a sostegno della crescita economica. Auspicò la riduzione della spesa pubblica e un generale ritiro dello stato dagli affari economici il cui equilibrio era riaffidato alla rinnovata fiducia nel laissez faire.

Oggi il mondo occidentale sta vivendo una nuova crisi economica prolungata (è iniziata negli Usa nel 2007 - 2008) e violenta. Tra le conseguenze negative della crisi va ricordata la messa in discussione da parte di milioni di cittadini europei della stessa validità ed esistenza della Unione europea.

Diverse e forse contrapposte sono le politiche monetarie seguite dalle banche centrali. La Federal reserve (Usa) per combattere la depressione economica ha largheggiato sull’incremento della moneta circolante; così ha fatto la Banca centrale giapponese. Titubante è apparsa, fino ad oggi, la politica della Bce. Politica incerta perché divisa è l’Europa tra i paesi del rigore e quelli della flessibilità. In questi giorni però gli Usa sono in netta ripresa economica (il Pil aumenta al ritmo di oltre il 2,5% all’anno) mentre l’Europa soffre ancora fortemente il “ ristagno” in alcuni dei suoi paesi e la recessione in molti altri come avviene in Italia.

Tuttavia questa crisi appare più leggibile quanto meno rispetto alla coerenza nei movimenti delle più significative grandezze economiche. Per esempio, accanto alla stagnazione non è contestualmente presente l’inflazione. L’Europa è, infatti, coerentemente con la crisi della produzione, dei consumi e dell’occupazione, in deflazione. Insomma, quello che fu definito come singolare fenomeno degli anni settanta, la stagflazione, è scomparsa.

Il quadro macroeconomico dell’Europa dovrebbe suggerire la ripresa di politiche economiche poggiate sulle argomentazioni della cosiddetta sintesi postkeynesiana. Invece, ciò è ancora molto lontano dall’essere preso in considerazione dalle istituzioni europee.

Se l’inflazione è stata una dei punti deboli della predetta sintesi, oggi il pericolo è dato dalla deflazione.

La contrazione della spesa pubblica (tagli consistenti alla spesa), la rigidità della moneta hanno provocato una preoccupante diminuzione della “ domanda aggregata” e un aumento drammatico della disoccupazione. Il fattore essenziale della crescita è il livello della domanda aggregata la quale deve essere mantenuta all’altezza del pieno impiego dalla spesa del consumatore e dagli investimenti col concorso decisivo della spesa pubblica.

L’Italia si allontana ancora di più dalla ripresa economica perché, stravolgendo ancora una volta la Carta costituzionale del 1948, hamasada inserito in Costituzione il “pareggio di bilancio”.

I nostri governi e il nostro Parlamento così decidendo hanno almeno nella parte economica, disconosciuto, ammesso che lo abbiano mai riconosciuto, l’origine e la fonte di sinistra keynesiana della nostra Costituzione. Ciò lega le mani alle future decisioni in politica economica così come sono per l’Italia una camicia di forza il patto di stabilità (coerente col pareggio di bilancio) e il tremendo ed asfissiante fiscal compact.

I fautori del cosiddetto rigore hanno in mente un proposito punitivo rispetto ai popoli che secondo loro hanno vissuto al di là delle proprie limitate capacità. Hanno, cioè, consumato di più rispetto a quanto hanno prodotto. E’ questa l’accusa. Hanno vissuto sul debito che ora si mette in dubbio che possano onorare.

Devono, perciò, i popoli pigs, arretrare: i loro redditi pro-capite devono scendere ai livelli di oltre cinquant’anni fa.

Coloro che vogliono l’Europa a “due velocità” non sono quelli che, pur sbagliando, lo dicono apertamente. Sono, invece, quelli dei trattati europei capestro, quelli che sotto le sembianze di difensori dell’integrità europea ne spingono una parte significativa per cultura e produzione ai margini della contemporaneità.

