=MA IL SINDACATO VETERINARI E' UN ESSERE SENZIENTE?= Stampa
Scritto da Redazione   
Venerdì 12 Agosto 2011 13:06

 Ecco perché i maiali italiani

bisogna aiutarli a scapparsene in Europa 

suini

di pecora nera
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 Gli animali, secondo me, non dovrebbero piu' essere mangiati dagli umani, ma non tutti gli umani riescono a smettere. I veterinari, secondo me, sono preposti al benessere degli animali, anche di quegli animali che vengono mangiati dagli umani. D’altro canto non lo penso solo io, visto che nell’art.1 del nuovo Codice deontologico approvato nel giugno 2011 dal Consiglio nazionale della Federazione nazionale ordini veterinari italiani (Fnovi) si cita per ben due volte il “benessere” degli animali  

[“Art. 1 – Medico Veterinario – Il Medico Veterinario svolge la propria attività professionale al servizio della collettività e a tutela della salute degli animali e dell’uomo. In particolare, dedica la sua opera: alla protezione dell'uomo dai pericoli e danni a lui derivanti dall'ambiente in cui vivono gli animali, dalle malattie degli animali e dal consumo delle derrate o altri prodotti di origine animale; alla prevenzione, alla diagnosi e alla cura delle malattie degli animali e al loro benessere; […] alla promozione del rispetto degli animali e del loro benessere in quanto esseri senzienti; […]”)].

Federfauna, invece, propaganda, agosto 2011, un illuminante intervento del veterinario Riccardo Alberto Madonna, componente della segreteria nazionale del Sindacato Italiano Veterinari Liberi Professionisti (Sivalp).

Madonna pone un problema: “sarebbe opportuno avanzare la richiesta di deroga per le nostre produzioni Dop” di prosciutti, dal momento che al primo gennaio 2018 per decisione europea deve necessariamente cessare la castrazione chirurgica dei suini. Castrazione che oggi si pratica perché per mangiare i prosciutti e le carni suine il consumatore, sempre ‘sovrano’, ha bisogno di non sentire l’odore del verro, di non sentire cioè il sapore particolare che danno alle carni gli ormoni maschili in circolo: come a dire che, per mangiare un maiale, ‘l’utilizzatore finale’ ha bisogno di non sentire l’odore del maiale... dunque potrebbe, invece di un maiale, mangiare un cocomero. Ma ‘l’utilizzatore finale’ mangia invece il maiale (senza odore e sapore di maiale), e per questo i suini vengono castrati. Come, oggi, in Italia i suini vengono castrati? La legge italiana prevede la possibilità di castrare senza anestesia i piccoli suini, quelli al di sotto di una settimana di età (DL 146 del 26/03/2001 e DL 56/04). Senza anestesia, semplicemente, prendendo un paio di forbici e tagliando i testicoli. 

[Altrove in Europa, secondo dati diffusi durante il consiglio nazionale della Fnovi del novembre 2010, la situazione è ben diversa: in Irlanda: 100% maschi non castrati; Regno Unito: 98% maschi non castrati; Spagna: 70% maschi non castrati; Portogallo: 90% maschi non castrati; Cipro: 60% maschi non castrati; Olanda: dal 2009, divieto di castrazione senza anestesia; obiettivo: dal 2015 divieto di castrazione; Norvegia: dal 2002 atto medico veterinario con obbligo di anestesia generale, dal 2009 la castrazione è bandita; Svizzera: obbligo di anestetico/analgesico; dal 2015 divieto di castrazione)].

Dunque, in Italia, il dott. Madonna si duole della decisione dell’Europa: “Verranno adottate - egli scrive per Federfauna - soluzioni diverse, ancora in divenire: sedazione dei soggetti, analgesia locale,  impiego di presidi farmacologici. L'Europa ha deciso che il benessere animale è fondante anche nelle produzioni zootecniche (nelle varie commissioni ci sono rappresentanze di Ong animaliste), ed in nome di questo vengono date delle direttive sicuramente opinabili”.

