=UN MOMENTO STORICO PER MODUGNO= Stampa
Scritto da Redazione   
Martedì 04 Giugno 2013 18:07

Taccuino elettorale 7. Il passato sia veramente passato. di Giorgio Tarquini

C’è un tempo per ogni cosa - recita la saggezza biblica - e forse per Modugno è finalmente giunto il tempo del buon governo, della buona amministrazione. La positiva reattivitàmagrone_don_tonino mostrata  dall’elettorato in occasione delle elezioni del 26-27 maggio scorso, indica che una parte significativa di questo paese vuole riprendersi il gusto della libertà di scegliere, senza calcoli, senza interessi personali ma comuni, senza imposizioni, senza più deleghe in bianco a nessuno. Il segno della discontinuità prelude al cambiamento, tanto auspicato, necessario, non più procrastinabile, pena l’affossamento definitivo di Modugno. Proviamo ad immaginare, con timore, una nuova legislatura nel solco del passato - del pesante, ultradecennale passato - con un consiglio comunale assente, una giunta distratta, un sindaco indisponibile, amministratori lontani ed insensibili alle esigenze reali del paese, chiusi nel loro palazzo, affaccendati in faccende non condivise, non utili se non per se stessi, non pubbliche, non generali: sarebbe letale per il paese, che già versa in condizioni assai penose su troppi versanti. Al riguardo, le diagnosi sullo stato di salute di Modugno non sono mancate durante questa campagna elettorale, atipica, afasica - senza comunicazione diretta -,  ed insieme ad esse i programmi, spesso proclami, le promesse, tante, copiose, incalzanti,  generose. Faremo questo, faremo quest’altro e ancora di più, faremo tutto: ‘venghino.. signori.. venghino..’, come nelle vecchie fiere, con gli imbonitori dalle voci rauche e i toni suadenti quasi ipnotici, con i microfoni legati davanti alla bocca, che offrono tutto al prezzo di niente. Chissà se c’è ancora qualcuno che ci crede? O forse è tutto un gioco delle parti, un po’ osceno. Ma questo è il passato bellezza, e speriamo che sia veramente passato.

 

E’  insopportabile, infatti, sentire ancora quei discorsi agli angoli delle strade, dove invariabilmente c’è qualcuno che la sa lunga, che sa i fatti, e conciona i due o tre malcapitati che non riescono a divincolarsi, costretti come sono a sentire la solita vecchia, sciocca, tiritera… “sono tutti uguali.. tutti rubano..chi va lì ruba..pensa agli affari suoi.. agli amici suoi.. tutti ladri.. tutti disonesti”.

No, non siamo tutti uguali. Per fortuna non siamo tutti uguali.

Dall’inerzia, dalla rassegnazione, dall’indifferenza, nasce il qualunquismo, la demagogia che sono la negazione stessa della democrazia partecipata e diretta, caratteristica della vita comunale. Dalla legalità il bene comune.

L’occasione è a portata di mano, basta solo coglierla e non è mai stata così vicina. [g.t.]

 

 

Ultimo aggiornamento Martedì 04 Giugno 2013 21:35
 
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