=ITALIA GIUSTA E LA MEMORIA VIVENTE DELLO STERMINIO RAZZISTA= Stampa
Valutazione attuale: / 0
ScarsoOttimo 
Scritto da Redazione   
Giovedì 26 Gennaio 2012 13:50

IL SEMINARIO DI ITALIA GIUSTA SECONDO LA COSTITUZIONE DEL 30 GENNAIO 2012

IL GIORNO DELLA MEMORIA CON GLI OCCHI DI OGGI 

_______________________

 

Il commento

 

foto_elisaItalia Giusta secondo la Costituzione

e la memoria vivente dello sterminio
 

 

di Francesca Di Ciaula

_________________

 

 

 

 

 

Elisa Springer con Nicola Magrone - foto Sudcritica 
 

Il razzismo italiano
 

Quale memoria difendere nella giornata del 27 gennaio, che da undici anni ricorre nel calendario delle ricorrenze ufficiali, perché non diventi stele funeraria, ceppo di marmo gelido scalzato dalle nostre vite e dalla quotidianità degli eventi? Accanto alla memoria degli orrori dei campi di sterminio, all'orrore della negazione dell'uomo e della sua dignità, perché non contestualizzare la memoria al periodo storico in cui si affermò qui in Italia l'assurda idea della superiorità di un popolo, una “razza” su di altre?
Ricordare che questo concetto violentemente imposto dal fascismo, fu diffuso e praticato nel nostro paese, riporta a quella concatenazione di fatti ed eventi, dove l'emanazione delle leggi razziali qui in Italia determinò l'estromissione dalla vita civile di tante famiglie di ebrei, l'abbandono di posti nel pubblico impiego come nelle Università, cacciata dalle scuole, esproprio di beni personali e proprietà di imprese e immobili. Puntare l'attenzione su quei fatti, così come si svolsero nel nostro paese, significa cercar di comprendere le difficoltà che i contemporanei ebbero nel valutare di volta in volta le circostanze, che determinarono le persecuzioni razziali, come pure i facili adattamenti nella società civile e le ambigue compromissioni di coloro che ebbero via facile nel sostituire gli ebrei in cariche prestigiose e non, impossessarsi delle loro proprietà private. Quanto di questa memoria storica è venuta alla luce? Quanto si sa delle cause dinanzi ai tribunali,  ancora in corso, promosse da  ebrei e dai loro eredi che richiedono la restituzione del maltolto?


Il giorno della memoria con gli occhi di oggi


Illuminante è stata la lezione del magistrato Nicola Magrone, autore del Codice breve del razzismo fascista (edizioni dall’Interno-sudcritica), ieri l'altro nella sede del movimento Italia Giusta secondo la Costituzione, nell'ambito dell'incontro Il giorno della memoria con gli occhi di oggi promosso dalla fondazione Popoli & Costituzioni.
Quale pacificazione c'è stata nei confronti delle minoranze perseguitate in Italia grazie alle leggi razziali del 1938? Quale riflessione è stata fatta sul ruolo dell'Italia nelle persecuzioni razziali nei confronti degli ebrei e altri gruppi minoritari, i cosiddetti diversi, zingari, gay, handicappati e dissidenti, così come oltre sponda a riguardo delle nostre miserie del colonialismo in Africa?
Anche comprendere le modalità con cui furono affrontati i risarcimenti agli ebrei negli anni successivi al conflitto, nell'ormai Stato democratico retto dalla nuova Costituzione, anche quello serve.  A capire quale volontà di ricomposizione del tessuto sociale ci fu allora, il lavoro che fu fatto e quello che ci resta ancora da fare.


L’ambiguità complice nelle anticamere dello sterminio
 

Si tratta di tracce di eventi non così lontani dalla nostra pacificata coscienza civile, bensì segni di lacerazioni ancora presenti nel tessuto sociale. C'è da interrogarsi davvero se i comportamenti ambigui che oggi registriamo nella nostra società, così come le prese di posizioni di dichiarata intolleranza nei confronti di chi è diverso da noi, traggono alimento dalle ferite profonde del razzismo allora praticato, accettato, sfiorato, riconosciuto, intuito.  Mille sfumature, zone grigie della coscienza cui ricondurre quella difficoltà a parlare e rendere testimonianza, allora, nell'immediato dopoguerra, come oggi, delle persecuzioni e dei campi di concentramento propriamente italiani, dove furono deportati tanti ebrei, che nel nostro paese vivevano. L'Italia anticamera di campi di sterminio di Auschwiz, Mathausen, Buchenwald.