Opinabili?

Sì, secondo Madonna, ed ecco perché:  “La sedazione generale dei soggetti e' inapplicabile nelle strutture di allevamento degli animali; per l'analgesia locale non esistono al momento presidi autorizzati; per pura combinazione esiste un fattore anti-GnRH che blocca lo sviluppo dei testicoli, incidendo sul bilancio dell'allevatore italiano  per una cifra pari a 5 euro (contro i ca 0,15 euro della castrazione chirurgica odierna)”. Detto per inciso, quanto l’Ue chiede si attui è proprio quello che, secondo Madonna, esiste “per pura combinazione”: un vaccino che induce l’immunocastrazione.

La conclusione, per il rappresentante del Sivalp, è che sarebbe meglio che, per le produzioni italiane di origine protetta (Dop), si chieda alla Ue una “deroga”: continuiamo, noi soli, cioè, per i nostri famosi “prosciuttini” a tagliare testicoli, magari per i maialini (quelli con meno di una settimana) ancora senza anestesia.

Madonna però non è il solo veterinario a preoccuparsi di altro che del “benessere” degli animali. La sua posizione pare pienamente condivisa dai suoi colleghi che già da un paio di anni tentano – a quanto si può desumere dai comportamenti della Federazione nazionale ordini veterinari italiani (Fnovi) - di contrastare l’orientamento Ue.

La posizione dell’Unione Europea contro la castrazione chirurgica dei suini risale infatti già ad un paio di anni fa. Un documento (position paper) della Federazione veterinari europei (Fve) che tendeva alla progressiva dismissione della castrazione fisica nei maialini (quella praticata senza anestesia) era stato approvato dall’Assemblea Fve nel novembre 2009, con l’astensione della delegazione italiana (costituita appunto da rappresentanti della Fnovi). L’Unione europea è andata avanti e di recente la Commissione Europea ha affrettato i tempi rispetto al ‘position paper’ per mettere definitivamente al bando la castrazione chirurgica dei suini. Il 25 febbraio 2011, infatti, ha chiesto l’adozione da parte degli Stati membri della Dichiarazione sulle alternative alla castrazione chirurgica dei suini, affinché essi si impegnino a sviluppare gli strumenti necessari per chiudere definitivamente con la castrazione chirurgica dei suini entro il primo gennaio 2018. L’adozione della Dichiarazione impegna gli Stati a dare un segnale immediato: l’adozione di un provvedimento che preveda che già a partire dal primo gennaio 2012 la castrazione chirurgica dei suini venga compiuta con la somministrazione prolungata di analgesici e/o anestesia.


Ebbene, ancora dopo queste esortazioni Ue,
la Fnovi – riferisce nel giugno 2011 il suo organo ufficiale, il mensile ‘30giorni’ – ha presentato alla Fve la sua proposta: Una deroga per la sopravvivenza della suinicoltura italiana. Lo scopo? “Far convivere fattibilità, benessere animale, costi, ruolo del veterinario e mantenimento delle tipicità dei prodotti italiani”. Qual è la proposta? “Castrazione chirurgica – è scritto sull’organo della Fnovi - come esclusiva ‘attività veterinaria’ vera e propria e/o supervisione alle operazioni eseguite da laici. La proposta della Fnovi prevede anche l’utilizzo di uno spray freddo nella pre-incisione scrotale dei suinetti sottoscrofa come anestetico locale e l’obbligo di analgesia pre-operatoria sia nei suinetti sottoscrofa che nei soggetti più pesanti”.

Chissà quanto benessere trae il suinetto dallo spray freddo e dal fatto che un veterinario ‘supervede’ il taglio dei suoi testicoli… Chiunque converrà che ne trarrebbe certo di più se le parti fossero invertite…

La pecora nera

pecora_nera

Ultimo aggiornamento Sabato 13 Agosto 2011 20:46
 
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