=OM. I TANTI MISTERI DI UNA TRATTATIVA. MA SE FINALMENTE SI RISOLVE LA QUESTIONE RINUNCIAMO ANCHE A SAPERE= Stampa
Scritto da Redazione   
Lunedì 16 Marzo 2015 18:49

La vertenza Om, per tempi e metodi con cui è stata condotta, non smette ogni giorno di stupire. In primo luogo perché si è lasciato Kion, nonostante la fuga dall'area industriale di Modugno-Bari, e l'abbandono per strada di oltre 230 operai altamente qualificati, arbitro assoluto di decidere chi dovesse subentrare nella produzione distogliendo così tutti coloro che sembravano offrire serie prospettive per i lavoratori. In secondo luogo, perché, pur avendo la possibilità di esperire una trattativa con una delle più importanti aziende pugliesi (con socio Vito Pertosa, presidente e amministratore delegato di Mermec, 100 milioni di fatturato l'anno), che aveva avviato un'esame della situazione con l'amministrazione Magrone a Modugno, si  è lasciata cadere questa ipotesi - almeno sinora? E da ultimo: si è tenuto ieri 15 marzo un incontro al ministero per lo sviluppo economico * nel quale sono all'improvviso spuntate quattro (ben quattro manifestazioni di interesse)... Ben vengano, se sono reali.

Sarebbe magnifico se fossero tutte davvero disponibili a risolvere la situazione, e vogliamo sperare che almeno una, tra quattro, si trovi. Ma gli inghippi cominciano da subito: sono aziende alle quali si danno 15 giorni (proprio così: due settimane) per la redazione di "piani industriali definitivi" (proprio così: definitivi). Perché 15 giorni lo si capisce, forse, qui sotto; il resto non si sa se lo capiremo mai.

* Questo il testo del comunicato diffuso oggi dal Ministero dello Sviluppo economico: "Approfondita ricognizione, oggi al Ministero dello Sviluppo Economico, sul futuro produttivo ed occupazionale della OM Carrelli di Bari.A fare il punto della situazione con il Vice Ministro Claudio De Vincenti e il Responsabile dell’Unità di Gestione delle Crisi Industriali del Mise Giampiero Castano, c’erano il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola e l’Assessore Regionale al Lavoro Leo Caroli.Nel corso della riunione si è verificato che, al momento, sono quattro le manifestazioni d’interesse presentate da aziende che sono state sollecitate a formalizzare entro quindici giorni a Istituzioni, Invitalia e Puglia Sviluppo i rispettivi Piani Industriali definitivi.Governo e Regione torneranno ad incontrarsi a valle dell’esame dei Piani Industriali da parte di Invitalia e Puglia Sviluppo. Immediatamente dopo, verrà convocato il Tavolo".

 

OM. L’INTESA CHE LASCIA PERPLESSI

Sbaglio o questa cessione di Om dello stabilimento ha un vero sapore di presa… in giro? Per questa intesa Om, balzano agli occhi, in primo luogo, le solite condizioni capestro per cui il successore di Om non dev’essere uno che Kion reputi suo concorrente né a livello locale né a livello mondiale (si suppone neanche a livello interplanetario). Ma in fondo all’intesa (firmata dal Presidente della Regione Vendola, dal Sindaco di Bari e presidente della Città Metropolitana De Caro, dal Prefetto Nunziante, dal Commissario prefettizio a Modugno Ruffo, dal Presidente dell’Asi Martinelli, dal rappresentante della Kion-Om De Vietro) c’è un’ altra condizione che non mi sembra sia stata sinora sottolineata. Ed è questa:

Gli impegni previsti nel presente Protocollo d’intesa sono efficaci a decorrere dalla data della sua sottoscrizione e hanno durata fino al completamento dell'iniziativa in esso prevista, intendendosi come tale, l'avvenuta cessione definitiva dell'intero Compendio Immobiliare alla Società investitrice e può essere modificato o integrato in qualsiasi momento per concorde volontà di tutte le parti firmatarie, fermo restando che, come già comunicato con nota del 23.01.2015, a partire dal termine del primo trimestre del corrente anno, nel caso in cui l’iniziativa prevista dal presente Protocollo non dovesse atteggiarsi in concreti sviluppi, Om si riterrà libera di cercare soluzioni alternative compresa la possibilità di cercare potenziali acquirenti per lo stabilimento.

Cioè - qualcuno mi dica se sto capendo male - a partire dal 31 marzo 2015 (tra due settimane) Om-Kion si può riprendere lo stabilimento e venderlo. Certo, si aggiunge, “nel caso in cui l’iniziativa prevista dal presente Protocollo non dovesse atteggiarsi in concreti sviluppi”, ma questo ‘caso’ è abbastanza probabile che si verifichi (soprattutto se Om attiva la sua facoltà tra poche settimane) dal momento che gli obiettivi dell’intesa sono:

“- favorire la riconversione industriale dello stabilimento ex OM Carrelli elevatori;

- favorire, attraverso il processo di trasformazione dello stabilimento, il ricollocamento della platea dei 194 ex dipendenti della OM, attualmente in mobilità, presso imprese terzeinteressate all’insediamento in loco con ciò dando risposta ai concreti profili di ordine pubblico e di emergenza sociale”.
Sinora, in tre anni, non ci sono riusciti (il perché non ci siano riusciti resta comunque, a mio parere, per niente chiaro).

