=AIFA CSS ISS. DISCUTONO. E POI C'E' LA SANITA'= Stampa
Scritto da Redazione   
Giovedì 12 Gennaio 2012 13:58

Alla larga dalla sanità nelle mani dei politici:

non stanno discutendo di noi.

 

sanitdi Tony Tundo

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Attorno al capezzale dello Stato, occupati a salvarne il capitale con le nostre lacrime e il nostro sangue, corriamo il rischio di fare poca attenzione all’unico capitale che conta veramente, quello umano.

La nostra società si sta disgregando, lo sappiamo, lo accettiamo (è perfino terribilmente demodé parlare di valori); è venuta meno la fiducia nella politica, inutile ribadirlo: è un dato anche statisticamente provato; ma cala anche la fiducia nelle istituzioni di garanzia pubblica, nei servizi sociali fondamentali. Occupiamoci di più, per esempio, della gravissima crisi del servizio sanitario nazionale che cresce parallelamente alle patologie, soprattutto quelle tumorali. Gli studi avviati dalla Commissione parlamentare per gli errori della sanità hanno prodotto questi dati: in Italia si rileva un caso di malasanità ogni due giorni. D’altra parte che ci si può aspettare se la sanità è nelle mani di politici, affaristi e faccendieri? Le eccellenze ci sono certamente ma hanno – spesso e inspiegabilmente - percorsi carsici; non è probabilmente un caso che su un importante social network sia nato un gruppo che segnala medici e strutture affidabili. Il fai da te anche in quest’ambito; che funzioni? Dovremmo avere più informazione, più strutture, più competenze, dovremmo credere nei nostri cervelli, siamo invece capaci di lasciarci scippare professionisti di provata competenza; addirittura kafkiana – come è stata opportunamente definita – l’odissea giudiziaria di quell’eccellente specialista in microchirurgia ricostruttiva della mano, il dott. Lanzetta, per la solita storia tutta italiana di concorsi pilotati; siamo capaci di chiudere strutture efficientissime; siamo tolleranti, se non omertosi, quando sappiamo benissimo che dietro a forniture di dispositivi medici si cela frode e denaro, vile denaro. Lo sappiamo bene noi pugliesi, non del tutto tranquillizzati da chi esclude che del disordine del nostro servizio sanitario sia responsabile una cupola politico-mafiosa, a noi interessa avere quei servizi che paghiamo. Né ci piace che Leoluca Orlando che presiede la Commissione parlamentare, sentito sugli obiettivi e le risultanze dell’inchiesta sulle inefficienze della sanità nazionale, abbia dichiarato, tra l’altro, che “gli operatori sanitari sono stati più volte invitati a rivendicare l’esigenza di essere posti nelle migliori condizioni di operare". Noi pensiamo che molti medici abbiano le mani legate. Ma andiamo…, la gestione del sistema sanitario risponde a logiche corporative, l’inclusione e l’esclusione dei medici nelle strutture ospedaliere sono pedine in un sistema di scambio tra conflitto d’interessi e spartizione fra i partiti di manager della sanità, di posti letto, di primari. E le commissioni? Come sono pensate e strutturate? Che ruolo hanno? E’ troppo sospettare che i membri siano proposti dagli stessi controllati? Per chi si contenta della certezza che corruzione e speculazione sulla salute dei malati è un mal comune arriva il clamore dello scandalo delle protesi mammarie in Francia; breve e illusoria  certezza: le PipPoly implants prothesis – sono state vendute anche in Italia (più di 4.000). Il Ministero – regola prima: controllare il panico - rassicura: non esistono prove di maggior rischio di cancerogenicità (maggiore? E dunque il rischio c’è!). Intanto due pazienti impiantate sono decedute; intanto per ragioni di privacy non esiste un registro nazionale delle protesi e le cliniche private non sono tenute a dar conto – questo  leggo, e inorridisco - dei dettagli relativi a pazienti e a patologie curate. Difficile rassicurare chi ha subìto l’impianto delle protesi incriminate, di cui è stato, questo sì,  impedito il commercio nel marzo del 2010, ma non sembra affatto effettuabile la tracciabilità perché in Francia sarebbero state impiantate 30.000 protesi, in gran Bretagna oltre 40.000, quante in paesi terzi? E allora, occorre un’altra Commissione, una importante: la Super commissione UE.

E non basta questa brutta storia.  C’è stata nei primi mesi del 2011 perfino una paradossale polemica relativa agli emoderivati (l’ hanno chiamata la guerra del sangue): quello prelevato dai donatori non sarebbe (stato) controllato per escludere la presenza di tutti i virus trasmissibili col sangue. Questo il sospetto  dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa),  che ne voleva il sequestro. L'Istituto superiore di Sanità (ISS) sosteneva, al contrario, che il sequestro  avrebbe provocato danni alla salute dei malati privati di un presidio fondamentale nella terapia.  Uno scontro di lobbyes, Aifa e ISS. Chi ha il compito di risolvere questo tipo di scontro? lI Ministero della Salute attraverso il CSS (Consiglio superiore di Sanità, presieduto, però, dallo stesso  Enrico Garaci, anche presidente dell’ISS). No comment! Com’è finita questa storia? Messa a tacere, va bene, ma come è finita? E’ dato sapere quale delle parti avesse ragione? I fatti che conosciamo dalle cronache sono veramente scoraggianti: ci sono anche le dosi – letali! - di chemioterapico dieci volte maggiori di quelle che chiede il protocollo; colpa di un errore materiale, uno 0 (zero) di troppo sulla cartella clinica della giovane donna deceduta nel policlinico di Palermo.  E poi ci sono i rischi nelle protesi ortodontiche al titanio, non biologicamente inerte, perciò tossico. E poi, e poi… Non finisce certo qui; non solo: fra un po’ non se ne parlerà più e: Tanto rumore per niente! Ma la sanità?

Ultimo aggiornamento Sabato 28 Gennaio 2012 23:08
 
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