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Ultimo aggiornamento Sabato 20 Dicembre 2014 07:32
 

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Sudcritica Flash

==MARIO MARANGI, PER L'EXTRAVERGINE DI PUGLIA 'CREARE RETE' TRA I PRODUTTORI=Le ‪‎difficoltà‬ ma anche le grandi ‪opportunità‬ dei ‪‎produttori‬ ‪‎oleari‬ che puntano all'‪‎innovazione‬ e alla ‪‎qualità‬, in ‪Puglia‬ come a Modugno‬.
‪‎Investire‬ nell'‪olivicoltura‬ significa anche ‪valorizzare‬ il ‪territorio‬ e il tessuto‬ ‪sociale‬.
Ecco le ‪sfide‬ che affrontiamo noi ‪giovani‬ ‪‎imprenditori‬ ‎agricoli‬.
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=IL COMUNE DI MODUGNO ABBATTE IL 'MURO'. LO ACQUISTO' COME OPERA D'ARTE, LO DISTRUGGE COME BAGNO FATISCENTE=
di Francesca Di Ciaula.Il 2 febbraio scorso, in piazza Romita Vescovo, un tempo adibita a mercato del pesce, sono iniziati i lavori di demolizione della parete adiacente ai bagni pubblici.
La motivazione è presto detta: sicurezza e salvaguardia della pubblica incolumità, fatiscenza delle strutture. Il tutto per una spesa di 35 000,00 €.
La parete ricoperta di marmo nero, fu costruita a ridosso della chiesa seicentesca delle Monacelle in pieno centro storico, per nascondere un bagno pubblico, alla vista di chi sostava nella piazzetta. Una visione dai contrasti indicibili. Un monolite scuro e dietro la parete chiara dell'antica chiesetta. L'antico e il nuovo, maldestro tentativo di dare dignità al piastrellato che ha invaso il paese, eppure opera pubblica. La modernità imposta per capriccio o arbitrio, il marmo contro la pietra povera antica. Oggi ulteriore denaro pubblico è stato impiegato per distruggere quel manufatto a nessuno mai piaciuto per la sua manifesta volgarità.

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Sudcritica Flash

=ITALIA GIUSTA, IL COMUNE DI MODUGNO BLOCCHI LO 'SFRATTO' DELL’ISTITUTO DEL NASTRO AZZURRO=
di Tina Luciano.

Il movimento Italia Giusta secondo la Costituzione sollecita il Commissario prefettizio a Modugno perché blocchi lo ‘sfratto’ dell’Istituto Nastro Azzurro fino a quando sarà pronta la nuova sede ad esso destinata, in locali comunali che oggi ospitano i Servizi sociali.Il Museo e le Associazioni combattentistiche raccolte nell’Istituto custodiscono oggi le poche tracce esistenti di una memoria collettiva di Modugno, perse le quali va definitivamente in frantumi l’identità dell’intera città.
Un luogo della memoria va protetto e tutelato: insistere nel volerlo ‘sfrattare’ ha il sapore iconoclasta della provocazione, del voler far apparire come insensibile al bene pubblico una pubblica amministrazione che deve invece avere a cuore unicamente le esigenze sociali.

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I SEMINARI DI ITALIA GIUSTA

=CONSUMO DI SUOLO E COMUNITA' SENZA IDENTITA'. INCONTRO CON GIUSEPPE MILANO=
Il 23 gennaio 2015. Sono intervenuti Pasquale De Santis e Nicola Magrone."Contro il mostruoso consumo di suolo in tutta Italia, serve una mobilitazione dei cittadini, una coscientizzazione che ci faccia capire che la cementificazione costante ha un forte impatto sociale, significa alienazione, perdita di coesione della comunità, significa che non esiste più un'identità delle nostre città. Sentiamo spesso dire che si vuole 'costruire il futuro': ma lo si dice a vuoto, mentre si perpetuano questi atteggiamenti di noncuranza e di malapolitica. Costruire il futuro significa cominciare a far le cose per bene ogni giorno nelle nostre città. Quel che è successo a Modugno lo sapete voi, non ho titolo per parlarne ma parlano i fatti. Basta col dire che edilizia e urbanistica vanno visti come motore dello sviluppo, se poi sappiamo che servono per creare solo lo sviluppo di pochi... basta!"

