=UNA NUOVA MINACCIA: L'IMPIANTO DI DEPOLIMERIZZAZIONE DELLA PLASTICA= Stampa
Scritto da Redazione   
Venerdì 05 Luglio 2013 16:51

I rischi dell'impianto di depolimerizzazione della plastica nella zona industriale di Bari

 

DEPOLIMERIZZAZIONELe osservazioni di Sudcritica ex art. 12, comma 1, legge regionale n. 11/2001 al progetto ed allo Studio Preliminare Ambientale dell’Impianto di Depolimerizzazione della plastica per la produzione di liquido combustibile assimilabile a gasolio e cherosene da realizzarsi nella Zona Industriale A.S.I. Bari-Modugno- Bari.

 

Si propongono ritualmente e tempestivamente, ai sensi e per gli effetti dell’art. 12 della legge regionale n. 11/2001, le seguenti osservazioni, tendenti a richiedere l’assoggettamento a V.I.A. di competenza regionale indispensabili all’approfondimento degli elementi conoscitivi e valutativi sui possibili effetti dell'intervento ed aventi, sul piano del merito tecnico, efficacia confutativa del contenuto degli atti depositati dalla società Ecofuel Apulia S.r.L.

Si precisa e premette, ad ogni buon conto:

- che  la  formulazione  delle  presenti  osservazioni  non  costituisce  acquiescenza  al  carattere integrativo – e non piuttosto, come deve ritenersi, per l’integrale avvio della procedura prevista dalla legge regionale 12 aprile 2001, n. 11 per la corrispondenza all’Allegato IV del D.Lgs. n. 152/2006 e all’Allegato B della L.R. 11/2001.

- che, in base all'articolo 216 del testo unico delle Leggi sanitarie (G.U. n. 220 del 20/09/1994, s.o.n.129), gli impianti di trasformazione delle materie plastiche rientrano fra le industrie insalubri di classe  I  e  qualunque  sia  la  tipologia  tecnica  danno  origine  a  diverse  sostanze  inquinanti;  tale classificazione è ribadita dalla stessa EFA a pag. 380 tanto da richiedere il parere preventivo ex art. 48 della L.R. 56/1977;

- che la formazione di tali inquinanti dipende, oltre che dal materiale combusto, dalla attività precedente il trattamento;

- che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato che non esiste livello sicuro di PM 2.5. Non è quindi possibile definire una soglia di concentrazione delle PM10 e delle altre polveri al di sotto della quale vi sia un effetto nullo sulla salute. L’O.M.S. dichiara inoltre che la tecnologia  esistente  non  garantisce  filtri  capaci  di  trattenere  tutti  i  gas  uscenti  dai  forni  di combustione  e  dai  camini,  siano  esse  acciaierie,  fonderie,  cementifici  e  impianti  di depolimerizzazione, dove vengono prodotte le polveri sottili ultra-fini PM2,5, PM1 e PM10;

- che lo studio preliminare stesso, a pag. 158, equipara l’impianto di depolimerizzazione ad un impianto  di  termovalorizzazione  riconoscendone,  rispetto  a  quest’ultimo,  ma  appunto

riconoscendone, “livelli di emissioni di gas combustibili in atmosfera”;

- che a pag. 161 si dichiara che  l’opera in progetto rientra nel novero degli insediamenti

produttivi che comportano lavorazioni insalubri (R.D. 1265/1934 e L. 615/1966) e/o pericolose;

- che l’Allegato A del D.P.R. del 12 aprile 1996 identifica l’impianto in oggetto tra quelli assoggettabili  a  V.I.A.  obbligatoria  qualora  lavorino  35.000  t/anno  di  materia  -  l’impianto  in progetto ne tratta la metà - non escludendone quindi la pericolosità ma ponendo solo un limite all’assoggettabilità obbligatoria;

Si precisa, infine, che lo stoccaggio anche se provvisorio, di prodotti chimici, seppur la L. 256/1974 ne identifichi l’obbligo con una capacità superiore alle 1.000 t, presenta comunque un carattere di pericolosità  e  l’impianto  prevede  di  stoccare  975  mc  di  prodotti  petroliferi,  al  limite dell’assoggettamento obbligatorio a V.I.A.

