=URBANISTICA MODUGNO. IN 15 ANNI NORME ILLEGITTIME HANNO PRODOTTO TANTI GUASTI, PAROLA DI TECNICI= Stampa
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Scritto da Redazione   
Sabato 23 Dicembre 2017 09:35

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A Modugno per 15 anni ha prosperato unurbanistica che ha prodotto tanti guasti e degradato la città, perché si è guardato ai volumi da edificare invece che alla qualità del costruire e alla vivibilità. Ora, allesito di una battaglia di quattro anni, si torna alla legalità e alla trasparenza e si aprono scenari sostenibili.

 

Il Consiglio comunale di Modugno ha discusso e varato, il 21 dicembre scorso, la delibera conclusiva sulle Norme tecniche di Attuazione del Piano Regolatore Generale di Modugno [NTA]. Col voto della maggioranza (e grazie alla determinazione di tutti i componenti della maggioranza: dal Sindaco Magrone al Vicesindaco e Assessore allUrbanistica, Francesca Benedetto, dallintera giunta comunale alla Presidente della Commissione urbanistica, Luciana Volpicella, e a tutti i consiglieri di maggioranza) si chiude, dunque, quel processo fortemente voluto dallAmministrazione guidata da Nicola Magrone per ricondurre a trasparenza e legalità l’apparato amministrativo che sovrintende all’assetto urbanistico della Città. Un impegno assunto nel 2014 dal Sindaco stesso e dall’arch.Francesca Sorricaro allora Responsabile del Servizio Assetto del Territorio e condotto in stretto collegamento con la Regione Puglia, ente sovraordinato nell'Assetto del Territorio, attraverso una complessa e faticosa analisi giuridica e urbanistica, nell’interesse della Città, del territorio e dei cittadini.

 

 

La delibera che conclude il procedimento di variantebalconi sporgenti alle Norme tecniche del Piano Regolatore Comunale ristabilisce le regole per gli interventi edilizi nel Comune di Modugno. Delle Norme tecniche di attuazione riviste si è già occupata la Regione Puglia nel 2016 imponendo prescrizioni che ripristinano le regole minime per una città a misura umana e certificano quel che venne alla luce nel 2014 durante la prima amministrazione Magrone: a Modugno dal 1999 al 2014 si è consumato uno scempio del territorio a danno di lavoratori e cittadini. Scale aperte, balconi sporgenti, altezze degli edifici, verde finto e colate di cemento hanno ridotto illegittimamente spazi di vita e di benessere della comunità.

Lo scempio del territorio apparve allora - nel 2014 - ancor più evidente di quanto non fosse apparso, in tutta la sua crudezza, durante il terremoto giudiziario che, nel novembre 2012, aveva travolto gran parte del ceto politico e tecnico della città di Modugno: in quella circostanza, ancor più che dalle accuse giudiziarie (tuttora al vaglio della magistratura), era emerso dalle dichiarazioni stesse fatte agli inquirenti dai professionisti coinvolti quanto corruzione e tentativi di corruzione passassero sempre attraverso il feroce sforzo di sottrarre, quanto più possibile, al territorio pubblico metri quadrati e metri cubi da cementificare.

Sui tanti guasti delle Norme tecniche di attuazione del Piano Regolatore Generale riproduciamo qui la Relazione messa a punto da professionisti esterni allamministrazione (gli ingegneri Francesco Selicato, Francesco Rotondo, Sergio Selicato e Giuseppe Rotondo) sullart.4, Titolo II, a base delle ultime Norme approvate. La Relazione si può leggere cliccando qui, o sullicona, qui sotto riprodotta, della copertina della Relazione stessa.

Davvero da rilevare alcune affermazioni di questa Relazione tecnica, la quale sottolinea pesantemente il consumo del territorio e della legalità avvenuto con le Norme illegittimamente utilizzate per 15 anni.

In primo luogo, nella Relazione si trova la stigmatizzazione del reso libero, la possibilità cioè che venne introdotta con le norme illegittime del 1999 non solo di costruire su lotti liberi in aree centrali della città ma anche di abbattere, nelle stesse zone, le antiche case e realizzarne di RELAZIONE NTA punto 4completamente nuove su aree che, con gli abbattimenti, erano state rese libere:

stabilire la regola del reso liberofu - dicono infatti i tecnici nella loro Relazione (p.5) - una vera e propria anomalia tassonomica che non ha riscontro in altri contesti” e che tanti guasti ha prodotto in passato”.