Dunque, perché questa clausola capestro? Dunque, è una cessione o che?

P.S. non per essere monomaniacale, ma questa ‘cessione’ pare una presa in giro negli stessi termini della cessione - non comparabile certo con quella di Om - che Peppino Longo raggiunse con l’amministrazione Pd-Udc del Comune di Modugno nel 2011-2012 per lo spostamento del mercato settimanale. Una cessione, quella per spostare il mercato, che prevedeva che Longo potesse riprendersi l’area - dove sono stati fatti lavori per circa 150.000 euro con denaro pubblico - in qualunque momento avesse voluto - nel giro di tre mesi. Com’è finita è ormai noto: Magrone ha imposto che fossero cambiate le condizioni del contratto ma ad agosto 2014 lo hanno fatto cadere sciogliendo il consiglio; e tuttavia, le condizioni del contratto si son dovute cambiare ugualmente (lo ha dovuto fare il commissario), appunto nel senso indicato da Magrone. [cz-sudcritica]

 

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DUE DOMANDE, A PROPOSITO DI OM: PERCHE’ LA SITAEL FU COSTRETTA DALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI MODUGNO DEL 2012 AD ANDARSENE ALTROVE? PERCHE’, RIPRESI I CONTATTI CON LA NUOVA AMMINISTRAZIONE DEL 2013, REGIONE E MINISTERO HANNO FINTO DI NIENTE?

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["la Repubblica" - 14 settembre 2012 ]

Dalla metro di Londra a Curiosity 'Ma per un permesso aspetto anni'

COSTRETTA A EMIGRARE: è la storia della Sitael, l'azienda pugliese che ha realizzato un microchip per Curiosity, il robot della Nasa sbarcato su Marte. La Sitael fa parte della galassia dell' imprenditore di Monopoli Vito Pertosa, ieri in Fiera per partecipare a un convegno sull' internazionalizzazione.

Pertosa ha raccontato di aver chiesto al Comune di Modugno di poter ampliare la sede: «Dopo tre anni senza risposta siamo andati a Mola». Per entrare nella storia ci vuole coraggio e una buona dose di inconsapevole incoscienza: nella zona industriale di Bari non hanno avuto né l' uno e né l' altra. Perchè la storia ha bussato, le è stato aperto, l' hanno lasciata sull' uscio, nessuno l' ha fatta entrare. E l' hanno costretta a trovare altri lidi.

Molti sanno da qualche giorno, infatti, che un pezzo di Curiosity, il robot atterrato su Marte ad agosto, è made in Puglia. Qui, infatti, è stato realizzato il microchip in grado di resistere a radiazioni e temperature estreme che, installato all' interno della stazione meteorologica di monitoraggio del rover, ha potuto registrare parametri ambientali come vento, umidità, temperatura.

L' azienda è la Sitael, due sedi, una a Modugno l' altra in provincia di Bari, che fa parte della galassia imprenditoriale di Vito Pertosa, l' imprenditore di Monopoli che con la sua Mermec si è aggiudicato recentemente i lavori per la metropolitana di Londra. Ora la Sitael, l' unica azienda italiana che ha lavorato con la Nasa per Curiosity, è un' azienda che ormai considera «routine» partecipare a progetti aeropsaziali e nutre l' ambizione di costruire, interamente nelle sue sedi, un satellite. A questo punto, pochi sanno che la Sitael è stata costretta ad "emigrare". Per fortuna di pochi chilometri che non l' hanno portato fuori dai confini regionali. A raccontare il retroscena a margine del convegno realizzato dalla Regione Puglia sulle opportunità di internazionalizzazione delle imprese pugliese, è stato lo stesso Pertosa. «Per noi era logico ampliare lo stabilimento di Modugno e infatti abbiamo avviato le pratiche per costruire dei nuovi capannoni. Abbiamo aspettato tre anni ma non si possono aspettare tre anni per avere una licenza edilizia da un' amministrazione comunale, non sono tempi che un' impresa che deve affrontare una concorrenza agguerrita si può permettere. Abbiamo rinunciato a Modugno dove i tempi sono diventati incredibilmente lenti e per fortuna abbiamo trovato sensibilità diverse a Mola di Bari. Anche qui abbiamo aspettato un anno, intanto il capannone che ci serviva è in costruzione».

