SANTORO AL TERZO POLO. INTERESSA? Stampa
Scritto da Redazione   
Mercoledì 08 Giugno 2011 21:42

di Fabio Traversa

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Fine della telenovela, ma non lieto. Santoro lascia la Rai per La7. Accordo consensuale, con la firma di Lorenza Lei, che in un mese è riuscita dove l’incapace Mauro Masi aveva fallito. Berlusconi l’aveva anticipato, anzi ordinato, e sarà finalmente contento. In fondo, la chiusura di Annozero è il primo obiettivo centrato dal suo governo in tre anni. La tv di Stato perde in un colpo uno dei suoi professionisti migliori, il programma d’informazione più seguito, il più ricco di ricavi pubblicitari, sei milioni di spettatori destinati a rimpinguare il boom de La7 e qualche decina di migliaia di cari abbonati al canone, buoni ma non fessi”, scrive Curzio Maltese su Repubblica.

Maurizio Belpietro “risponde” su Libero: “Motivi per versare lacrime non ne abbiamo in quanto da sempre riteniamo che le trasmissioni di Michele abbiano poco a che fare con l’informazione e molto con la propaganda. La prova, se mai fosse servita, ci è stata fornita anche l’altra sera, con la puntata dedicata al referendum sul nucleare. Allo stesso tempo non ci pare il caso di brindare. Innanzitutto perché il commiato costerà alla Rai una discreta somma, e questa non è una buona notizia per un’azienda con i bilanci in rosso. E poi siamo convinti che Santoro non andrà in pensione: tra breve rispunterà in video e dunque il suo è solo un arrivederci”.

Sono due dei tanti editoriali su una vicenda che inevitabilmente non è solo televisiva ma che ha implicazioni politiche ed economiche di prima grandezza. E così i giornali vicini al centrosinistra sottolineano la grande professionalità di un giornalista capace di conquistare negli anni sempre più consensi passando dal 13,5% di share dell’edizione 2006/2007, al 15,2% nel 2007/2008, al 16,7% nel 2008/2009, al 20,3% nel 2009/2010, fino ad arrivare al 20,7% di share ottenuto dall’edizione 2010/2011 (periodo di rilevazione 23 settembre 2010-2 giugno 2011), registrando dunque in cinque anni un incremento di ben 7 punti di share. In un periodo in cui le tv generaliste faticano a confermare le performance degli anni passati per la concorrenza delle tv digitali Santoro è riuscito a regalare ben 12 punti di share in più nella fascia di prime time (21.00-23.30) rispetto alla media di Rai2.

Viceversa la stampa orientata a destra stigmatizza l’eccessiva personalizzazione di Santoro e la costruzione delle puntate “per tesi” oltre agli eccessivi guadagni ottenuti negli anni e al privilegio di andare in onda grazie a una sentenza giudiziaria. Va, però, ricordato che quando qualche giornalista “di destra” ha provato a fare ascolti con una sua trasmissione ha collezionato clamorosi flop o ascolti inferiori alla media di Rete. E che chi contesta l’eccessivo spazio mediatico offerto a questo e altri “casi” riguardanti Santoro vorrebbe probabilmente essere al suo posto.

C’è, poi, la questione “politica”. Santoro è davvero in grado di orientare l’elettorato? Il presidente del Consiglio, Berlusconi, ne è convinto e lo ha ribadito più volte, dal famoso “editto bulgaro” alla recente conferenza stampa subito dopo la batosta delle amministrative. Daniela Santanchè, la quale “si diverte” a fare la “martire” ad Annozero e a rivendicare la forza delle sue ospitate (“Quando vado io funziono”), sostiene, invece, che “programmi alla Santoro ci fanno prendere un sacco di voti”. Di sicuro Santoro sa fare – e bene – il suo lavoro. E La7 non può che gongolare per un “acquisto” che porterà nuova autorevolezza e ascolti in crescita al sempre più temibile terzo polo televisivo.

Ultimo aggiornamento Mercoledì 08 Giugno 2011 21:54
 
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