GIRO D'ITALIA - Senza Wouter Stampa
Scritto da Redazione   
Lunedì 09 Maggio 2011 23:28

wOUTER

[foto da Wikipedia]

di Fabio Traversa

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Destino, tragica fatalità, cattiva sorte. A volte si accusano i giornalisti di ricorrere alle “solite parole di circostanza” per descrivere determinati fatti dal forte impatto emotivo. È accaduto anche questa volta in occasione della morte di un giovane ciclista belga, Wouter Weylandt, al Giro d’Italia. Ma quei termini sono quanto mai appropriati vista l’impressionante serie di coincidenze, date, eventi che sono stati rivelati nelle ore immediatamente successive al decesso.

Weylandt aveva vinto la terza tappa del Giro 2010 e ha perso la vita durante la terza tappa del Giro 2011. Non avrebbe neanche dovuto essere tra i partecipanti: era stato chiamato all'ultimo momento in sostituzione di Daniele Bennati, il compagno di squadra che si era rotto la clavicola in una corsa in Svizzera. Aveva, inoltre, annunciato a marzo che sarebbe diventato padre per la prima volta a settembre: lo stesso mese in cui avrebbe compiuto 27 anni.

 

Ma chi si è sintonizzato lunedì 9 maggio su Rai3 o Eurosport ha assistito a una diretta drammatica. Alle 16.20, nella tappa che da Reggio Emilia porta a Rapallo, c’è una brutta caduta in discesa. Un corridore sembra a terra svenuto. È assistito dai medici. Le immagini lo mostrano privo di sensi, circondato dal sangue, che si sparge rapidamente sull’asfalto, mentre i medici provano a rianimarlo. L'elicottero del soccorso sorvola il luogo dell'incidente. Ma non riesce ad atterrare. Il ciclista è ancora disteso a terra, nel frattempo arrivano altri macchinari per la rianimazione. A tratti continua ad essere praticato il massaggio cardiaco. Quindi l’annuncio dato dopo che la giovane moglie, che stava guidando, è stata avvisata: Weylandt è praticamente morto sul colpo per il terribile trauma cranico e facciale in seguito a un volo di 20 metri lungo la discesa Passo del Bocco, a 25 chilometri dal traguardo. I sanitari hanno provato di tutto ma si erano accorti subito che la situazione era disperata. I telecronisti si limitano in maniera sobria e in preda alla commozione a dare notizie di servizio (tra cui l’“inutile” vincitore) e interrompono il collegamento alle 17.30 quando le parole pesano più di un macigno. Il cerimoniale dei festeggiamenti viene annullato. È la quarta morte di un ciclista nella storia del Giro. È l’ennesimo giorno di dolore per uno sport che ha vissuto tanti momenti difficili tra doping e suicidi eccellenti e che deve ripartire ancora una volta. Senza Wouter.

Ultimo aggiornamento Giovedì 26 Maggio 2011 20:26
 
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