=FALCHI E COLOMBE A MODUGNO, MA UN UOMO NERO LI SEGUE NELLA NOTTE= Stampa
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Scritto da Redazione   
Domenica 11 Novembre 2012 22:05

pecora_neradi pecora nera   

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(Le foto di rifiuti e di amianto riprodotte qui sono di Sudcritica e sono state tutte scattate a Modugno nel 2012,

quella dell''isola ecologica il 20 ottobre scorso')

 

Cara Sudcritica, come sai sono una vera pecora. Per questo, mi interessano abbastanza le questioni “animalesche”, frequenti nel Comune di Modugno. In questo caso si tratta di falchi e colombe. Non in senso metaforico. Ma si tratta anche delle condizioni di vita in questo paese e delle sue spese senza trasparenza.

Vorrei infatti segnalarti questo comunicato del Comune di Modugno, comparso sul sito istituzionale qualche giorno fa:

Rosso_Piccione“  Interventi per la riduzione della presenza di colombi nel centro storico
 

Venerdì, 9 Novembre 2012
L'incremento dell'avifauna infestante (piccioni) in alcune zone del centro urbano di Modugno sta creando numerosi problemi legati sia alla presenza di guano che al potenziale rischio sanitario. Nel rispetto delle normative nazionali e comunitarie che indicano i colombi di città come animali domestici e specie protetta, sono tuttavia necessarie misure volte alla riduzione della concentrazione di volatili in alcune zone della città, al fine di salvaguardare l'igiene pubblica e la salute dei residenti. Per tali motivi l'Assessore all'Ambiente Di Ciaula ha avviato un'analisi della situazione (valutazione quantitativa dell'avifauna infestante, individuazione delle zone a rischio maggiore) a partire dal centro storico, pianificando e attuando interventi correttivi.

 
"E' una iniziativa che mira a salvaguardare il decoro della città, in particolare del centro storico, e la salute dei residenti con mezzi che siano in linea con il rispetto per l'ambiente e con la tutela dell'avifauna urbana - ha dichiarato l'assessore Di Ciaula - e che si basano su una serie di attività non cruente finalizzate alla riduzione graduale della concentrazione di volatili nelle aree urbane maggiormente interessate da tale fenomeno, mediante operazioni di allontanamento progressivo per cerchi concentrici e di inibizione della nidificazione".
Tali attività, condotte da personale esperto, consistono in rimozione di carcasse e nidi, disturbo incruento dei volatili finalizzato al loro allontanamento, utilizzo di sistemi di falconeria durante le ore notturne, chiusura di cavità che possano prestarsi a nidificazione, ricerca, monitoraggio e bonifica di case abbandonate origine di focolai.

L'attività del personale specializzato, coadiuvata dai volontari della protezione civile, ha già generato, dopo il primo mese di attività, una rilevante riduzione della presenza di piccioni nei luoghi in cui si sta svolgendo. Le operazioni proseguiranno, in questa prima fase sperimentale, ancora per due mesi e in caso di comprovata efficacia potranno essere seguite da un periodo di mantenimento più prolungato.
 
"Con l'allontanamento dei piccioni tramite l'impiego del falco pellegrino abbiamo voluto mettere in campo non un'azione repressiva ma un'attività in linea con il rispetto per l'ambiente e la sua fauna; il falco, infatti, volando tra i palazzi e appoggiandosi sui cornicioni è addestrato per cacciare i piccioni senza ucciderli" - ha commentato il Sindaco Gatti”.