La descrizione dell'urbanistica di Modugno che si fa nella Relazione è impietosa, ma risulta di fatto quella che colpisce chiunque si avvicini alla città: lunica cosa che contava negli anni 1999-2014 era la quantità dei vani da costruire non la qualità dellabitare, e quindi del vivere.

L’edilizia realizzata nel corso degli anni di applicazione della normativa di cui alll’art.4 - scrivono i tecnici - è quasi sempre, infatti, una edilizia poco attenta ai caratteri del contesto: cambiano i caratteri formali delle tipologie abitative; alle cortine edilizie originarie caratterizzate da superfici piene, concepite secondo regole di sobrietà degli elementi di prospetto, si sostituiscono facciate con superfici aggettanti a volte pesantemente invasive; si perde la continuità degli allineamenti del tessuto edilizio, così come la cadenza ritmica di porte e finestre; compaiono soluzioni progettuali artificiose tese a recuperare quantità volumetriche, come quelle che propongono i vani-scala all’esterno dei corpi di fabbrica; i parametri quantitativi si sostituiscono ai parametri qualitativi; l’uniformità cede il posto alle singolarità” (p. 6 della Relazione; corsivo nostro, ndr).

Modugno, dunque, emerge, dalla descrizione dei tecnici incaricati delle nuove NTA, come una città che si è sviluppata a misura del profitto degli imprenditori edili, e del ceto parassitario sviluppatosi attorno a quel profitto, non del benessere dei cittadini, tantomeno delle possibilità di lavoro per artigiani e operai (quasi sempre lavoratori a cottimo, provenienti da aree diverse della Puglia). Ancor meno, di conseguenza, tale sviluppo edilizio favoriva una città a misura dei bambini, degli anziani o semplicemente di persone con le loro necessità di aria e di spazi privati e pubblici, anche pedonali, o di verde.

Gli interventi di trasformazione hanno avuto anche pesanti ripercussioni sul carico urbanistico, il cui peso è fortemente aumentato, con conseguente incremento del fabbisogno di posti auto oltre che dei flussi di traffico in strade strette e poco adatte a tal fine. Le maggiori densità insediative che si sono concentrate nelle zone di completamento hanno certamente appesantito la mobilità urbana, affidata quasi interamente all’uso di autoveicoli privati che transitano con difficoltà all’interno di una magliaIstat2 vani2001-2006 video di ciaula stradale di ridotte dimensioni. Le strade sono state sottratte così alla fruibilità dei pedoni, ribaltando così le odierne concezioni, ampiamente condivise e ovunque auspicate, che mirano a privilegiare l’uso pedonale dello spazio pubblico(p. 6 della Relazione; corsivo nostro, ndr).

Quel che oggi appare quasi ovvio in una Relazione di professionisti incaricati di leggere il tessuto urbano di Modugno, e di apportarvi correttivi, nel 2014 pareva insostenibile.

La scoperta della illegittimità che per 15 anni aveva regnato a Modugno in campo edilizio fu causa, infatti, nel 2014, della caduta dell’amministrazione proprio per evitare che il sindaco Magrone, come aveva annunciato, inviasse formalmente alla valutazione della Regione Puglia le norme di costruzione introdotte nel 1999 illegittimamente: 13 consiglieri comunali, dopo essere persino arrivati a proporre, e ad approvare, l'istituzione di una Commissione truffa, si dimisero contemporaneamente il 22 agosto 2014 dinanzi ad un notaio, provocando lo scioglimento del consiglio comunale. La Regione Puglia, come aveva già preannunciato nel fuoco della polemica, ha successivamente cancellato tutte le abnormità che erano state introdotte nel ’99 e che si era tentato, ancora una volta, di reintrodurre nel 2014, con la redazione delle nuove NTA dopo la caduta dell'amministrazione Magrone.

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In un manifesto del 2014, Italia Giusta secondo la Costituzione sottolineò che, benché i 13 consiglieri di maggioranza e opposizione avessero fatto cadere l’Amministrazione Magrone, le coscienze individuali e collettive non sarebbero tornate indietro. Questa Amministrazione - disse Italia Giusta - può essere sconfitta nel Palazzo, molto più difficile è sradicarla nella società. Non si torna indietro”.

 

 

Oggi, finalmente, nonostante battaglie di retroguardia che, ancora, qualche gruppo di tecnici locali tenta di portare avanti per lasciare Modugno nelle condizioni di una città morta, l’urbanistica cittadina si apre, finalmente, a scenari sostenibili e vitali.

 

Italia Giusta secondo la Costituzione

 

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Sulla questione, Sudcritica ha pubblicato, dal 2014 ad oggi:

 

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Ultimo aggiornamento Lunedì 25 Dicembre 2017 19:03
 
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