L' investimento, per dire, supera i 10 milioni di euro, l' area interessata è di 14mila metri quadrati. «Non si può», scuote la testa Pertosa che certo non si ferma davanti al no di un Comune per una licenza edilizia. Concorrenza spietata, planetaria. «Nelle nostre aziende lavorano 700 dipendenti, la metà è fatta di ingegneri», osserva. Nulla, insomma, è impossibile. La stessa storia che li ha portati su Curiosity: hanno impiegato più di 5 anni per realizzare il microchip, ce ne sono voluti due per adeguarlo alle esigenze della Nato. La forza della Sitael è stata quella di prendere componenti non progettati per lo spazio e renderli disponibili all' ambiente extraterrestre. Innovazione e ricerca, quindi. « - osserva Pertosa - ma è difficile farla quando per fare qualcosa di imprenditoriale ci vogliono 14 autorizzazioni».

E gli sportelli unici? Nemmeno risponde, Pertosa che ne ha anche per la Regione: «Non ci può essere un solo dirigente responsabile per le conferenze di servizio che si fanno in tutta la Puglia, è un collo di bottiglia insopportabile». Eppure la Regione punta molto sull' internazionalizzazione delle aziende, sfida il governo Monti che non vuole che si immettano risorse pubbliche nel sistema imprenditoriale se si vuole raggiungere l' obiettivo della crescita. Gli incentivi non mancano, un errore? «No, gli incentivi servono soprattutto se non servono per fare capannoni e si investono sulla ricerca. Penso che Monti, invece, si riferisse ai soldi della 488 che si davano alle imprese solo se aumentavano direttamente i posti di lavoro».

[PIERO RICCI - 14 settembre 2012 ]

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Va segnalato che il gruppo Mermec, e l'azienda Sitael, di cui all’intervista di Pertosa a Repubblica del settembre 2012 è lo stesso con la quale il Comune di Modugno (Sindaco, Magrone) prese contatti e li sviluppò in ripetuti incontri e sopralluoghi nel 2013 proseguendoli nel 2014, quando, cioè, la crisi della OM era ormai esplosiva. In questo contesto, la proposta del Sindaco di rilevare gratuitamente il “capannone OM”, per cederlo in comodato d’uso gratuito ad un’impresa che desse garanzie idonee per il mantenimento della manodopera e fosse portatrice di un progetto industriale adeguato, fu formulata e partecipata dal Sindaco di Modugno alla Regione Puglia, naturalmente con il consenso dell’azienda che aveva giudicato l’insediamento OM della zona industriale di Modugno idoneo per la sua attività. Si giunse fino alla rilevazione di due problemi che avrebbero dovuto essere risolti dalla stessa impresa: la necessità di una pista di decollo per i piccoli aerei prodotti e l’eliminazione di un elettrodotto che avrebbe impedito il decollo.

La proposta di Magrone, condivisa dall’azienda, fu partecipata all’Assessore al lavoro della Regione Caroli e al Presidente dell’Area industriale Martinelli dai quali, però, non giunse al Sindaco alcun cenno di risposta. Fino a luglio 2014, quando l’Assessore Caroli, accompagnato dal legale rappresentante di un’altra azienda (la piemontese Metec) si recò dal Sindaco al Comune di Modugno per confermare la condivisione della proposta di Magrone [su questo incontro, vedi appresso su questa rivista l’articolo “chi difende i lavoratori Om?].

Della azienda pugliese interessata non si parlò più; della vicenda Om si apprese dalla stampa che l’azienda individuata da Regione e Ministero era la Metec. Poco dopo, da notizie di stampa si apprese ancora che la Metec investiva altrove e abbandonava al suo destino la Om e i suoi lavoratori.

Si è appreso il 13 marzo che Comune di Modugno (Commissario Ruffo, Prefetto Nunziante, Sindaco di Bari De Caro, Presidente della Regione Vendola) hanno sottoscritto un protocollo di intesa che prevede la cessione del “capannone” al Comune di Modugno. Su questo, al prossimo articolo. I lavoratori ne sanno quanto noi; cioè, sui possibili sviluppi della vicenda, attendiamo che ci sia finalmente una svolta. Insomma, a chi andrà lo stabilimento Om?

Morale della favola. Secondo Pertosa. E secondo noi:

«Per noi era logico ampliare lo stabilimento di Modugno e infatti abbiamo avviato le pratiche per costruire dei nuovi capannoni. Abbiamo aspettato tre anni ma non si possono aspettare tre anni per avere una licenza edilizia da un' amministrazione comunale, non sono tempi che un' impresa che deve affrontare una concorrenza agguerrita si può permettere. Abbiamo rinunciato a Modugno dove i tempi sono diventati incredibilmente lenti e per fortuna abbiamo trovato sensibilità diverse a Mola di Bari. Anche qui abbiamo aspettato un anno, intanto il capannone che ci serviva è in costruzione».”

Sudcritica.

Ultimo aggiornamento Mercoledì 18 Marzo 2015 12:32
 
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