Riprese video di A.Covella per Italia Giusta/Sudcritica

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=DISCUSSIONI=

=SOVRANITA' NAZIONALE
MONETARIA
E DEBITO PUBBLICO=

Serafino Pulcini/
Mino Magrone

Monete-antiche-riportate-alla-luce-in-uno-scavo-archeologico


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I SEMINARI DI ITALIA GIUSTA

=PROTEZIONE CIVILE, INCONTRO CON GIUSEPPE DI CIAULA=
Il 9 gennaio 2015. Coordinamento, formazione, esercitazioni, sicurezza sono i cardini di una buona protezione civile.Fondamentale un piano dettagliato di intervento, con volontari professionali i quali - quando dovessero verificarsi emergenze - sanno che fare ma non usurpano i compiti dei professionisti. Partecipano il presidente di Italia Giusta secondo la Costituzione, Pasquale De Santis, e Francesca Di Ciaula, della segreteria del movimento.
Riprese video di A.Covella per Italia Giusta/Sudcritica

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I SEMINARI DI ITALIA GIUSTA

=PROTEZIONE CIVILE, INCONTRO CON WILLIAM FORMICOLA=
Il 12 dicembre 2014, su ''Stato di salute del territorio italiano e ruolo della protezione civile''.Al centro dell'intervento, le azioni che gli amministratori devono compiere per prevenire, e per intervenire nel verificarsi di emergenze; gli effetti della mano dell'uomo sull'aggravamento dei rischi, i pericoli legati al consumo del territorio e al costruire senza regole. E' intervenuto il presidente di Italia Giusta, Pasquale De Santis.
Riprese video di A.Covella per Italia Giusta/Sudcritica

[in Sudcritica Modugno]

=POLITICA E CONSENSO=

=LA POLITICA
DELLE LOCUSTE=

locuste-madagascar


se si vuole tentare
un recupero
delle regole
che tutelino tutti,

bisognerà scontentare
i gruppetti di interesse
che si concentrano come locuste
intorno al patrimonio pubblico

di  Tina Luciano
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I SEMINARI DI ITALIA GIUSTA

=CULTURA, SCUOLA E
TERRITORIO E LA 'NUOVA'
FIERA DEL CROCIFISSO
A MODUGNO=

seminario IG di ciaula longo lobaccaro

Per i Seminari di Italia Giusta
secondo la Costituzione,
incontro - il 21 novembre 2014 -
col musicista dei Radiodervish
Michele Lobaccaro
e con Francesca Di Ciaula
e Valentina Longo.
Su politiche culturali a
Modugno, sul successo
della 'nuova' Fiera
del
Crocifisso inaugurata
con l'amministrazione
Magrone
e sull'importanza
delle relazioni
tra scuola e territorio.

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=DISCUSSIONI=

=ECONOMIA E UE.
CI VORREBBE KEYNES
MA E' TROPPO
DI SINISTRA=

keynes-main-photo


Ilquadro
macroeconomico

dell’Europa
dovrebbe suggerire
la ripresa di politiche economiche
poggiate sulle argomentazioni
della cosiddetta sintesi postkeynesiana.
Invece, ciò è ancora molto lontano
dall’essere preso in considerazione
dalle istituzioni europee

di  Mino Magrone

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I SEMINARI DI ITALIA GIUSTA

=LE SCELTE FISCALI DELLA GIUNTA MAGRONE PER PROTEGGERE I CETI MENO ABBIENTI=
Incontro con Dino Banchino.

Per i seminari di Italia Giusta secondo la Costituzione, incontro con l'assessore al Bilancio dell'amministrazione comunale di Modugno guidata da Nicola Magrone.Banchino ha parlato delle scelte fiscali fatte dalla giunta, tutte improntate all'art.53 della Costituzione italiana, per il quale il sistema tributario nel nostro Paese "è informato a criteri di progressività”.
Per questo, per il 2014 a Modugno non si è pagata la TASI, preferendo scaricare il peso maggiore della contribuzione dei cittadini sull'Irpef. Sono intervenuti Pasquale De Santis, presidente di Italia Giusta secondo la Costituzione, e Nicola Magrone.

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I SEMINARI DI ITALIA GIUSTA

=MODUGNO, LA GIUNTA MAGRONE E L'AIUTO AI PIU' DEBOLI=
Incontro con Rosa Scardigno

Per i seminari di Italia Giusta secondo la Costituzione, incontro con l'assessore ai servizi sociali dell'amministrazione comunale di Modugno guidata da Nicola Magrone.Al centro dell'intervento dell'assessore, gli sforzi per ricostituire servizi disastrati (Ufficio di Piano, in primis), le necessità cui assolvere senza arbitrio, la descrizione di un lavoro interrotto a poco più di un anno dall'insediamento, quando avrebbe potuto dare aiuti più congrui.

