='SE NON FOSSE STATA UNA POVERA PALMINA, LE AVREBBERO CREDUTO'= Stampa
Scritto da Redazione   
Sabato 16 Giugno 2012 00:31

Palmina-Martinelli “Chi l’ha visto?”: Riaprire le indagini

 

 per Palmina, bruciata viva a 14 anni

 

 

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''Palmina Martinelli, la ragazzina che venne bruciata viva e che, alla fine del processo, venne “condannata” per calunnia, naturalmente (lo dico senza ironia che sarebbe fuori posto e senza senso) “alla memoria”. Di quella vicenda, di quel processo, di quel libro, 'Fatti tuoi, cronaca di un omicidio negato', ancora oggi non ho la voglia di parlare. Fu, quella, un'esperienza che segna la vita dell'uomo e del giudice e che resta come una macchia sinistra e di una tristezza infinita su tutto il sistema giudiziario italiano. Ricorderai che Palmina denunciò in punto di morte a me, che ero il pubblico ministero, ma prima ai medici, agli infermieri e a tutti quelli che le rivolsero qualche domanda, i suoi assassini. Alla fine, gli imputati fu­rono assolti e di lei si sentenziò che aveva mentito, che si era data fuoco da sola e che aveva accusato deliberatamente due giovani innocenti. [...] Commentai che se fosse stata la figlia di un giudice le avrebbero creduto...

Anche per questo, naturalmente, subimmo, subii, una sorta di linciaggio ed un tentativo grossolano di procedimento disciplinare. Certo non fu questa “appendice” istituzionale e giornalistica a spaventarmi; mi spaventò la verifica “sul campo”, se ne avessi avuto biso­gno, dell' impossibilità di difendere in un' aula di giustizia una ragazzina bella, giovanis­sima, povera, senza diritti, carica di speranze ingenue''. [dall'intervista fatta da Mario Dilio a Nicola Magrone, Al 'Bar Silone', 15 giugno 1991, pubblicata nel volume di Conversazioni su Ignazio Silone di Nicola Magrone, Ernesto Balducci, Tonino Bello, Fabrizio Canfora, Laici e cristiani ''il seme sotto la neve'', edizioni dall'interno-Sudcritica, 1996]

 

Ultimo aggiornamento Martedì 19 Giugno 2012 11:35
 
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