=DALLE CENERI DELL'EX CEMENTERIA LA RIVOLUZIONE MORALE DEI CITTADINI= Stampa
Valutazione attuale: / 0
ScarsoOttimo 
Scritto da Redazione   
Sabato 12 Novembre 2011 12:22

LOIACONO

 

 

 

L’intervento-testimonianza di Nicola Loiacono

al Convegno di Italia Giusta secondo la Costituzione

Caso Modugno. Di male in peggio. La cementeria dei rimorsi e dei morti"

 

foto sudcritica

Luca Scardigno, Rina Scardigno, Anna Mele, Saverio Dalonzo, Carlo Di Ciaula, Girolamo De Benedetto, Leandro Pollacchi, Vincenza Grillo, Marchetto Di Ciaula, mio padre, il dott. Pinuccio Loiacono, sono solo alcuni dei tantissimi nostri concittadini, amici, parenti, genitori colpiti da un male che di oscuro ormai ha ben poco, considerando che non conosciamo il modo per debellarlo ma, di certo, siamo ben informati sulle sue cause, soprattutto se ci riferiamo alla città di Modugno e all’inquinamento che infesta la sua aria.

Se ho accolto con piacere l’invito del dott. Magrone di partecipare a questo convegno l’ho fatto per loro che non ci sono più, per coloro che ci sono e per quelli che verranno, in particolare per i miei figli.

 cementeria_loiaconoNon voglio addentrarmi in questioni tecniche di cui i relatori che mi hanno preceduto e mi seguiranno sono ben più esperti, semplicemente, con il mio contributo, vorrei riuscire a dare seguito, in modo molto più modesto, all’operato di mio padre che si è speso tanto per combattere contro gli ecomostri (centrale a turbogas, cementeria dismessa, antenne UMTS) che hanno accerchiato o rischiano di accerchiare la sua amata Modugno e che a causa di quello che lui stesso chiamava una sovrapposizione di effetti, hanno provocato e rischiano di provocare sistematicamente la morte di innumerevoli cittadini modugnesi per tumori innegabilmente connessi a fattori ambientali. Anche mio padre, che durante la sua battaglia spesso è rimasto isolato, altre volte ha trovato tanti consensi – ignorati, tuttavia, dalle amministrazioni precedenti -, è rimasto beffato da quella sorte che egli stesso aveva cercato di rendere meno precaria per tutti sia con il suo impegno professionale sia con le sue iniziative sociali e sempre lontane dalla politica intesa nella sua accezione peggiore.

Io, che per tanti anni sono rimasto a guardare consapevole dell’importanza delle cause portate avanti da mio padre ma forse inconsciamente convinto dell’estraneità del problema inquinamento e delle relative conseguenze, mi sono dovuto rendere conto di quanto sia facile essere investiti da un male (il cancro) che non fa differenze, che non si chiede se tu sia povero o ricco, buono o cattivo, di destra o di sinistra, consigliere, assessore, sindaco o cittadino comune, medico o paziente. Siamo tutti uguali dinanzi al tumore, eppure, non tutti sembrano ricordarselo e ignorano il problema fino a quando non ne sono direttamente coinvolti. Questa dovrebbe essere una battaglia comune e invece solo una piccola parte di cittadini modugnesi, consapevole della gravità dell’inquinamento atmosferico di Modugno e di tutto ciò che lo stesso determina, cerca di affrontarlo seriamente. Non voglio dire che la restante parte dei cittadini è troppo presa a curare altri tipi di interessi - senza rendersi conto che in mancanza della salute è difficile godersi tutto il resto - ma troppe volte ho avuto motivo di pensarlo di fronte all’indifferenza di chi, quanto meno per doveri professionali, avrebbe dovuto attivarsi per la causa antinquinamento. Era proprio in queste occasioni che pensavo e dicevo a mio padre: “Ma chi te lo fa fare, tanto non cambierà mai nulla! Ti stai dannando inutilmente”. E lui, stretto tra le spalle, mi rispondeva: “Nico, bisogna perseverare nelle cose in cui si crede” e lui credeva che le cose sarebbero migliorate!

Ricordo come se fosse ieri - e sono sicuro che anche molti di voi se lo ricorderanno - il periodo (circa sei anni fa) della raccolta delle firme di cittadini modugnesi contro l’installazione dell’inceneritore e delle centrali termoelettriche e a favore della conversione ecologica dell’area industriale: a nulla è servito il suo impegno. Tornava stanco dal policlinico e si dedicava all’organizzazione di incontri e manifestazioni per bloccare la realizzazione di una centrale che non avrebbe portato nulla di buono al nostro paese….mio padre, insieme alle cinquemila persone che firmarono quella petizione e che chiedevano spiegazioni all’ex sindaco Pino Rana, è stato completamente ignorato.