 

OSSERVAZIONE N. 1

La V.I.A. quale strumento fondamentale

A pag. 21 dello studio si rileva:

pag. 21:

“la conoscenza degli impatti, ovvero degli effetti positivi e/o negativi rivenienti dalla realizzazione di un’opera, costituisce comunque, in ogni caso, un ottimale ausilio al momento decisionale di cui la V.I.A. costituisce sicuramente lo strumento più importante.”

e ancora si rende necessario, prima di procedere, l’acquisizione di “dati sistematici relativi all’ambiente

su cui viene attuato l’intervento” che però allo stato attuale non sono disponibili, non sono aggiornati o

assenti,  pertanto  si  rende  ancora  una  volta  necessario  lo  studio  di  impatto  partendo

dall’approfondimento dello stato di fatto, dal “cosiddetto “piano della natura” .

Lo studio di Impatto Ambientale, come recita l’art. 2 del D.P.R. del 12 aprile 1996, deve assicurare che:

  1. nei processi di formazione delle decisioni relative alla realizzazione di progetti individuati
negli allegati al presente atto siano considerati gli obiettivi di proteggere la salute e di migliorare la qualità della vita umana, al fine di contribuire con un migliore ambiente alla qualità della vita, provvedere al mantenimento della varietà delle specie e conservare la capacità di riproduzione dell'ecosistema in quanto risorsa essenziale di vita, di garantire l'uso plurimo delle risorse e lo sviluppo sostenibile;
  1.   per ciascun progetto siano valutati gli effetti diretti ed indiretti sull'uomo, sulla fauna, sulla flora, sul suolo, sulle acque di superficie e sotterranee, sull'aria, sul clima, sul paesaggio e sull'interazione tra detti fattori, sui beni materiali e sul patrimonio culturale ed ambientale;
  1.   in ogni fase della procedura siano garantiti lo scambio di informazioni e la consultazione tra il
  1.   siano garantite l'informazione e la partecipazione dei cittadini al procedimento;
  1.   siano conseguite la semplificazione, la razionalizzazione ed il coordinamento delle valutazioni e

E non si limita ad un semplice  “descrizione dell’itinerario condizione-causa-effetto” come si legge nello studio presentato.

 

OSSERVAZIONE N. 2

Inquadramento territoriale

Lo Studio preliminare di Impatto Ambientale redatto e presentato da Ecofuel Apulia S.r.L.. specifica che il sito dove ricadrà l’impianto è disponibile con un contratto di locazione senza indicarne la durata del contratto a garanzia della disponibilità del titolo di possesso.

Il  contesto  territoriale  di  riferimento  dove  è  prevista  la  localizzazione  dell’inceneritore  è caratterizzato dalla presenza di numerosi impianti suscettibili di rischio di incidente rilevante ai sensi del D.lgs. n. 334/1999 (cfr. Allegati A e B).

Si riporta di seguito un elenco degli stabilimenti presenti nell'area industriale di Modugno, come risultante  dal  SIFLI  (Sistema  informativo  Fattori  Localizzazione  Imprese),  che,  com’è  noto,  è  un sistema dedicato all'acquisizione e al monitoraggio di informazioni di tipo infrastrutturale, economico, ambientale per la localizzazione delle imprese, realizzato nell'ambito di una indagine affidata all'IPI dal Ministero  dello  Sviluppo  Economico  -  Direzione  Generale  Sviluppo  Produttivo  e  Competitività  - sull'offerta di aree industriali nelle Regioni del Mezzogiorno.

