CICLISMO. LA MILANO-SANREMO VALE UNA CARRIERA Stampa
Scritto da Redazione   
Domenica 20 Marzo 2011 20:34

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I NOMI E I NUMERI DI UNA LEGGENDA

 di Michele Silvestri

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È la prima corsa importante della stagione: se vinci sei già a posto per tutto l’anno, anzi hai quasi sistemato tutta la carriera”: così il ciclista spagnolo Oscar Freire alla vigilia della 102ma edizione della Milano-Sanremo. Il 35enne corridore della Rabobank, già 3 volte vincitore della prima grande classica della stagione ciclistica, per quest’anno non ce l’ha fatta ad eguagliare Bartali e Zabel in quanto a presenze nell’albo d’oro: l’edizione 2011 della Milano-Sanremo se l’è aggiudicata infatti l’australiano Matthew Goss, precedendo allo sprint lo svizzero Cancellara ed il belga Gilbert, altri due favoriti della vigilia.
Il favorito numero uno, però, era il norvegese campione del mondo in carica Thor Hushovd, ed anche gli altri numeri parevano dalla sua parte: dei soli 4 vincitori della Sanremo con la maglia iridata - Alfredo Binda nel 1931, Eddy Merckx nel 1972 e 1975, Felice Gimondi nel 1974 e Giuseppe Saronni nel 1983 - l’ultimo, Saronni appunto, vinse proprio nel giorno 19 marzo; inoltre al norvegese con residenza a Montecarlo, prima della partenza avevano assegnato la stanza d’albergo numero 111. Scaramanzie inefficaci: Hushovd (come pure Freire) ricorderà il 19 marzo 2011 più per la caduta in gara che per la gara stessa.

E gli italiani? Giù dal podio: quarto Ballan, quinto Pozzato (l’ultimo azzurro a vincere la Milano-Sanremo nel 2006), sesto Scarponi, ottavo Nibali. Dunque la 102ma edizione della Milano-Sanremo è stata vinta, per la prima volta nella storia del ciclismo, da un australiano.
Ma perché si scomoda la storia? Perché si parla di “Classicissima”? Intanto perché i 298 km di gara ne fanno la più lunga dell’anno; tradizionalmente apre la stagione del ciclismo a cinque stelle; e poi perché la particolare conformazione altimetrica del percorso offre possibilità di vittoria a tutti gli specialisti: può vincerla il velocista, il passista, l’attaccante o lo scalatore con la sola condizione che si tratti di un campione. A questo proposito e per restare in tema di “classiche”, Freire ha commentato: “Alla Liegi se hai le gambe e fai un errore puoi rimediare. Qui no: nella Sanremo non conta solo la forma, ma anche l’esperienza”. Del resto, l’albo d’oro parla da solo: Eddy Merckx ha il record di vittorie alla Sanremo, 7 in 10 partecipazioni, seguito da Costante Girardengo con 6; Gino Bartali ed Erik Zabel 4; Fausto Coppi, Roger De Vlaeminck e Oscar Freire 3. Il più giovane vincitore è stato Ugo Agostoni (20 anni e 252 giorni) nel 1914, il meno giovane Andrei Tchmil (36 anni e 57 giorni) nel 1999.

Purtroppo la storia recente del ciclismo è stata macchiata da diversi episodi di doping fra i protagonisti, casi accertati o fortemente sospettati; neppure la classicissima ne è esente. Il 30enne tedesco Patrick Sinkewitz è stato fermato dall’Uci (Unione Ciclistica Internazionale, ndr) per positività all’ormone della crescita dopo un test del 27 febbraio scorso al Gran Premio di Lugano. Già squalificato nel 2007 per un anno, dopo la positività al testosterone durante il Tour de France, Sinkewitz rischia la squalifica a vita. Patrick Sinkewitz avrebbe dovuto correre la Milano-Sanremo del 2011; al suo posto, la squadra Farnese-Neri ha schierato Diego Caccia.
Nel 1907 la prima edizione della Milano-Sanremo fu vinta da Lucien Petit Breton (pseudonimo del francese Mazan); dei 62 iscritti, soltanto 33 si presentarono al via a Milano: e - altri tempi! – quelli che non si presentarono non lo fecero certamente per impedimenti da squalifiche causa doping.

 

 

 
Ultimo aggiornamento Domenica 20 Marzo 2011 21:23
 
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