 Direi che in questi comunicati del Comune la parte – diciamo cosi’ – più ‘tenera’, se non vogliamo usare, comeamianto sarebbe d’uopo, la parola ‘patetica’, la fa il sindaco Gatti: egli si piega a ripetere qualsiasi cosa gli dicano di dire i cosiddetti esperti, lui si fida e ripete quel che gli dicono di dire. Non c’e’ l’amianto nella cementeria, gli dice – a dispetto di foto e video e testimonianze e interventi aziendali - un assessore funzionalmrnte inesistente (a proposito del quale e delle sue capcacità tecniche e comunicative basta guardare per credere su Sudcritica Inediti di letteratura istituzionale. Il consiglio comunale di Modugno”). Il sindaco Gatti, erudito dall’assessore funzionalmente inesistente, ripete pedissequamente che non c’e’ pericolo per la salute dei cittadini di Modugno perche’ non c’e’ l’amianto nella cementeria di Modugno (a dispetto di foto e video, di interventi incontrollati di rimozione di manufatti da parte dell’azienda e a dispetto di ispezioni di Nas e e Arpa). Un altro assessore, cosiddetto consapevole, dice al sindaco Gatti che non e’ cruenta la caccia ai colombi con i falchi pellegrini (animali rapaci e in quanto tali predatori, quindi talvolta cruenti) e lui ripete che per cacciare i colombi bisogna usare i falchi: “il falco, infatti, volando tra i palazzi e appoggiandosi sui cornicioni è addestrato per cacciare i piccioni senza ucciderli”. E che cosa fa il falco, quando incontra il colombo che deve cacciare (cacciare da caccia), gli canta una canzone, o meglio la ninnananna? A meno che il sindaco non intendesse dire: “scacciare” i colombi…

Ma, a parte l’impareggiabile sindaco (che forse fa così per poter far sempre la parte dello gnorri) quelli che sono incredibili sono gli assessori cosiddetti all’ambiente di questo disgraziato comune che si chiama Modugno (disgraziato nel senso di ‘non toccato da grazie’: naturalmente a parere di una pecora, non della maggior parte dei suoi cittadini, a quanto pare, e lsciano intendere, appagati dai loro amministratori)…

Del primo assessore, quello che fa a botte con la lingua, s’e’ (gia’) detto su questa rivista (vedi sopra la seduta di consiglio comunale sull’amianto, Inediti di letteratura istituzionale. Il consiglio comunale di Modugno, e poi quanto altro se n’e’ scritto su questa stessa rivista sempre a proposito dell’amianto della ex cementeria. Da ridere se non di_ciaulafosse da piangere…). Il secondo assessore: dice di se’ di occuparsi di ambiente ma ci racconta quello che possiamo leggere su internet una pagina si’ e una no… Le pecore come me hanno spesso sensazioni animalesche, e in quanto tali da perdonare…

Questo secondo assessore all’ambiente, per esempio, parla di RifiutiZero mentre tollera cassonetti stracolmi di rifiuti indifferenziati in tutto il paese, centro e periferia, in ogni quartiere e ad ogni ora del giorno e della notte (il tasso della raccolta differenziata a Modugno, secondo un dato dichiarato dall’amministrazione e fermo ad agosto scorso, e’ di un misero 14% per cento, tra i piu bassi di tutto il Sud: basti ricordare che la legge nazionale impone che entro il 31 dicembre 2012 si arrivi al 65%...). E per molti,20_ottobre_2012-modugno molti, molti, molti mesi ancora, nulla cambiera’…

Poi lo stesso assessore parla di piccioni e di falchi pellegrini ma anche in questo caso, come in quello dei rifiuti, non mostra di intendersene molto.

In primo luogo, bisognerebbe che l’assessore ricordasse che, al contrario di quel che e’ scritto nel comunicato, il colombo di città non è ritenuto un animale domestico ma selvatico. Per molti anni, infatti, si è discusso a proposito dello status giuridico del piccione di città, ma la sentenza n. 2598 della Corte di Cassazione del 26 gennaio 2004 ha chiarito che il colombo di città (detto anche piccione torraiolo) deve essere annoverato tra la fauna selvatica.  Sottolinea la Lega antivivisezione (Lav): “La Suprema Corte, affermando che “in tema di attività venatoria, il colombo o piccione terraiolo va incluso tra gli animali selvatici in quanto vive in stato di libertà naturale nel territorio nazionale, sicché ne è vietata la caccia o la cattura”; ha precisato inoltre che la fauna diventa domestica solo quando la sua condizione di vita è interamente governata dall’uomo in ordine ai profili riproduttivi, alimentari e abitativi. Sotto questo aspetto non può dirsi che il piccione torraiolo appartenga a una specie domestica, giacché - pur vivendo prevalentemente in città - si riproduce e si alimenta e si ricovera in modo autonomo, indipendente dall’intervento umano (neppure per i piccioni di Piazza S. Marco a Venezia l'alimentazione è totalmente dipendente dal mangime offerto dai turisti, e comunque questa tradizionale abitudine non li consegna al completo controllo dell'uomo).”