SERONO PHARMA - Industria farmaceutica

FAR.P.A.S. SOCIETA COOP. A.R.L. – Farmaceutica

COSTRUZIONE ERMA - Gas medicinali

P.U.L. S.r.L. - Verniciature industriali

PLASTICS DI G. GRITTANI - Pannelli in polinteramo

PLASTIK - Riciclaggio materiale plastico

LIANTONIO VERNICI - Produzione idropittura

TECNOARREDO - Trasformazione resine espanse

IPO.PLASTIC - Detergenti chimici per la casa

SUD ITALIA GAS - Distribuzione GPL

POLI ALFA - Produzione polistirolo espanso

AIR LIQUID SANITA - Ossigeno terapeutico

GAROFALO COMBUSTIBILI – Carburanti

S.A.F. - Distribuzione prodotti farmaceutici

ADIVAR COMIFAR - Commercio farmaceutico

CRIONAIR ITALIA - Produzione di gas terapeutici e gas tecnici

DESIDERATO - Trasformazione resine espanse

CENTRALE TURBOGAS – centrale elettrica a ciclo combinato

- Dell’importanza dei siti sensibili non si è quindi tenuto conto, in considerazione anche degli

impatti cumulativi. Giustamente di impatti cumulativi si fa riferimento a pag. 192 dove si afferma che lo stato di qualità dell’aria del territorio dove è previsto l’insediamento dell’impianto è già fortemente compromesso a causa della forte antropizzazione e degli impianti presenti sul territorio.

- A pag. 32 si dichiara che  “non si rilevano interferenze localizzative tra l’intervento in progetto e

le predette aree di importanza naturalistica oggetto di specifica tutela”escludendo “ del tutto impatti

diretti e indiretti”. In verità, non essendo stati approfonditi gli studi preliminari, come precedentemente

dichiarato, NON si possono escludere tout court impatti indiretti.

- Le aree Naturali Protette Regionali risalgono a 10 anni fa, primavera del 2003, pag. 37.

- Il Parco Regionale della Lama Balice risulta distante , in superficie, circa 2.000 m dall’area

oggetto di intervento , pag. 37. Gli impatti, vista la conformazione carsica del suolo, non si verificano

solo in superficie, ma proprio per la caratteristica delle Lame, anche nel sottosuolo. Come detto a pag.

  1.  

L’intervento oggetto di studio avrà impatto sicuro sul sistema idrico, vuoi per le acque utilizzate dall’impianto e l’impatto sarà, a dichiarazione dell’EFA di ”moderata entità”, vedi pag. 404.

OSSERVAZIONE N. 3

Conferimento della materia

 Il Piano Regionale dei Rifiuti risalente al 2002 prevedeva come obiettivo, si legge a pag. 77,

quello di conseguire, entro il 2010, nella raccolta differenziata il 55% del rifiuto urbano prodotto (…)

tale dato in realtà non è stato raggiunto che per il 22% circa ”. Rimane ancora quindi incompleto

l’obiettivo del Decreto Commissariale per la gestione dei rifiuti che prevedeva come prioritario, prima di  cominciarne  qualsiasi  altra  (compreso  anche  il  recupero  energetico)  attività  legata  ai  rifiuti,  il raggiungimento della riduzione, riciclo e recupero.

L’attività di riduzione sensibile della quantità di materie plastiche da portare a smaltimento finale in discarica, come annunciato a pag. 78, con l’entrata in esercizio dell’impianto, non può essere attuata e non potrà mai essere soddisfatta se a monte non si sono prima risolti i problemi della gestione integrata dei rifiuti.

 

OSSERVAZIONE N. 4

La tecnologia adottata

A pag. 85, 86, 87, 89, 98 dello studio si rileva:

pag. 85:

 Non viene specificato come avviene il processo di separazione dei rifiuti considerato che la depolimerizzazione può essere praticata a condizione che si verifichi la “ disponibilità di una ben definita tipologia di prodotti plastici ”. E non è chiaro tale processo tanto che nella stessa pagina, subito sotto al paragrafo successivo, si dichiara che l’impianto Syntrol che il proponente intende realizzare utilizzerà “miscela di materie plastiche eterogenee”.

