=Perche' il pensiero unico dell'austerità non impaurisce Abe= Stampa
Scritto da Redazione   
Lunedì 22 Luglio 2013 21:22

Se si pretende di ridurre il debito a mezzo del restringimento della base produttiva e della povertà

si precipita nell’abisso senza luce dell’annientamento.

L'ha capito Shinzo Abe, non lo capisce l'Europa dei padroni.


abetedi Mino Magrone

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Shinzo Abe ormai è “faccia a faccia” ed affronta il gigante globalizzato del pensiero unico dell’austerità.

La strategia di crescita economica del primo ministro giapponese, dopo decenni di declino dell’economia nipponica ed un debito pubblico impressionante e doppio rispetto a quello italiano, è per i paesi della zona euro, per il Fondo monetario internazionale e la BCE un grave errore di grammatica economica da combattere come fosse un’eresia.

Disvela, il governo giapponese di Abe, che la moneta non è neutrale rispetto alle dinamiche economiche. Il sistema economico mondiale, europeo e giapponese in particolare, è da un decennio appoggiato sui bassi fondali della depressione. Bisogna disincagliarlo!  Come?  In questi anni in Italia, ma anche all’estero ne abbiamo sentito di tutti i colori.

Ora in Giappone gli occhi sono puntati sulla funzione della moneta.

La moneta è soltanto il “medio circolante” che facilita gli scambi oppure manovrandola opportunamente e con accortezza può moltiplicare gli scambi, creare investimenti ed incrementare occupazione e consumi? Shinzo Abe ci sta provando, pare con grande consenso del popolo e del mercato di quel paese: sta cioè “iniettando” nelle vene dell’economia del suo paese moneta addizionale ed al di là di quanto suggerisca la classica “teoria quantitativa della moneta”.

E’ presto per dire se i forti segnali di ripresa del Giappone saranno confermati nel prossimo futuro. Sta di fatto che i salari crescono, cresce l’occupazione, gli investimenti spingono la crescita economica agevolata anche da uno yen più debole e, quindi, da esportazioni in ripresa. Per ora la borsa di Tokio cresce e gli investitori non hanno paura dell’enorme debito sovrano giapponese.

I paesi della zona euro quelli del  “nord conservatore” soprattutto, hanno un grande esempio da discutere ed eventualmente seguire. Anche l’Italia può smetterla con i soliti “compiti a casa” dati da Bruxelles e da Francoforte e seguire con più attenzione le lezioni di Tokio. Facciano lo stesso la Spagna, il Portogallo, la povera ed umiliata Grecia. Con la crescita anche il debito può essere tenuto sotto controllo.

Se invece si pretende di ridurre il debito a mezzo del restringimento della base produttiva e della povertà si precipita nell’abisso senza luce dell’annientamento.

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Ultimo aggiornamento Lunedì 22 Luglio 2013 21:43
 
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