=DON TONINO. IL POTERE, LA LEGGE, LA COSCIENZA= Stampa
Scritto da Redazione   
Venerdì 20 Aprile 2018 21:13

Per ricordare, nel 25/o anniversario della morte, don Tonino Bello, profeta dei nostri tempi.

Pubblichiamo qui oggi il video di un incontro tenuto a Mola di Bari il 16 ottobre 2013 da Nicola Magrone con la giornalista Annamaria Minunno e con don Gianni De Robertis e Guglielmo Minervini, che era allora assessore della Regione Puglia e che è scomparso circa un anno e mezzo fa. L'occasione dell'incontro fu la presentazione di un libro che, nel ventennale della morte di don Tonino Bello, le edizioni 'La Meridiana' pubblicarono, su concessione gratuita della fondazione onlus Popoli & Costituzioni: “La coscienza e il potere. Conversazione con Nicola Magrone, Guglielmo Minervini e Clara Zagaria”, una conversazone con don Tonino Bello del 1992, pubblicata per la prima volta sulla rivista Sudcritica.

Una conversazione che fornisce diverse risposte ai bisogni dei tempi nostri, tempi di cambiamento, tempi in cui bisogna recuperare la speranza. Le lotte più feroci - afferma don Tonino Bello - le fanno tante persone di potere non per raggiungere il potere, ma per conservarlo. La conservazione del potere provoca più sangue di quanto non comporti la conquista del potere. Bisogna costantemente avere questa capacità critica per sapersi estraniare dalla struttura, per saperne uscire”

Il volume è la trascrizione della conversazione avvenuta in episcopio, nel marzo 1992, un anno prima della morte del vescovo di Molfetta, una conversazione intorno a Ignazio Silone, che si svolse in particolare tra il vescovo e il magistrato: don Tonino e Nicola Magrone si confrontano sul rapporto tra il potere e la ‘struttura’, sul rigore a cui la coscienza non può sottrarsi, a partire da alcune sollecitazioni di Silone. È a partire dai nodi della riflessione siloniana che don Tonino giunge ad affrontare nodi centrali verso cui il cristiano (e in particolare il politico cristiano) non può arretrare: il ruolo e il servizio, la libertà e l’obbedienza, il dogma e la fede, la conservazione e il cambiamento, la verità e la carità. In sintesi, la coscienza e il potere. Un'occasione per raccontare la solitudine, anzi la clandestinità, all'interno della struttura nella quale si è riposta la propria fiducia. La speranza nel patto tra deboli, se non per rovesciare il potere almeno per attenuarne l'abuso. Tornare alle origini di don Tonino Bello è, per noi, anche tornare alle origini del nostro popolo, cioè la Costituzione.

       

Affido al testo che pubblichiamo il mio affetto e la mia solitaria e mai celebrata ammirazione per don Tonino uomo; se volete, per quanto a me è possibile (ma a quelli come me che non vagano per sagrestie e per segreterie, forse è “più possibile”), per don Tonino vescovo. Può darsi che nei molti ‘eredi’ di don Tonino si risvegli l’orgoglio della libertà e della dignità del pensiero e dell’azione, e che essi si sentano e si facciano, nell’inverecondo gioco delle parti e delle apparenze, meno ‘eredi’, magari per pudore."

[dall’Introduzione di Nicola Magrone alla prima edizione apparsa sulla rivista Sudcritica del febbraio1994]

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Ultimo aggiornamento Venerdì 20 Aprile 2018 21:34
 
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