La  tecnologia  adottata  non  ha  precedenti,  l’unico  preso  in  esame  è  semplicemente  stato “visionato” in Svizzera e ha una capacità, presumibilmente anche un impatto, pari ad 1/3 di quello richiesto da EFA.

La direttiva europea 96/61/CE sulla riduzione e prevenzione integrata dell’inquinamento (Direttiva in tema  di  IPPC  sulla  prevenzione  e  riduzione  integrata  dell’inquinamento),  così  come  sostituita  ed integrata dalla direttiva 2008/1/CE, recepita parzialmente con il D.lgs n. 372 del 4 agosto 1999 e integralmente attraverso il D.lgs n. 59 del 18 febbraio 2005, ha introdotto il riferimento alle BAT (Best available  techiniques)  per  la  prevenzione  e  riduzione  degli  inquinanti.  Lo  studio  preliminare  è fortemente carente nella presentazione e la messa a confronto delle migliori tecniche disponibili in modo da consentire una valutazione adeguata del progetto proposto.

pag. 86:

Tanto che nella pagina successiva si avvalora questa considerazione di “autentica novità del processo su scala industriale ” ecco perché si necessita ancora di più di un approfondito Studio di Valutazione di Impatto Ambientale e l’assoggettamento all’esame previsto per legge.

L’area  della  provincia  di  Bari  è  fortemente  inquinata,  rientra  come  si  legge  a  pag.  192,  “viene classificata a medio rischio per quanto attiene alla morbosità e ad alto rischio per quanto attiene alla mortalità per questo qualsiasi ulteriore impianto aggraverebbe, non nella somma, ma esponenzialmente gli effetti deleteri.

pag. 87:

“le emissioni dei bruciatori saranno mantenute entro valori conformi alla normativa vigente” ciò significa, ed è dichiarato, che emissioni dai bruciatori ci saranno, e non essendoci un caso studio comparabile, ad oggi, con lo studio preliminare, non è fornito il dato certo di quantitativi di emissioni prodotte e gli impatti cumulativi degli stessi.

“il residuo solido carbonioso, verrà raccolto in un apposito contenitore” nei modi stabiliti e previsti per legge. La Regione potrebbe imporre in fase di istruttoria di V.I.A. dei limiti o delle attività aggiuntive e migliorative rispetto ai modi previsti per legge.

“quando l’acqua di processo sarà satura di Sali, andrà smaltita e rimpiazzata regolarmente con acqua di rinnovo” come verrà smaltita e dove? 

pag. 89:

L’attività prevede, come dichiarato, dei residui solidi, che verranno stoccati all’interno di container senza dare indicazione dei modi, dei tempi di stoccaggio, delle procedure per la messa in sicurezza, contenimento e trasferimento dei residui.

pag. 98:

I residui verranno raccolti da una tramoggia, trasportati da una coclea e scaricati in un contenitore mobile; tutte queste attività presuppongono un movimento di materiale inerti, al quale non è data identificazione dei contenuti se nocivi o meno, che verranno scaricati da un operatore, in un piazzale esterno, coperto da un porticato, a ridosso delle materie prime. Per una valutazione complessiva ed esaustiva del processo di smaltimento dei rifiuti e del contenimento degli stessi, a garanzia dei lavoratori all’interno  dell’impianto  e  della  popolazione  di  Modugno  si  rende  necessario  un  più  accurato approfondimento di questo aspetto.

 

OSSERVAZIONE N. 5

Opere di realizzazione dell’impianto

A pag. 105, 108, 220, 302 dello studio si rileva:

pag. 105:

Il piazzale dove verranno dislocati sia i contenitori della materia prima sia dei residui di lavorazione prevedono una pavimentazione industriale impermeabilizzata. Considerato che l’attività prevede un travaso di liquido “gasolio e cherosene” e perdite dalla materia prima secondaria in attesa di essere depolimerizzata si necessita di un migliore e maggiore dettaglio anche progettuale dei piazzali e delle opere di contenimento dei riversamenti di liquido nel suolo. A pag. 108 si dichiara che la materia prima secondaria in attesa di conferimento nell’impianto verrà stoccata in balle sotto un portico, tali balle saranno “avvolte da un film protettivo al fine da evitarne la dispersione in atmosfera”.