I debiti da pagare
 

Allontanare, mettere fuori dal consorzio sociale minoranze e diversi, questo fu il razzismo di allora. Anche oggi, però,  zone grigie della coscienza ci consentono di guardare e accettare il campo di concentramento di Lampedusa, i ragazzi tunisini scomparsi nel  mare di fronte alle nostre coste, i lager nel deserto che appartengono al passato di ieri: i campi di detenzione di Gheddafi, resi possibili grazie agli accordi col nostro governo, per gli sfortunati della Terra, gli “immigrati illegali” che tentavano di arrivare in Italia. Anche nei confronti di quelle persone la nostra coscienza civile ha un debito da pagare.
All'indomani del conflitto mondiale, è mancato evidentemente questo al nostro paese, forse nell'urgenza della ricomposizione dello Stato e della ricostruzione, forse nell'urgenza di dimenticare. È mancato quel delicato, doloroso processo di riconciliazione, che riapre le ferite dei conflitti che hanno segnato la società civile. È mancata la voglia di guardarsi e capire e parlare. Forse era il desiderio di chiudere in modo affrettato quel capitolo vergognoso della storia del paese. La soluzione era consegnare tutto alle pagine di storia.
Oggi le commemorazioni ufficiali perseguono come allora lo stesso scopo, imbalsamare il passato, renderlo sterile spazio di ricordi. Di contro tutto questo, occorre una memoria collettiva, di gruppo sociale, una memoria che serve a riconoscerci e affrontare l'immagine di noi che la storia ci consegna. Uno sforzo dovuto. Se manca  siamo destinati a rimanere gli stessi di ieri, solo un po' più cambiati, solo un po' più civili.

______________________

___________


locandina_gravina

gravina  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

foto Covella/Sudcritica

GRAVINA IN PUGLIA 27 GENNAIO 2012

una lezione di maturità critica dei giovani di Gravina 

 

                       

Nicola Magrone, Liceo scientifico statale 'G.Tarantino' di Gravina in Puglia, 27 gennaio 2012

                                                                                                                                                            Sudcritica audio memoria by SudCritica


Io ho vissuto per non dimenticare quella parte di me, rimasta nei lager, con i miei vent'anni. Ho vissuto per difendere e raccontare l'odore dei morti che bruciavano nei crematori, per difendere la memoria di tutti i miei cari e di tanti innocenti, memoria che oggi si tenta ancora di infangare. Ho vissuto per raccontare che le ferite del corpo si rimarginano col tempo, ma quelle dello spirito mai. Le mie sanguinano ancora”. Sono parole di Elisa Springer, ebrea austriaca sopravvissuta ai campi di sterminio, e scomparsa nel settembre 2004, che la Fondazione onlus 'Popoli e Costituzioni', col Movimento 'Italia Giusta secondo la Costituzione' e la rivista Sudcritica, vuole ricordare in occasione del Giorno della Memoria. Per questo, ''per rendere omaggio a una lucida e profonda protagonista della piu' truce pagina della storia contemporanea'', e' stata organizzata a Modugno (Bari), nella sede di Italia Giusta (via X marzo 88), alle ore 19 un incontro col magistrato Nicola Magrone, direttore della rivista Sudcritica e autore di un corposo volume sulla legislazione fascista del razzismo (Codice breve del razzismo fascista', edizioni dall'interno-Sudcritica).
''Elisa - dice Magrone - era mite ma ferma nelle sue denunce: lo testimonia la prefazione che scrisse al mio 'Codice breve del razzismo fascista'. 'A distanza di piu' di cinquant'anni dalla Dichiarazione dei diritti umani - scrisse Elisa - la storia non ha ancora reso giustizia alla sofferenza e al sacrificio di milioni di innocenti. Ancora oggi, la testimonianza di aggressioni sociali, la violazione dei diritti fondamentali dell'uomo, gli odi etnici, ci fanno rimeditare sul senso vero di quei diritti pure affermati e propagandati con tanta solennita'. L'insensibilita', che nei lager era figlia della paura, della miseria, dell'abitudine anche, oggi si nasconde nella vacuita' dei dibattiti culturali sui diritti dell'uomo''. Nel dibattito si discutera' dunque anche delle condizioni politiche e sociali che portarono alle leggi razziali del fascismo che - sottolinea Magrone - ''non furono, come per anni si e' tentato di farle passare, una cosa straordinariamente eccezionale, anomala, imprevedibile, imprevista, non caddero dal cielo, ma furono il frutto di uno Stato autoritario che aveva via via eliminato ogni liberta' e diritto nei confronti dei suoi oppositori e per il cui mantenimento non fu secondario il ruolo dei ceti intellettuali e la resa via via di magistratura, esercito, sindacato''.

Ultimo aggiornamento Mercoledì 01 Febbraio 2012 12:22
 
Condividi