QUESTIONE DEMOCRATICA. IL CASO MODUGNO – 1 - Stampa
Scritto da Redazione   
Domenica 03 Luglio 2011 22:22

Democrazia cilena

di Mino Magrone

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Una cosa è certa: nessuno a Modugno freme emozionato in attesa del 4 luglio prossimo, giorno nel quale i 24 consiglieri eletti nel maggio scorso si riuniranno in Consiglio Comunale. Semmai la domanda più ricorrente è quella riguardante  la durata di questa Giunta e di questo Consiglio. Per ora, l’unica certezza dei modugnesi è che il partito unico, Gatti-Vasile-Bellomo-Liberio è lo stesso identico padrone del paese, che da oltre 10 anni è al potere.  Sì, è proprio una “cricca” ed  una  “casta”, perché, a parte le inchieste della Magistratura, soltanto poco più del 40% degli elettori aventi diritto ha votato al ballottaggio, dal quale è uscito vincitore Gatti.  E’ un fatto che non si è mai verificato a Modugno e lunedì 4 luglio, quando i magnifici 24 più il neosindaco, si guarderanno in faccia, e avvertiranno che anche esteticamente (lasciamo stare la sostanza) la minoranza  e l’opposizione non esistono, che faranno?  che diranno?  Non faranno e non diranno nulla! Sono abituati da oltre dieci anni a discutere delle cose che interessano il  “partito unico” in sedi più riservate di quanto certamente non può essere il Consiglio Comunale, al quale è invece riservato lo spettacolo deprimente dell’alzata di mano. Questa volta però la maggioranza è ancora più corposa, è quasi totalitaria.

Come si sa la coalizione vincitrice delle elezioni è premiata. Le si “regala” il “premio di  maggioranza“ per cui in Consiglio raggiunge, al di la della sua propria forza elettorale, il 60% dei consiglieri (nel caso di Modugno sarebbero dovuti essere 14 più il sindaco). Alla minoranza sarebbero dovuti spettare 10 consiglieri. Ma a Modugno così non è; il partito unico ha deciso che alla maggioranza vadano 18 consiglieri più il sindaco e alla minoranza soltanto 6 consiglieri. Ma com’è possibile questa “truffa politica” consumata alla luce del sole e senza ritegno e vergogna? Le vie del partito unico sono miracolose! Gatti-Liberio e Bellomo-Longo raggiunsero un accordo formale (tanto di documento scritto e pubblicizzato) prima del ballottaggio (però non si apparentarono come per legge e secondo logica e morale sarebbe dovuto essere) per cui i 4 consiglieri della corrente del partito facente capo a Bellomo-Longo anche formalmente sono di maggioranza e la finta minoranza scende da 10 a 6 consiglieri. Tanto che fa!?  Nel Consiglio “dell’armonia” una opposizione anche numericamente forte non serve ma pregiudica la “governabilità” e la speditezza delle “approvazioni”. Ecco, questa è la realizzazione di una perfetta illegalità costituzionale.

Ma sono in molti a chiedere: e Magrone? E i suoi quasi 3000  voti? Che fine hanno fatto? Nicola Magrone era l’unico candidato di vera opposizione; come mai il 4 luglio non sarà presente in Consiglio Comunale? Non sarà presente perché il partito unico è una cosa terribilmente seria e preoccupante. Non scherza, agisce secondo logica (la sua logica) e secondo i suoi interessi per quanto riprovevoli e brutali. Ecco, quel famigerato accordo (senza apparentamento legale) tra Gatti e Bellomo ha prodotto non soltanto l’eliminazione anche formale della minoranza ma è stato causa voluta e determinante dell’eliminazione di Magrone al posto del quale è entrato in consiglio il sig. (sotto ogni aspetto) Bellomo come minoranza per sedere ed essere, però, nella maggioranza. Tutta l’operazione ha fruttato alla maggioranza il “regalo” di ben 4 consiglieri (da 14 a 18) e l’eliminazione di Magrone, cioè di una persona che per la sua competenza e moralità non sarebbe stata pane per i loro denti e alimento commestibile per i  loro voraci stomaci. Così il 4 luglio si presenteranno i 25 stupefacenti: con un marchio d’infamia, quello del sopruso che indica a tutti il luogo certo, riconoscibile e vero nel quale non esiste il benché minimo segno di vita della tanto sbandierata  legalità democratica.

Ultimo aggiornamento Domenica 03 Luglio 2011 22:26
 
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