=LE PAROLE E LA PIAZZA= Stampa
Scritto da Redazione   
Domenica 16 Giugno 2013 22:58

di Francesca Di Ciaula

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Da qui posso guardare tutta la piazza. Sotto questa cortina di merletti di lampadine messi apposta per l'ennesima festa di paese, si è raccolta tanta gente. In tanti sono venuti ad ascoltare il neo sindaco. Lo sanno che qualcosa di nuovo sta accadendo in questo paese, ma vogliono ascoltare parole nuove che raccontino storie vere, quelle di chi il lavoro va bene e quelli che il lavoro vedono accerchiato da maglie fitte di conoscenze e muri di formalità burocratiche, quelli che ancora stanno a aspettare e sperano e quelli che hanno deciso di affacciarsi alle porte degli uffici perchè sprovvisti del mediatore di turno cui affidarsi, perchè qui così si usa. E poi ci sono quelli che “è meglio uscire, andare via da questo paese”.
Sono qui in questa piazza e sono contenta per la prima volta davvero di esserci. C'è stato un tempo in cui ho coltivato il sogno di mettere chilometri tra me e questo paese e guardarlo da lontano e sentirmi finalmente libera da sguardi corti, accidie e rancori. Storie di ogni paese, soprattutto quando le piazze diventano deserte, quando non si ha più nulla da raccontare, tranne il “si dice”, pettegolezzi o malignità. Storie di tutti i paesi, dove la gente diventa sempre più sola, specialmente i più deboli, anziani, disabili e disadattati, quelli che scompaiono tra la gente, invisibili tra invisibili. Così ci si abitua, così si vive in paesi come questo, respirando aria malefica per la mente, che immobilizza i pensieri e le azioni. Difficile, quasi impossibile, formulare a cielo aperto progetti ed idee nuove ad di fuori dalle cerchie necessarie di conoscenza e aiuto. Muoiono nelle teste prima ancora di essere formulati con poche parole.

Il paese, dov'è il paese? Fino a poco tempo fa era confinato in un angolo della mia mente, il paese era pensato al passato. Era il paese ancora fatto di campi tra strade e palazzine, era il paese con ragazzi e più gente per le strade, era già un paese ansioso di modernità e cambiamento, poi fu il paese dove l'unico gesto sano era fuggire.
 
Sono qui ad occupare questa piazza tra la gente per aver pensato e cercato una storia diversa per questo paese. Oggi sto qui a sentire questo sindaco appena eletto, che fa appello a tutti i cittadini, alle forze che sono in loro, a sentirsi parte di questa nuova amministrazione, piuttosto che passivi fruitori di atti e decisioni mai chiare. Un sindaco che fa promesse mai udite: dar regolarmente di conto alla gente dell'attività dell'amministrare.

Son qui in questa piazza e mi sento meno estranea a questo paese, meno lontana da tutti e penso che posso osare un atto di fiducia: che questo possa essere un paese dove è possibile restare con il cuore e con la mente.
Francesca di Ciaula .

Ultimo aggiornamento Mercoledì 19 Giugno 2013 14:58
 
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