=L’EUROPA DEI PADRONI= Stampa
Scritto da Redazione   
Sabato 28 Gennaio 2012 12:51

precari

 

 

Undici anni di precariato

per sostituire un fantasma.
Per la Corte europea di giustizia si può fare

 

 

 

Leggo una sconcertante (a dir poco) notizia dell’Ansa; questa:

 

 

SI' A CONTRATTI A TEMPO PER SOSTITUZIONI
ANCHE SE L'ESIGENZA DIVENTA PERMANENTE, DICE CORTE GIUSTIZIA UE
BRUXELLES

(ANSA) - BRUXELLES, 26 GEN - "Il rinnovo di contratti di lavoro a tempo determinato può essere giustificato dall'esigenza di sostituzione anche se tale esigenza risulta ricorrente, se non addirittura permanente". Lo ha deciso la Corte di giustizia della Ue, nel pronunciarsi, oggi a Lussemburgo, sul caso di una tedesca, che ha lavorato per undici anni, con tredici contratti a tempo determinato, come dipendente presso il il Land Nordrhein-Westfalen, in qualità di assistente alla cancelleria. I contratti sono stati conclusi per sostituire impiegati a tempo indeterminato che avevano preso un congedo temporaneo (come quello parentale ad esempio). L'impiegata si è rivolta al Tribunale tedesco per far valere il principio che un totale di tredici contratti di lavoro a tempo determinato conclusi in successione e senza interruzione per un periodo di undici anni non potrebbe in alcun caso corrispondere ad un'esigenza temporanea di personale sostitutivo. Il Tribunale si è quindi rivolto alla Corte Ue per risolvere la controversia e oggi i giudici europei hanno stabilito che "l'esigenza temporanea di personale sostitutivo - come prevede la normativa tedesca - può, in linea di principio, costituire una ragione obiettiva ai sensi del diritto dell'Unione che giustifica sia la durata determinata dei contratti conclusi con il personale sostitutivo sia il rinnovo di tali contratti". In pratica, nulla osta alla reiterazione di contratti a termine anche in forma permanente. Al riguardo la Corte Ue è ancora più precisa: "Non comporta - ha detto - l'esistenza di un abuso, il solo fatto che un datore di lavoro sia obbligato a ricorrere a sostituzioni temporanee in modo ricorrente, se non addirittura permanente, anche attraverso l'assunzione di dipendenti in forza di contratti di lavoro a tempo determinato". (ANSA)”.

 

Non so se ho capito bene; temo di si.
Una lavoratrice tedesca viene chiamata tredici volte a sostituire lavoratori temporaneamente in congedo. Senza alcuna interruzione, la cosa si ripete per tredici volte in undici anni. Tredici contratti a tempo determinato, uno dopo l’altro, senza un giorno di interruzione. Giustamente, la lavoratrice chiede giustizia: chi sto sostituendo, dunque, sistematicamente e per tanto tempo? Non significa questo che tu, datore di lavoro, hai bisogno di un lavoratore stabilmente ed ininterrottamente? perché, dunque, non assumi me a tempo indeterminato posto che indeterminato è il tuo bisogno di sostituire qualcuno?

E che cosa decide la Corte? Rileggiamo:

"Non comporta l'esistenza di un abuso, il solo fatto che un datore di lavoro sia obbligato a ricorrere a sostituzioni temporanee in modo ricorrente, se non addirittura permanente, anche attraverso l'assunzione di dipendenti in forza di contratti di lavoro a tempo determinato".

Francamente, la decisione della giustizia europea è intollerabile. Con il suo ragionamento si dovrebbe concludere che il datore di lavoro è libero di ricorrere esclusivamente a lavoratori precari (addirittura allo stesso lavoratore precario) con ripetuti contratti che egli rinnova se vuole e quando vuole.  E’ lo scardinamento dalle radici del sistema dei rapporti di lavoro, la resa incondizionata del mondo del lavoro e dello Stato stesso agli interessi dei datori di lavoro.

Ecco: quello che quotidianamente ci sentiamo raccontare e suggerire in televisione e nei convegni cosiddetti politici, che bisogna “guardare all’Europa”, che l’Italia è indietro rispetto all’Europa e così via ammonendo, si rivela, qui, una fandonia. Questa Europa si va rivelando sempre più “padronale” (come si diceva un tempo); al suo cospetto, l’Italia è spesso  avanti e finisce col brillare di luce propria; vuoi vedere che è l’Italia l’unico Paese europeo “fondato sul lavoro” per quanti sforzi stiano facendo i suoi governi per “modernizzarla” ad immagine e somiglianza dell’Europa?
 

 

[n.m.]

Ultimo aggiornamento Lunedì 16 Aprile 2012 18:08
 
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