= L’AVEVAMO PREVISTO: IL TRIONFO DEL PARTITO PRESO, CHI COL GIUDICE CHI CON L’ILVA Stampa
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Scritto da Redazione   
Lunedì 13 Agosto 2012 12:50

 TRATTATIVA

Ma è la città distrutta il dato

che si vuol dichiarare scomparso

L’avevamo previsto. Il sequestro di parti importanti dell’Ilva, l’ordinanza del Gip, quella del Tribunale del riesame, sarebbero finite nel tritacarne del “dibattito politico” ammantato di disquisizione giuridica: che cosa può fare il Gip, che cosa il Tribunale. Tutti insieme i partiti a difendere l’occupazione comunque, il Governo, nazionale e regionale, dalla parte dell’occupazione, loro che hanno lasciato correre tutto fino alla tragedia di oggi, emersa oggi ma taciuta per decine di anni.

Per stare al macabro gioco della discussione giuridica (tutti riconoscono la gravità estrema della situazione e semmai, ci si deve chiedere come è stato possibile tirare la corda fino ai nostri giorni), rileviamo che la stragrande maggioranza dei “poteri” denuncia una sorta di straripamento dai suoi compiti da parte del Giudice (è curioso: non parlano mai, questa volta, del Pubblico ministero il quale a noi sembra un “convitato di pietra” a fronte della spropositata esposizione del Gip a dispetto del dato di fatto che il sequestro è stato richiesto da lui, noi riteniamo: doverosamente, tardi ma doverosamente). La cosa sorprende dal momento che tutti, Pm, Gip, Tribunale del riesame, partiti, governo, Regione non discutono e non dubitano, oggi, della necessità del sequestro; i “poteri” non negano la tragedia, chiedono invece che la causa della tragedia non sia immediatamente fermata (la produzione); onore alla città di Taranto e ai suoi morti, ma l’occhio (e il portafoglio) dalla parte dell’industria.

Noi avevamo previsto che il punto debole, allo stato, della catena degli interventi giudiziari stava e sta nel dispositivo della decisione del Tribunale del riesame che non dice esplicitamente se, in attesa e nel corso della predisposizione dei complessi “rimedi”, la produzione debba o no proseguire. Il Gip ha capito che il Tribunale ha detto di no e si è comportato di conseguenza; governi e partiti hanno inteso che si, la produzione deve proseguire, ne va di mezzo l’economia italiana. Questo è, oggi, il problema; il resto è nervosismo paragiuridico.

Si spera che l’attesa motivazione del Tribunale del riesame sciolga il dilemma con chiarezza e senza ambiguità. Sarà difficile, la cosiddetta politica, nazionale e regionale, essendosi appropriata del problema con il linguaggio suo proprio, quello degli imputati, quello di chi mostra e finge di non aver capito di che cosa si va discutendo, di che cosa li si accusa; essa è abituata ad atteggiarsi da proba “soccorritrice”, attentatrice qual è.

Si spera che il Tribunale del riesame di Taranto, nel motivare perché ha dato ragione al Pm e al Gip sul sequestro, parli e spieghi ai cittadini, in nome dei quali fa il suo mestiere e non si sieda lui pure ad un “tavolo di trattative”; la “trattativa” non è il suo mestiere.

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LA “TRATTATIVA”

Nei prossimi giorni pubblicheremo la seconda parta dell’ordinanza del Gip di Taranto con la quale il sequestro dell’Ilva è stato disposto. Di lì bisogna che si parta, dalle cose accertate e documentate, morti comprese. Il resto, appunto, è “trattativa”.

SUDCRITICA

Ultimo aggiornamento Martedì 14 Agosto 2012 17:21
 
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