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=DISCUSSIONI=

=MODUGNO.
CON ITALIA GIUSTA
PER ROMPERE
L'AGGLOMERATO
DI POTERE=

logo italia giusta internet


Da queste parti
smuovere la stagnazione
di poteri è stato
un azzardo
ed una scelta
 coraggiosa.
E tuttavia la dimostrazione
che un movimento possa spezzare

un meccanismo consolidato
c'è stata.
[...] Che si possano tentare
scelte politiche limpide e nette,
l'esperienza amministrativa
modugnese ce lo insegna

di  Francesca Di Ciaula
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I SEMINARI DI ITALIA GIUSTA

=MODUGNO, LA NUOVA FIERA DEL CROCIFISSO=
Incontro con Tina Luciano -
"Queste sono le ragioni e le modalità della nuova configurazione della Fiera del Crocifisso......da un lato riannodare i fili con il centro della città, dall’altro garantire la sicurezza in un sito che, oltre ad essere isolato non garantiva nemmeno l’incolumità dei visitatori".

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=I LUOGHI=

=BORGO TACCONE.
STORIA PICCOLA
DEL SUD=

taccone7


Borgo Taccone
è questo luogo
dell'assenza,
una storia mancata
di insediamenti rurali.
Eppure non riesci
ad individuare la parola fine
a questa storia.
Il borgo intero sembra piuttosto
un racconto interrotto.

di  Francesca Di Ciaula
______________

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=DISCUSSIONI=

=IL MATTONE DI CALVINO.
60 ANNI DOPO=

Credits-LaPresse h partb


“Un sovrapporsi
geometrico di parallelepipedi
e poliedri, spigoli e lati di case,
di qua e di là, tetti, finestre,
muri ciechi per servitù contigue
con solo i finestrini smerigliati
dei gabinetti uno sopra l’altro”.

di  Nicola Sacco
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=DISCUSSIONI=

=CRISI. PER SALVARE
L'EUROPA BASTEREBBE
SVEGLIARE IL GIGANTE=

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Una modesta
frazione

di questo gigante finanziario
narcotizzato e costretto
a stare improduttivo può,
purché l’Europa e la Germania
lo vogliano, finanziare opere
e interventi comuni di sviluppo
e crescita dell’occupazione
di lavoratori in Italia ed in Europa

di  Mino Magrone
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=DISCUSSIONI=

=MODUGNO.
LA DIGNITA' POSSIBILE=

francesca4


Questo, il sindaco
di Modugno,
Nicola Magrone,
ha insegnato nel primo anno
di amministrazione a chi
ha voluto comprendere:
a essere chiari,
a pronunciare il nome delle cose
senza timore, pubblicamente,
non in cenacoli all’ombra
di qualche interesse
che non fosse quello
di tutti i cittadini.

di  Francesca Di Ciaula

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=DISCUSSIONI=

=TAMARO, IL GRANDE NEMICO
E' IL NIENTE. O LO E'
PIUTTOSTO IL NICHILISMO?=

rotoletti010


L'angoscia e il disagio
non sono soltanto
sentimenti dei giovani,
sono invece
di noi tutti
in quanto mortali
destinati a finire,
al niente

di  Mino Magrone

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Sudcritica Modugno

=GUASTO A PASSAGGIO A LIVELLO MODUGNO. IL SINDACO, SITUAZIONE ASSURDA CHE SI RIPETE= 5 aprile 2014 - Dice Nicola Magrone: "Prendero' le opportune iniziative per l'attuazione puntuale di intese precise sui compiti i di Fal e Rete Ferroviaria Italiana. Quello che serve e' scongiurare ulteriori situazioni di grave pericolo".[Leggi tutto in Sudcritica Modugno]

=DISCUSSIONI=

=“La grande bellezza”?=

la grande bellezza


Finché continua
l’umana avventura
in questa valle,
ci sarà scienza, arte,
religione
e l’apocalisse del pensiero
lasciamola ai meno dotati.
Non ci riguarda.

