=DALLA STRAGE DI CHARLIE EBDO ALLA ''SOUMISSION''= Stampa
Scritto da Redazione   
Venerdì 09 Gennaio 2015 14:57

La prepotenza aggressiva dei mezzi e leclisse dei fini

Corano compreso

CHARLIE - TOUR EIFFEL

L’islam appare aggressivo e vincente.
Ma anche il Corano, direbbe Severino,
è una foglia secca
che tuttavia è ancora attaccata al suo ramo

 

di  Mino Magrone
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L’islamizzazione della Francia e dell’occidente verrebbe formalizzata nel 2022 in occasione dell’elezione del nuovo presidente della Repubblica francese. È per via democratica che il moderato ed abile Mohammed Ben Abbes conquisterebbe la presidenza della Repubblica.
Marine Le Pen è battuta al ballottaggio anche per il fatto decisivo che i partiti del centro-sinistra e del centro-destra, ormai ridotti a tragicomica parodia esangue del “politicamente corretto”, appoggiano l’elezione del nuovo presidente musulmano.
Si tratta di un romanzo che sarà pubblicato in Italia il prossimo 15 gennaio (Bompiani); in Francia è stato pubblicato il 7 gennaio scorso, proprio il giorno della strage nella redazione di Charlie Hebdo. Il nuovo romanzo di Michel Houellebecq, Sottomissione, è già un caso letterario e politico che suscita riflessioni e forti discussioni sul destino della civiltà occidentale e la possibilità della sua “soumission” all’islam.

Secondo il romanziere francese, i musulmani avanzano in Francia e in occidente perché il terreno che si apre di fronte alla loro avanzante religione non presenta più Houellebecq-Charlie-Hebdo-675resistenze. L’Europa vive la fine della società basata sull’illuminismo. La patria dei diritti umani è in crisi profonda. Tutta l’Europa è spossata, stanca. I suoi cittadini, in particolar modo le donne, sono sovraccaricati di responsabilità che le loro spalle non reggono più.

La “liberatoria” sottomissione all’islamismo - pronostica Houellebecq - e l’accettazione malinconica della fine della laicità della società e dello Stato è paragonabile ad un rifugio rassegnato, neppure tanto avvertito come tale. Il “nuovo” presidente musulmano non incontra ostacoli insormontabili e fa presto a riallineare la politica sociale, morale ed economica in senso confessionale (islamico). La disoccupazione diminuisce perché le donne non possono più lavorare, la poligamia è introdotta oltre che come giusto valore morale anche dal punto di vista legislativo. Gli uomini possono “godere” di più mogli: due o tre molto giovani per il piacere del sesso, le quarantenni per la buona cucina e via dicendo.
Questo e moltissimo altro viene narrato in Sottomissione. È questa, soprattutto, la sconsolante profezia di Houellebecq.

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Il dibattito in Italia e nella sfera politica e della cultura occidentale si chiede: sono quelle della “sottomissione” previsioni fondate o la situazione della nostra cultura e della nostra civiltà consente di scorgere una via d’uscita dalla “soumission”?
Sono in molti a pensare, come Emmanuel Carrére, che la storia nel caso dell’islam potrebbe ripetersi. Nel senso che ciò che accadde fra cristianesimo e mondo classico greco-romano potrebbe condurre ad una feconda fusione rivitalizzante della civiltà. La mutazione è in corso, purtroppo ci mancano i mezzi adeguati per prevedere quale sarà il suo esito finale. La storia, tuttavia, ci dice che il cristianesimo vittorioso si fuse e mescolò con la cultura greca e romana e ciò dette vita a una nuova civiltà.
Nella discussione sul romanzo di Houellebecq non manca la voce di un altro fra i più noti intellettuali francesi. Michel Onfray dice: “Sottomissione immagina una Francia del 2022 governata da un presidente musulmano e un ordine sociale che prevede poligamia e donne a casa in omaggio ad una religione (l’islam). È un romanzo sull’ignavia delle persone. La nostra epoca fa dell’islam una religione di amore, quando il Corano è un libro misogino quanto può esserlo la Bibbia o il Talmud. Se si vuole continuare ad essere misogini con la benedizione dei sostenitori del politicamente corretto, l’islam è la soluzione”!

Secondo Gian Arturo Ferrari, invece, la nostra civiltà è segnata dal suo peccato originale di aver tradito i propri ideali (declamazione dei diritti umani e suoi tradimenti). Si può rimediare? Occorrerebbe il dono del rinnovamento della politica come autentica sintesi della realtà. Chissà, forse quel dono lo abbiamo perduto! I lumi non si sono mai accesi: questo è il nostro peccato originale che l’islam ci rinfaccia e che noi non riusciamo a capire. La nostra colpa, il nostro peccato è la falsità: avere predicato i lumi, un’idea onnicomprensiva di umanità e avere praticato la schiavitù, l’umiliazione, il dominio ed il servaggio. Di questo ci accusano e questo ci rinfacciano.

A questa breve rassegna di argomenti sulla “soumission” e sul romanzo di Houellebecq manca a mio parere l’argomento più decisivo che abbraccia in un sol destino la civiltà del pianeta (islam compreso). Sarebbe interessante sviluppare in questa sede il complesso ragionamento. Per ora bastano alcune considerazioni preliminari e introduttive. Rinvio per il più ampio ed esauriente discorso sull’argomento agli scritti di Emanuele Severino. albero autunno1
L’islam appare aggressivo e vincente. Ma anche il Corano, direbbe Severino, è una foglia secca che tuttavia è ancora attaccata al suo ramo o è un’autovettura che pur sbandando si trova per un mero caso al centro della carreggiata.
Molte sono le foglie secche che restano appese al ramo: l’illuminismo, il socialismo, il cristianesimo, la democrazia, i diritti umani, il capitalismo, l’islam. Ciò che le staccherà definitivamente dal ramo, eliminando anche l’illusione della loro vitalità, è il compimento reale “dell’inversione dei mezzi in fini.

Sebbene con qualche ritardo rispetto all’occidente sviluppato, anche il mondo islamico utilizza i mezzi (la tecnica) per raggiungere i suoi fini. Esattamente come fanno le forze tradizionali dell’occidente. Queste forze si servono della tecnica per il raggiungimento dei loro scopi. Si fanno la concorrenza e lottano per la difesa del mezzo che garantisce lo scopo. Ma il mezzo non può essere limitato da uno scopo: il fine di quelle forze ne condiziona il completo e radicale sviluppo. Sicché il processo di inversione conduce il mezzo a diventare fine di quelle forze che lentamente abbandonano i loro fini per assecondare la sopravvivenza e lo sviluppo indefinito della tecnica (i mezzi).
Se questo argomento è valido, l’islam, che oggi appare per un mero caso nel centro della carreggiata, dovrà, così come già avviene in occidente, assecondare e curare lo sviluppo dei mezzi di cui si serve. Fino all’eclisse ed all’oblio del suo fine primario scritto nel Corano.
Niente paura allora? No! Bisogna resistere finché l’inversione sia completa e globale. La società emergente sarà molto tecnologica; sarà quasi un paradiso della tecnica. Non disumana, ma nemmeno la fine dei nostri problemi. Ma questo è tutto un altro discorso.

 

 

Ultimo aggiornamento Sabato 10 Gennaio 2015 21:41
 
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