Luigi Ghirri. L’ALTROVE SCONOSCIUTO E GIA’ SAPUTO Stampa
Scritto da Redazione   
Giovedì 24 Febbraio 2011 13:06

di Francesca Di Ciaula
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luigi_ghirri[foto di Luigi Ghirri]

"In fondo in ogni visitazione dei luoghi portiamo con noi questo carico di già vissuto e già visto, ma lo sforzo che quotidianamente siamo portati a compiere è quello di ritrovare uno sguardo che cancella e dimentica l'abitudine; non tanto per rivedere con occhi diversi, quanto per la necessità di orientarsi di nuovo nello spazio e nel tempo."  [Luigi Ghirri]

 

Lezioni di fotografia di Luigi Ghirri è l'ultima delle pubblicazioni nata con lo scopo di continuare a far rivivere il lavoro del grande fotografo scomparso nel 1992. Il volume, pubblicato qualche mese fa, nel 2010 per le edizioni Quodlibet a cura di Bizzarri e Barbaro per la Biennale del Paesaggio di Reggio Emilia, è la trascrizione delle lezioni tenute da Luigi Ghirri tra il 1989 e il 1990 all'Università del Progetto di Reggio Emilia. Proprio  per questo i testi mantengono il carattere dell'oralità e riesci a sentire la voce, intuire la sensibilità di Ghirri che parla del “rapporto magico tra l'immagine, la realtà, la memoria”, l'uso del fotomontaggio dove “oggetti diversi si sovrappongono in relazioni complesse”, la relazione profonda, impressa sulla pellicola, tra chi osserva e lo spazio e l'ambiente nel suo insieme, una rappresentazione del reale che scopriamo essere già parte di noi e l'esperienza straniante della visione che ne nasce.

Luigi Ghirri è stato autore di immagini straordinarie. Nel fotografare paesaggi e  ritagli di mondo, ci ha proposto esperienze intense dello sguardo. La sua personale percezione del mondo ci espone ogni volta ad un atto visivo inconsueto.  Ad osservare le sue foto, una specie di incantamento ti prende e ti trascina verso un altrove già saputo. Sembra di averli già conosciuti quei luoghi, sembra che facciano parte di te da tempi lontani. In quei posti devo esserci già stato, ti viene da pensare. Senza dirle, queste parole ti affiorano alla mente. Forse la nostra mente è questo grande strumento capace di accogliere il mondo e mettersi in contatto con altre menti e angoli di mondo.  Difficile staccare lo sguardo da quelle fotografie. Non è un accadimento specifico quello che egli ritrae, non ne ricavi sola descrizione. Vieni catturato dalla luce che attraversa luoghi e paesaggi e ritrovi in te lo stesso stupore che deve aver colto lui stesso mentre sostava durante le sue peregrinazioni, viaggi alla ricerca di visioni interiori da imprimere sulla pellicola. Sembra, a soffermarsi ancora, che il tempo si sia fermato. Fissità dello sguardo in un tempo altro, fuori dal mondo. Ti senti lontano, estraneo a quei luoghi, eppure sai di averli già saputi, di averli percorsi anche tu. In realtà attraverso i suoi scatti, Ghirri decostruisce l'esperienza dell'esserci e del guardare e la riconduce ai luoghi della nostra mente. I suoi scatti sono davvero puntelli di un nostro paesaggio interiore.

Durante i suoi viaggi Ghirri si ritrovava a fotografare posti a tutta prima anonimi, oggetti e ritagli di mondo già saputi, oggetti già toccati, già posseduti. “Forse è questo essere troppo familiare, – annotava Ghirrifino a sembrare scontato; e troppe memorie anche personali si sono depositate per poter essere totalmente impietositi e lucidi in questa decifrazione”. Ciò che Ghirri ha fissato sulle sue pellicole è parte di noi, sono luoghi che rimandano a noi stessi, a ciò che siamo stati, agli oggetti che ci appartenevano, ai luoghi che sono ancora dentro di noi. 

Il luogo è memoria e possiede in sé ciò che siamo, ciò che siamo stati. È questo che la mente afferra, a questa consapevolezza non saputa ti rimanda il personale sguardo di Ghirri, impresso nelle immagini che ci ha lasciato.

 

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Lezioni di fotografia di Luigi Ghirri - edizioni Quodlibet, 2010, a cura di Bizzarri e Barbaro per la Biennale del Paesaggio di Reggio Emilia.

 

 

Ultimo aggiornamento Mercoledì 02 Marzo 2011 14:00
 
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