di  Pippo De Liso

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=DISCUSSIONI=

=JOBS ACT, LAVORO

SENZA DIRITTI

E SENZA DIFESE=

CGIL crisi

 
l’Europa solidifica
interessi preminenti
anche sottraendo
ai Paesi
a sovranità nazionale
le tradizioni politiche
e i documenti storici d’identità.
L’Italia è in prima fila con la cessione
della Costituzione e la fiammata
di follia collettiva del cambiamento
a tutti i costi, soprattutto in peggio

di  Pippo De Liso

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=DISCUSSIONI=

=Per far ripartire l'Italia

non serve stravolgere

la Costituzione=

costituzione

Proposta, da parte di un attivista

di Italia Giusta, di una piccola

guida pratica, aperta a suggerimenti,

per orientarsi tra i temi

di stretta attualità politica

di  Nicola Sacco

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Sudcritica Modugno

=RACCOLTA DIFFERENZIATA A MODUGNO, SUDCRITICA INTERVISTA L'ASSESSORE = 17 marzo 2014 - Puoi seguire l'intervista anche alla pagina di Sudcritica Modugno.Tra breve, finalmente, anche a Modugno (e per l'intero Aro del quale Modugno è capofila) ci sarà un bando di gara per una vera raccolta differenziata. Con l'aiuto e la collaborazione di tutti i cittadini dovrà portare al traguardo 'rifiuti zero'. L'assessore comunale Tina Luciano spiega a Sudcritica come accadrà.

Riprese e post produzione di Alberto Covella

Per discutere con il Movimento Italia Giusta secondo la Costituzione, questi gli indirizzi:
sede: via X marzo 88 - 70026 MODUGNO
posta elettronica: [email protected]
[email protected]
rivista: www.sudcritica.it

=DISCUSSIONI=

Larroganza

della Rai

In nessun altro

Paese europeo

si assiste al pagamento

di un canone obbligatorio

a fronte di una pubblicità

invadente e accentratrice

di  Pippo De Liso

_______________

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=DISCUSSIONI=

Il documento

alternativo

"Il sindacato

è un'altra cosa"

per il XVII Congresso

della Cgil

 

di  Pippo De Liso

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=DISCUSSIONI=

Una sinistra

nata piccolo-borghese

 

di  Franco Schettini

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a mio avviso il nostro “marxismo” altro non è stato che riformismo piccolo borghese, nemmeno socialdemocratico

Il 15 giugno del 1975 Pasolini scriveva, dopo le effimere vittorie delle sinistre, che “l’Italia è nel suo insieme ormai un Paese spoliticizzato, un corpo morto i cui riflessi non sono che meccanici. L’Italia cioè non sta vivendo altro che un processo di adattamento alla propria degradazione”.

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Contro la violenza sulle donne

MAGRONE, PALMINA E LE SUE PAROLE HANNO CAMBIATO LA MIA VITA
Casacalenda, 16 novembre 2013 - intervista di Maurizio Cavaliere. Magrone ricorda il giorno in cui palmina martinelli gli parlò in punto di morte, rivelandogli i nomi dei suoi aguzzini. La 14enne di fasano morì data alle fiamme nel novembre 1981, si era rifiutata di prostituirsi.

=LA VIOLENZA ESIBITA=

di Francesca Di Ciaula

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violenza2 [ Leggi tutto]  

DON TONINO BELLO - LA COSCIENZA E IL POTERE

IL POTERE, LA LEGGE, LA COSCIENZA
Don Tonino Bello ricordato dal sindaco di Modugno, Nicola Magrone, a Mola di Bari, il 16 ottobre 2013, con l'assessore regionale Guglielmo Minervini e don Gianni De Robertis.La speranza nel patto tra deboli, se non per rovesciare il potere almeno per attenuarne l'abuso. Tornare alle origini di don Tonino Bello è tornare alle origini del nostro popolo, cioè la Costituzione. Secondo il sindaco di Modugno, oggi la costituzione non deve essere modificata.

cronache dall'interno

=IL SINDACO DI MODUGNO NICOLA MAGRONE E LA SUA GIUNTA INCONTRANO I CITTADINI=
26 settembre 2013 - Filmato integrale dell'incontroPer la prima volta nella vita amministrativa di Modugno, l’amministrazione parla con i cittadini in un incontro pubblico.

Riprese e post produzione di Alberto Covella

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