=LA MANOVRA DI BILANCIO DELL'ITALIA= Stampa
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Scritto da Redazione   
Giovedì 22 Novembre 2018 10:37

moltiplicatoreLa Commissione Ue
e il moltiplicatore
del reddito

Se tutto potesse e dovesse verificarsi come afferma la teoria del moltiplicatore, Bruxelles avrebbe torto e l’Italia ragione. Ma la dinamica economica è piena di tante variabili il cui comportamento non è conosciuto e molto spesso è imprevedibile. Solo Bruxelles è depositaria della certezza assoluta di cui si nutrono anche in Italia tutti coloro che sia in economia sia in politica vivono sul “politicamente corretto”.

 di Mino Magrone

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La teoria del “moltiplicatore del reddito” fu parzialmente formulata dall’economista R. F. Kahn e sviluppata e ampliata da J. M. Keynes. E’ stata oggetto di furibondi e accesi dibattiti nel variegato panorama mondiale della teoria economica delle crisi cicliche e dello sviluppo e della crescita del reddito nazionale.

(Sudcritica video - riprese e postproduzione di Alberto Covella)

Il Governo italiano ha risposto alla Commissione europea in merito alla legge di bilancio che non ci saranno modifiche alla manovra di bilancio, nonostante la minaccia dell’avvio di una procedura d’infrazione: “Il programma del governo non cambia, ma c'è la volontà di discutere”, ha detto il ministro dell'economia, Giovanni Tria, al termine dell'Eurogruppo che si è svolto il 19 novembre a Bruxelles. Secondo la Commissione europea, la legge di bilancio approvata dal Governo italiano, oltre a presentare un deficit eccessivo e al di fuori degli accordi (2.4% anziché 1.6% con un incremento dello 0.8%, coperto con ricorso al debito pubblico), fa affidamento, soprattutto, su una stima molto ottimistica (Bruxelles lascia intendere ‘annacquata’) dell’aumento del Pil per il 2019 e il 2020.

 

Come è noto, nel rapporto tra debito e deficit da una parte e Pil dall’altra, quest’ultimo valore si trova al denominatore sicché un suo valore sovrastimato riduce l’incidenza percentuale sia del debito sia del deficit sul Pil, pur restando invariate in cifra assoluta le due grandezze al numeratore del rapporto.

Di questo si discute, dunque, tra Governo italiano e Commissione europea. Di ciò si parla ininterrottamente da tutti i teleschermi dei nostri televisori.

Una possibile soluzione del dilemma potrebbe stare nello scioglimento di questi due interrogativi: 1) la teoria del moltiplicatore del reddito sostiene, a ragione, che esiste una relazionedebito pubblico italia - C 2 infografica 1000917 0 image necessaria tra l’incremento della domanda globale (consumi e investimenti) e gli investimenti, la domanda e il Pil? 2) E ancora, è giusto dire (come fa il moltiplicatore del reddito) che gli incrementi delle grandezze sopracitate sono più marcati quanto più grande è il valore del rapporto tra incremento del consumo e incremento del reddito (propensione marginale al consumo, secondo Keynes)? Infatti, se l’incremento del reddito è, supponiamo, 10 e l’incremento del consumo è 5, la propensione al consumo è 0.5, vale a dire la metà dell’incremento del reddito. Se invece è, caso limite, pari a 1 ciò vuol dire che tutto l’incremento del reddito è stato utilizzato in aumento della domanda globale e, con ciò, la “preferenza per la liquidità” e la sua azione frenante sulla crescita sono azzerate.

Il Governo italiano nella legge di bilancio ha previsto trasferimenti dallo Stato ai cittadini di 9 miliardi per il reddito di cittadinanza, di 7 miliardi per ridurre l’età pensionabile e di 2 miliardi per far scendere la pressione tributaria.

Questi trasferimenti (aumento della domanda globale), secondo il Governo, faranno crescere il Pil dall’1.2% del 2018 all’1.5% del 2019 e all’1.6% per il 2020. In definitiva, i trasferimenti totali sarebbero di circa 20 miliardi nel 2019.

E’ a questo punto che il Governo crede che l’incremento dei trasferimenti metterà in moto il meccanismo del moltiplicatore del reddito che mostrerà la sua capacità di moltiplicare l’incremento iniziale del reddito in tanti altri successivi incrementi derivati dal primo impulso alla crescita.

Le cose dovrebbero andare così: supposto un incremento iniziale di 100 e data una propensione marginale al consumo di ¾, il primo incremento derivato dopo l’impulso iniziale di 100 sarà di 75; il secondo incremento derivato sarà di 56.26, il terzo di 42.20 miliardi, e così via.

Gli incrementi derivati, mano a mano che si succedono, si riducono e tendono verso il limite che non raggiungeranno mai. Il moltiplicatore rappresenta l’impulso iniziale più tutti i suoi incrementi derivati. Nel nostro esempio, il limite è 400. Vale a dire il quadruplo dell’incremento iniziale.

Se tutto ciò potesse e dovesse verificarsi realmente, come afferma la teoria del moltiplicatore, anche sotto questo riguardo Bruxelles avrebbe torto e l’Italia ragione. Ma la dinamica economica è piena di tante variabili il cui comportamento non è conosciuto e molto spesso è imprevedibile. Solo Bruxelles è depositaria della certezza assoluta di cui si nutrono anche in Italia tutti coloro che sia in economia sia in politica vivono sul “politicamente corretto”.

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Ultimo aggiornamento Giovedì 22 Novembre 2018 11:10
 
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