Appartengono invece alle specie domestiche o addomesticate il piccione viaggiatore e quello allevato per motivi alimentari o sportivi.

In secondo luogo, l’assessore dovrebbe spiegare al sindaco Gatti che la responsabilità degli animali considerati come domestici ricade sul Sindaco ma gli animali selvatici, in base alla legge 157/92, sono  considerati patrimonio indisponibile dello stato. I Comuni non hanno perciò autorità nell’emanazione di ordinanze che prevedano la cattura o la soppressione dei piccioni, i quali rientrano tra le specie protette. Il controllo della popolazione colombacea può essere compiuto solo dalle Province (delegate dalle Regioni) e praticato mediante l’uso di metodi ecologici, su parere dell’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica (Infs), ora Ispra. Solo qualora l’Istituto verifichi la non efficacia di tali metodi di contenimento numerico, le Province possono autorizzare piani di abbattimenti.

Il sindaco – dovrebbe rammentare l’assessore all’ambiente – ha invece competenza in materia di Sanita’ e igiene: questo vale per il guano dei colombi ma vale ancora di piu’, per esempio, per l’amianto della ex cementeria di Modugno Italcementi (Italgen), amianto che invece non turba per nulla ne’ il sindaco ne’ l’assessore ecologico.

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Il guano dei colombi a Modugno preoccupa infatti sindaco e assessore molto di piu’ dell’amianto di Italgen al punto che giungono a parlare di “utilizzo di sistemi di falconeria durante le ore notturne”. A questo riguardo, si deve in primo luogo ricordare loro che il falco e’ un rapace diurno: quindi di notte dorme e non fa interventi di disturbo dei colombi che, d’altra parte, dormono a loro volta. Sempre lo stesso assessore dovrebbe ricordare, inoltre, che importare un falco sic e simpliciter non si puo’; lo si puo’ fare soltanto con personale autorizzato a farlo: i falconieri, alcuni dei quali ormai da almeno 20 anni addestrano i falchi a scacciare i colombi da alcuni, determinati, edifici.

La presenza dei falconieri e’ necessaria perche’, in Italia, il falco e’ considerato un’arma (proprio cosi’): se non e’ autoctono, il falco e’ un’ arma e deve essere gestito da una persona adeguata, dotata di porto d’armi (proprio cosi’). L’intervento del falconiere costa una certa – notevole - quantita’ di denaro (e non si fa di notte, a maggior ragione se il falco deve svolgere azioni di disturbo e non ‘cacciare’).

Dice il sito della Falconeria, che sembra proprio quello dal quale l’assessore ha tratto il proprio piano antipiccioni (ovviamente una povera pecora non puo’ sapere se il piano sia stato tratto proprio dal sito dei falconieri ma solo se il piano per il modo schematico in cui e’ descritto ci assomigli). Detto en passant, il piano dei falconieri per l’allontanamento degli “animali nocivi” si chiama infaustamente “la soluzione finale”:

Come si sa, il controllo dei “pests” (animali nocivi) è un problema complesso e dunque esso richiede una soluzione complessa; una soluzione complessa è data dall’insieme di molte soluzioni che lavorano insieme, in modo integrato[…].
Nel caso del controllo di uccelli nocivi dunque, la nostra metodologia di intervento integrata prevede l’applicazione di un insieme di tecniche di allontanamento contemporaneamente, incluso l’uso dei rapaci da falconeria.
- Per prima cosa, come è stato dimostrato da svariati studi scientifici, bisogna operare per rendere l’ambiente inospitale alla specie nociva: nel caso dei piccioni bisogna, per esempio, eliminare i due fattori “limitanti” della popolazione e cioè cibo e siti per la nidificazione.
-  Come seconda operazione bisogna bloccare l’accesso dei nocivi all’area di interesse ed eliminarne i posatoi (si usano appositi posatoi “chiodati” e reti)
- In terzo luogo si deve “far capire” ai nocivi che l’ambiente è anche pericoloso, usando dei predatori naturali, e cioè i rapaci da falconeria.
- Infine, ove possibile, si può “offrire” ai nocivi da allontanare una opzione alternativa, un’area dove “convincerli” sulla base delle conoscenze sulla loro biologia, ecologia ed etologia a spostarsi; tale area ha il vantaggio di poter essere “controllata” e dunque gestita nel modo migliore (anche dal punto di vista sanitario) e dove poter anche gestire i nocivi stessi nel modo migliore. Ne sono un esempio le piccionaie controllate dove è possibile sia attuare un controllo sanitario migliore sia ridurre la produttività dei piccioni sia controllare la sporcizia che essi creano e i vari disturbi.
[…] L’applicazione della tecnica integrata richiede dunque una preparazione molto elevata da parte degli operatori: bisogna conoscere alla perfezione tutte le metodologie di controllo, avere esperienza nella loro applicazione, bisogna conoscere a fondo le specie target e la loro biologia ed eco-etologia
”.