Come appena dichiarato, è chiaro che il travaso dei prodotti causerà sicuramente emissioni di fumi, odori e pulviscolo, lo studio preliminare non affronta minimamente le metodologie di contenimento, se non con un semplice film protettivo (che prima o poi verrà tolto dall’imballo), delle emissioni nell’aria durante le attività di movimentazione dei prodotti. Non solo emissioni di elementi gassosi, ma come si dichiara  a  pag.  302,  durante  l’approvvigionamento  della  materia  tramite  rimorchi  ci  saranno inevitabilmente delle fuoriuscite di liquido derivante dalla tipologia di materiale trasportato; liquido che finirà nel piazzale.

pag. 220:

Pur essendo l’area dove ricadrà l’impianto non rientrante tra quelle classificate a rischio sismico, la vicinanza al confine della perimetrazione, solo su carta, ma non sicuramente dell’imprevedibilità degli eventi naturali, con una zona a “bassa sismicità” non ne elimina l’assoluto rischio. La realizzazione dell’impianto,  considerato  anche  lo  stoccaggio  dei  prodotti  sul  piazzale  di  uno  spessore  limitato, dovrebbe tenere conto in fase progettuale di questo aspetto non sottovalutabile e pericoloso per la permeabilità dei suoli carsici.

OSSERVAZIONE N. 6

Emissioni di gas nell’atmosfera  

A pag. 117, 118, 159, 181, 192, 197, 199 dello studio si rileva:

pag. 117:

“i valori possono variare rispetto a quanto su tabellato nel caso di materie prime che non risultino

conformi a quanto descritto nel capitolo 2.6.2” Ciò significa che non è ancora del tutto chiaro quale

materiale verrà conferito nell’impianto ma che quanto dichiarato in conformità dei limiti di emissione previsti per legge potrebbe subire delle variazioni, anche notevoli, tanto da fermare l’impianto, dei valori di emissione.

Infatti a pag. 118 si dichiara che  “ad oggi non è possibile fare previsioni accurate del piano di

alimentazione della plastica con cui le linee di depolimerizzazione verranno alimentate e che quindi la

composizione delle acque di scarico potrebbe variare ”. Come si sottolineava nell’osservazione n. 4,

mancano i precedenti e le osservazioni delle B.A.T. per consentire un più dettagliato e accurato quadro dei processi ma soprattutto delle emissioni.

pag. 159:

Si dichiara che a completamento della fase di depolimerizzazione delle plastiche conferite attraverso la combustione di 1.530 t/anno di gas incondensabili di processo, verranno rilasciati nell’atmosfera gas finali di combustine pari al 11% della materia plastica conferita in entrata. Considerato che l’impianto prevede  in  entrata  13.500  t/anno  di  materie  plastiche,  ritorneranno  nell’atmosfera  1.485  t/anno di plastica  sottoforma  di  gas.  Solo  questo  dato  dichiarato  induce  ad  una  riflessione  sulla  necessità dell’opera e l’assoggettamento obbligatorio a V.I.A.

pag. 181:

Si riportano i dati relativi la rete di monitoraggio degli elementi inquinanti presenti nell’aria e a Modugno il valore del NO2 è di 35 quando il limite massimo è 40µ/m3, ma non è dato sapere l’anno di registrazione del dato delle centraline.

