ESAME DI MATURITA’. Tema d’italiano. Warhol spopola? Forse… ma vediamo perché. Stampa
Scritto da Redazione   
Giovedì 30 Giugno 2011 22:32

di Tony Tundo
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La tipologia D della prima prova d’esame, prendendo spunto dalla frase di Warhol, chiedeva l’analisi sociologica del più diffuso fenomeno contemporaneo, la smania di notorietà. La sociologia - come sappiamo - tende alla generalizzazione, azzera il dettaglio per far emergere categorie universali; è un percorso, a mio parere, rischioso e, spesso, discutibile, ma questo è. Lo studente salta questo tipo di approccio scientifico nella sua analisi, perché non lo conosce, salta un’indagine anche veloce sulle ragioni storiche, economiche, culturali dei comportamenti per dare una sua valutazione generica. Messa, perciò, nelle sue mani la generalizzazione diventa banalizzazione; succede con quella massa di opinionisti che si inventano psicologi e sociologi, ultimo prodotto mediatico, non dovrebbe succedere coi giovani candidati all’Esame di Stato, preoccupati di essere apprezzati da adulti che devono valutare il tema scritto? Questa è una generazione di giovani, sempre generalizzando, omologati e omologabili, non sono ribelli né critici né coraggiosi (se li giudichiamo dagli abiti che indossano e da certi comportamenti ci sembrano trasgressivi, sono invece come li vuole il loro gruppo, perché così si usa). E io dico, parafrasando U.Saba: "I padri sono gli assassini".

Poco più del 50% ha dunque svolto la traccia sull’”effimero” e io ho letto e corretto i temi; avrei voluto scannerizzare due campioni: il tema migliore (buono il lessico, la sintassi…) e quello peggiore (errori ortografici, linguistici, sintattici…) ma naturalmente non si può fare, peccato… sarebbe bastato a sostenere le mie osservazioni e soddisfare le curiosità che esse hanno sollecitato. Tutti hanno condannato la crisi dei valori, il desiderio di denaro facile, i modelli estetici imperanti; e che non farebbero per un rolex, per una moto...Insomma, come da previsione.
Una buona parte ha scelto di lavorare sulle altre proposte, decisamente impegnative: leggere i documenti, cogliere analogie, differenze, farsi un’idea personale e motivarla facendo riferimento a esperienze vissute, studi, libri, films. Stiamo parlando di politica (Destra e Sinistra, roba da fini politologi), di scienza, di economia, e anche dei sentimenti che più conosciamo e meno sappiamo raccontare: l’amore, l’odio, la passione nelle parole dei poeti, nei pennelli degli artisti. Hanno veramente lavorato, montando e smontando le testimonianze, appropriandosene per creare un prodotto personale. Per me questo è fare un tema. Significa che io condanno – e penalizzo - gli studenti che hanno scelto la via facile? No, assolutamente no. Osservo!

 
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