Inutile dire che l’amministrazione comunale di Modugno, senza offrire alcuna indicazione su costi e modalita’ del proprio piano, dice che il progetto e’ gia’ in atto da un mese (qual e’ la deliberazione di spesa e di intervento?), presume che esso abbia gia’ offerto utili risultati (misurati da chi e come?) e che e’ stato attuato dopo che “l'Assessore all'Ambiente Di Ciaula ha avviato un'analisi della situazione (valutazione quantitativa dell'avifauna infestante, individuazione delle zone a rischio maggiore) a partire dal centro storico, pianificando e attuando interventi correttivi”. L’assessore personalmente ha fatto questo? Inutile, credo, che io mi soffermi su quanto lungo e complesso gli esperti ritengono sia fare una valutazione quantitativa della popolazione colombacea in una determinata area e di quanti accorgimenti occorra adottare perche’ sia una valutazione attendibile. Se davvero della valutazione quantitativa dei colombi a Modugno s’e’ occupato personalmente l’assessore vuol dire che da mesi e mesi egli non si occupa che dei piccioni: ecco spiegato finalmente perche’ non ha tempo per occuparsi dell’amianto Italgen e neppure dei rifiuti…

Ma torniamo alla trasparenza di questo tipo di interventi a Modugno: quanto costa il “personale esperto”, da chi e’ stato scelto questo personale esperto, sulla base di quale bando di gara e di quale importo? Se non l’ha fatta personalmente l’assessore l’analisi della situazione e la valutazione quantitativa, la valutazione degli interventi da compiere, et cetera, chi l’ha fatta e quanto e’ costato questo? Tutte informazioni riservate, inutile consultare il sito dell’amministrazione… Possono sembrare domande di poco interesse, ma non e’ cosi’: secondo gli esperti, per esempio, ogni singolo intervento del falco pellegrino (con falconiere e porto d’armi annesso) puo’ costare tra i 200 euro e gli 800 euro. Quanti singoli interventi con falco sono stati previsti nel centro storico di Modugno? rispetto ad una colonia di piccioni di quale dimensione?

falcoSecondo il sito dei falconieri (non stiamo parlando dunque della Lega della protezione uccelli, che dovrebbe forse tutelare un po’ anche i piccioni, ma parliamo degli organizzatori della caccia col falcone…), “la falconeria da sola è però una metodologia estremamente costosa”. Anche per questo, occorre altro: “Un intervento di bird-control prevede prima un approfondito studio della situazione specifica locale, un monitoraggio e delle indagini preventive: il tutto è finalizzato a progettare la migliore strategia di controllo specifica e locale con l’uso delle tecniche integrate. Per esempio, il monitoraggio e le indagini preventive devono essere mirate ad individuare le specie target, il loro numero, la loro fenomenologia (dimensione delle popolazioni, stagionalità etc.), gli orari di attività, gli spostamenti, le zone frequentate e il loro uso (alimentazione, roosting, riproduzione etc.); sulla base di queste informazioni viene sviluppato il piano di controllo attraverso la tecnica integrata; si riesce così a “colpire” nel modo più efficiente, nei posti giusti, nel modo giusto e nel momento giusto. La tecnica integrata di controllo dei nocivi è dunque molto impegnativa e richiede una elevata quantità di competenze molto specialistiche, che spaziano dal campo biologico a quello zoologico, ecologico, ornitologico, veterinario fino al campo di applicazione tecnica vera e propria e alla falconeria”.