Ad ogni buon conto, da studi effettuati nell’ultimo quinquennio dall’ARPA Regionale della Puglia e mensilmente analizzati è dato consultabile da chiunque che il particolato PM10 durante il periodo luglio-agosto 2007, continua a registrare superamenti delle soglie limite, in particolare da segnalare

che in soli 4 mesi di indagini si è superato il numero di superamenti ammessi per l’ O3 durante tutto l’arco di un anno. Anche nel mese di settembre 2007, si sono registrati superamenti del valore limite sia per l’ O3 che per il PM10. Nel mese di ottobre 2007, si registrano 10 superamenti giornalieri per il particolato PM10 oltre il valore limite. A dicembre 2007 viene superato il numero di superamenti ammessi anche per il PM10 nell’arco di un anno; in 4 mesi viene superato il limite per l’Ozono, in 8 mesi il limite per il PM10.

pag. 192:

Considerato,  come  precedentemente  e  abbondantemente  dichiarato,  l’impianto  produrrà  residui  ed

emissioni, tali emissioni ricadranno non solo “ intorno alle aree dove sono presenti le maggiori fonti

emissive ma anche aree distanti centinaia di chilometri (…) si presume che il territorio del Comune di

Modugno (…) è sicuramente interessato anche da forme di inquinamento atmosferico ”.

pag. 197, 199:

L’impatto sulla componente aria “è certo e non probabile ed essenzialmente di tipo indiretto “. Ma sarà anche di tipo diretto, come dichiarato a pag. 199, e “verosimilmente l’immediato intorno”. L’impatto sulla componente aria sarà “irreversibile”.

 

CONCLUSIONI

Gli orientamenti della comunità scientifica europea e mondiale si evolvono rapidamente in base a sempre nuove acquisizioni in termini di conoscenze (analisi ambientali, studi epidemiologici). Tale evoluzione è indirizzata invariabilmente in senso restrittivo per quanto riguarda le emissioni di sostanze nocive nel terreno e nell’aria degli impianti di trattamento. Non risulta che siano state adottate in questo specifico progetto le BAT (Best Available Technologies) che potrebbero chiarire il perché della scelta progettuale valutandone tutte le alternative possibili.

L’impianto  di  produzione  in  oggetto  è  da  equipararsi  a  tutti  gli  effetti,  come  dichiarato,  ad  un inceneritore e come tale produttore di sostanze inquinanti. Questa tipologia di impianti non va d’accordo con lo sviluppo sostenibile o con l’impegno di riduzione, riciclo e recupero dei rifiuti, impegno tra l’altro, ricordato e ribadito più volte dalla Regione Puglia in vari atti e documenti.

Nonostante i previsti filtri, numerose sostanze nocive verrebbero comunque immesse nell’ambiente, sovrapponendosi a quelle già prodotte da altre fonti urbane inquinanti al momento ineliminabili e presenti, quali primariamente il traffico automobilistico e gli impianti di riscaldamento. A queste si deve aggiungere le emissioni della centrale termoelettrica di Sorgenia che sorge nelle immediate vicinanze. Verrebbe così superata qualsiasi soglia di rischio.

Alle scelte tecniche si richiama l’attenzione verso l’incuranza degli aspetti vincolistici e ambientali, nonché paesaggistici e artistici, nella individuazione del sito e localizzazione del progetto.

Queste considerazioni, sommate al non trascurabile rischio diretto e indiretto protratto nel tempo per la salute umana della popolazione di Modugno, e non solo, devono far riflettere nel ponderare le proprie valutazioni  relativamente  all’assoggettabilità  a  Valutazione  di  Impatto  Ambientale  del  progetto presentato.

Sudcritica

nota

 

Le osservazioni di Sudcritica, e quelle del dr. Agostino Di Ciaula, con l' esplicito consenso di entrambi e gratuitamente, sono state fatte proprie dalla Giunta comunale di Modugno nella delibera n. 1 del 3 luglio 2013 con la quale il Comune di Modugno ha richiesto alla Regione Puglia l'assoggettamento alla procedura di VIA dell'impianto di depolimerizzazione della plastica. Le osservazioni di Di Ciaula verranno pubblicate appena tecicamente possibile.

Ultimo aggiornamento Domenica 07 Luglio 2013 09:51
 
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