Dopo la morte di mio padre, tra tutte le sue carte, ho ritrovato insieme a quelle cinquemila firme, la copia del manifesto affisso in Modugno per promuoverne la raccolta, manifesto che recitava così: “Scanzano, Rapolla, Ariano Irpino, Modugno, idealmente uniti da un progetto comune: difendere la salute di tutti, difendere il territorio e l’ambiente, produrre qualità della vita”. Non solo, mi sono imbattuto in appunti, manoscritti, appelli noti a me e alla cittadinanza modugnese, come il famoso tazebao esposto in Piazza Sedile del “cavaliere sul cavallo bianco sporco” - un chiaro riferimento all’ex sindaco Rana - scritto ed esposto da mio padre circa un anno dopo quella famosa raccolta di firme al fine di denunciare la scottante delusione dovuta all’indifferenza dell’amministrazione comunale. Di quel tazebao e dell’amara ironia che lo caratterizzava, vorrei ricordare i passaggi salienti: “Un anno è trascorso da quando si costituì in Modugno l’“Associazione di cittadini”, un gruppo di pochi modugnesi, di cui il sottoscritto faceva parte, e per la prima volta si spalancava la finestra del Palazzo (S. Croce) sul cortile ormai saturo di rifiuti e sostanze inquinanti. Erano ormai tre anni che i nuovi inquilini del palazzo, col capo condomino eletto e votato anche da noi, l’avevano occupato, inneggiando ad un rinnovo dell’arredo, e si aprivano le finestre per un ricambio totale di aria. Così non è stato; si sono aperte le finestre che si affacciano sulla piazza, dove c’è la gente che conta, con cui si chiacchiera e si intrecciano intese di ogni genere. Quella sul cortile è rimasta irrimediabilmente chiusa; per negligenza, miopia o…altro? Nel cortile c’era ancora, e c’è ancora di tutto: dall’amianto della cementeria ai depositi maleodoranti di materiali per la produzione di concimi, ai fumi di ciminiere, olearia e non, ai gas delle auto, per finire con le onde elettromagnetiche. Il capo condomino (…) disse “ci penso io”, e salito in groppa al suo cavallo bianco sporco cominciò a girare su se stesso non sapendo dove dirigersi. (…) Il nostro cavaliere, con la lancia e con l’arco, sul suo cavallo bianco sporco, in rappresentanza della comunità, si batte da solo, così afferma, e giustifica in tal modo le sue sconfitte “perché solo” contro i mulini a vento della Capitale. Sorride sempre (è un dono di natura), anche quando sprona il suo destriero contro i presunti avversari (i più, compagni di piazza), è gioviale, siede a tavola, invitato e non, con tutti quelli che festeggiano un evento (…). Non banchettavano alle feste di compleanno e marciavano, invece alla testa dei concittadini, contro i decreti romani inquinanti e deliranti, i sindaci di Scanzano, Rapolla e Ariano Irpino: loro hanno vinto, come Davide contro il gigante Golia”.             assemblea_11_11

A distanza di tanti anni da quel tazebao nulla è cambiato, anzi, la situazione descritta da mio padre oggi è solo peggiorata.

Curiosando tra le carte, ho ritrovato anche le copie dei volantini distribuiti in occasione dell’opera di informazione e sensibilizzazione condotta da mio padre, da me e da numerosi altri cittadini di Modugno contro l’installazione delle dannosissime antenne UMTS nel centro abitato. Per non parlare degli interi fascicoli conservati nel suo studio sulla questione cementeria il cui contenuto, in gran parte, mio padre aveva provveduto a depositare presso la Procura di Bari insieme ad un esposto denuncia riguardante la pericolosità delle polveri di amianto provenienti dalla vecchia cementeria dismessa… inutile dire che anche questa iniziativa, nonostante i successivi e accorati appelli rivolti da mio padre al Sostituto Procuratore della Repubblica di Bari, non ha trovato alcun seguito, esattamente come tutte le altre indirizzate al sindaco e all’amministrazione comunale di Modugno sul medesimo problema. 

La restante parte del contenuto di quei fascicoli ho deciso io stesso di consegnarlo al dott. Magrone quando, pieno di fiducia e di orgoglio, ho accettato la sua proposta di ricordare mio padre e le sue iniziative in un comizio elettorale e sul giornale “Sudcritica”. Ancora più gratificato mi sono sentito quando lo stesso Magrone mi ha comunicato la sua intenzione di proporre la realizzazione di un parco pubblico nell’area della cementeria al Dott. Pinuccio Loiacono: oltre alla soddisfazione di vedere finalmente e giustamente risolta la questione della cementeria, inutile negare che mi renderebbe particolarmente felice sapere che dopo tanta indifferenza, in tal modo, verrebbe conferito a mio padre un riconoscimento di cui lui sarebbe stato ancora più fiero di un qualsiasi altro titolo professionale. Mi verrebbe da pensare, se questo progetto andasse in porto, sempre a quella sorte beffarda che in vita non gli ha permesso di godersi la gioia di giocare con il suo nipotino Giuseppe e che, invece, ora che mio padre è lassù o chissà dove, forse, gli dedicherà un parco in cui tanti bambini correranno e si divertiranno.

Io non so se mai nell’area della cementeria ci sarà questo parco pubblico, né so se lo stesso si chiamerà come mio padre, so soltanto che non ho più voglia di restare tra la schiera degli indifferenti, ed è per questo che oggi, da oggi, ho deciso di dare il mio contributo a questa causa e, nel frattempo, il mio contributo lo dedico io a mio padre.

 

 







Ultimo aggiornamento Sabato 12 Novembre 2011 13:27
 
Condividi