Di solito l’impiego dei falchi per dissuadere i colombi dallo stabilirsi in un determinato luogo viene fatto per interventi puntuali, che riguardano cioe’ un determinato edificio, non e’ un intervento indistinto. Questo perche’, sempre secondo i falconieri, le colonie di piccioni che si allontanano dal posto preso come fissa dimora tornano, dopo pochi minuti dall’intervento del falco, al posto di prima. Il lancio dei falchi, con permanenza in volo, inseguimenti e cosi’ via deve quindi continuare sinche’ si arriva allo scopo di far allontanare i piccioni da quel luogo ma “ci vogliono più giorni, facilmente si arriva a mesi di lavoro e dopo, raggiunto lo scopo, si fanno degli interventi sporadici per dissuadere dei nuovi arrivi o i vecchi che provano il rientro”.

Quindi, sempre secondo i falconieri,l’allontanamento a mezzo falchi è un ottimo metodo se fatto con i dovuti accorgimenti e per periodi più o meno lunghi con ritorni anche nel tempo o addirittura di stazionamento del falconiere”.

Costi assai elevati, dunque.

Dice la Lav (Lega antivisezione) per quanto riguarda gli interventi sui colombi:Il primo intervento da effettuare è la5_novembre_2011_Gatti_sindaco-primo_assessore_ambiente riduzione della ‘capacità portante’ del territorio, quindi devono essere drasticamente controllate le risorse trofiche mediante un’accurata predisposizione del servizio di rimozione dei rifiuti urbani”. Ma davvero? Quindi: eliminare la scandalosa situazione dei rifiuti nel centro storico significherebbe anche ridurre in maniera considerevole il problema dei colombi? Accidenti… chissa’ se l’assessore lo sa… 

Dice ancora la Lav:

Sterminare le colonie è inutile, in mancanza di interventi che riducano la fertilità dei volatili in breve tempo il valore numerico della popolazione tornerà ad essere identico a quello precedente le uccisioni perché, come accade per tutte le popolazioni di animali selvatici, anche per il colombo cittadino la grandezza del gruppo è regolata dalla capacità portante dell'ambiente. Cattura e successiva liberazione in zone distanti sono soluzioni inefficaci. L’homing, ovvero la capacità di ritornare a casa del colombo è molto sviluppata e quindi i colombi ritornano a casa entro brevissimo tempo dal momento del rilascio.
La sterilizzazione chirurgica, che prevede la cattura degli animali con loro evidente stress psico-fisico, si è rivelata decisamente costosa e inadeguata. Nonostante una certa fedeltà di coppia al nido, non è infrequente infatti che una femmina sia fecondata da più maschi, rendendo così inutile l’eventuale intervento di vasectomia, se questo non è effettuato su tutti i maschi fertili della colonia.
E’ importante ricordare che l’eliminazione mediante avvelenamento è un reato penalmente perseguibile e come lo spargimento di sostanze velenose costituisca un pericolo per l’uomo, gli animali e l’ambiente."
piccioneQuali sono i metodi ecologici e non violenti?
Per ridurre con successo e in maniera stabile nel tempo la popolazione dei colombi gli unici metodi davvero efficaci sono di tipo incruento e devono essere preceduti da un censimento che permetterà di stabilire:
- l’entità della popolazione, gli interventi da intraprendere, l’efficacia delle metodologie adottate”.

Quindi, senza censimento dei colombi (la valutazione quantitativa) non si puo’ stabilire che fare… Ma noi, a Modugno, siamo a cavallo: la valutazione quantitativa l’ha fatta l’assessore in persona…

 

Questo scritto – devo chiarirlo - ha una sola finalita’: quella di rassicurare i Modugnesi che se, nottetempo, incontrano per strada un uomo vestito da Federico II, che indossa un guanto da falconiere sul quale dorme un falco pellegrino, non si spaventino. Si tratta solo del loro assessore all’ambiente…

pecora_nera

Ultimo aggiornamento Lunedì 12 Novembre 2012 18:10
 
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