=RACCOLTA DIFFERENZIATA E QUALITA' DELLA VITA= Stampa
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Scritto da Redazione   
Sabato 26 Ottobre 2013 22:06

di Giuseppe De Liso

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La raccolta differenziata è una risorsa enorme, può dare lavoro a migliaia e migliaia di persone, offrendo loro, peraltro, specializzazioni di alto livello. E’ una risorsa perché ripristina altre risorse e ottimizza le risorse del domani

 

L’ecologia non è o non è soltanto un comportamento civico che si può espletare adottando un buon criterio per la raccolta differenziata o mettendo in atto tutte le cautele quando si attraversano luoghi all’aperto; l’ecologia è anche e soprattutto l’estrinsecazione, lo specchio dell’educazione che ci è stata impartita fin da giovani; l’ecologia deve essere un modo di vivere, di pensare, di rapportarsi con la propria naturalità. Il concetto che ci siamo premurati di esprimere poc’anzi non ha l’obiettivo di investire direttamente il lettore o il cittadino, o entrambe le persone, e di sensibilizzarlo subito e a tal punto da catapultarlo in un modo radicalmente diverso di agire; né vuole essere il tassello di un sermone a basso costo, buono per tutte le stagioni. Esso vuole essere invece, nelle intenzioni di chi scrive, una indicazione estremamente sintetica del fatto che l’agire di tutti comporta, sempre, conseguenze a valanga sia sul piano sociale sia sul piano naturale (ancora vigente, checché ne dicano i mass media). Va da sé che se l’agire è buono, è cioè improntato alla migliore correttezza possibile, le conseguenze saranno positive (e non vi sono altri premi, né morali, né finanziari); e viceversa. L’atteggiamento qualunquista e superficiale di chi dice, “tanto, quello che faccio sta già pagato”, oppure, “come fanno gli altri mi regolo anch’io” non porta a nulla, e ricade pesantemente sulla comunità.

In concreto, si vuole richiamare l’attenzione sul problema della raccolta differenziata che a Modugno ha una percentuale bassissima (14%; gli obiettivi fissano la percentuale al 65%) e che, se incrementata, può dare vantaggi e benefici a tutta la cittadinanza. Ma, e questo è il punto, deve avere dietro, ragioni forti, imprescindibili. Che si voglia o no, la raccolta differenziata è il primo atto quotidiano con il quale si può offrire un contributo non indifferente al benessere generale.

  Sì, è vero, la Modugno Scarl, la società che si è aggiudicata l’appalto della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti a Modugno, non ha tenuto una condotta esemplare né la periodicità della raccolta è stata sempre  rispettata, per non parlare di quante clausole contrattuali sono rimaste solo su carta (pulizia e disinfezione cassonetti, erogazione bustoni per carta e plastica, impostazione di base per conferimento organico, etc.). E’ prassi generale ormai consolidata rilassarsi quando ci si aggiudica un appalto o una commessa e non fanno eccezione a questa regola non scritta e deprecabilmente consuetudinaria nemmeno le imprese di pulizia nelle grandi aziende e finanche l’aggiudicataria di un servizio nel piccolissimo ambito condominiale.

Non è nemmeno tanto agevole, anzi è decisamente arduo, addentrarsi nella materia che disciplina le deroghe e le proroghe a livello legislativo e giuridico-contrattuale (ormai le deroghe e le proroghe sono diventate il modo universale di intendere il diritto contemporaneo, dal lavoro all’attività parlamentare, passando per i cosiddetti Enti locali). Ma come si fa a spiegare in termini semplici che la direttiva della Regione Puglia prevede il compimento del servizio fino alla sua scadenza naturale, a meno che gravissimi incidenti non ne pregiudichino lo svolgimento, che la contrattualistica del settore andrebbe nel caos se fosse puntualmente disattesa per contrattempi e disagi?

E’ chiaro che il sistema italiano, fondato sul rimpallo delle responsabilità fra un’istituzione e l’altra, non funziona. C’è anche molta, troppa confusione: un conto è la gestione della raccolta dei rifiuti, un altro, lo smaltimento dei medesimi attraverso gli impianti. Sono cose ben distinte e molte volte sono affidate allo stesso soggetto. Ma siamo sicuri che il sistema americano, per esempio, con l’esasperata intraprendenza privata che lo caratterizza, garantisca sempre un servizio ottimale, non condizionato dal profitto commerciale più spicciolo?

Quello che bisogna capire è che la raccolta differenziata è una risorsa enorme, può dare lavoro a migliaia e migliaia di persone, offrendo loro, peraltro, specializzazioni di alto livello. E’ una risorsa perché ripristina altre risorse e ottimizza le risorse del domani. Se ognuno fa la sua parte, anche la famigerata tassa Tares, giustamente invisa a molti, dovrà commisurarsi agli esiti di un’efficace organizzazione. E ricordiamo che la sostenibilità non è una parola roboante che non designa alcunché, bensì la parola chiave per l’impostazione di qualsiasi attività umana. Sono i politici di professione che adoperano i termini a vanvera e si riempiono la bocca di un linguaggio che credono persuasivo perché à la page, ma poi sono i fatti a parlare per loro: basti pensare a tutto quello che hanno perpetrato ai danni degli automobilisti, la categoria di gran lunga più spremuta sul piano finanziario e più mortificata, ingiustamente sette volte su dieci, sul piano ambientale.

Insomma, oggi più che mai il problema vero è quello di dimostrare di essere all’altezza, di essere pronti a confrontarsi con una cittadina del Nord Italia, dove la pulizia, il decoro delle strade, il conferimento dei rifiuti sono diventati un abito mentale. Si pensi solo se ci fossero per ogni dove, in luoghi appartati e/o di transito, come effettivamente accade, piccole discariche a cielo aperto, peraltro incentivate da tutto un sistema di produzione industriale che non favorisce la riparazione di un prodotto tecnologico, semmai la scoraggia, uniformando ogni apparecchio, ogni strumento ad un bene ‘usa e getta’, per avere un ritorno finanziario drogato, spropositato. Alla lunga che succederebbe? Si arriverebbe a odiarsi gli uni cogli altri, come è successo a Napoli, ad autentiche scene di guerriglia urbana, a operazioni inconsulte di combustione nociva. E’ questo dunque che si vuole? Essere additati come cittadini che sono tornati indietro nel tempo, in un’epoca in cui i rifiuti venivano gettati per strada dalle finestre, assieme all’acqua sporca? Crediamo che ciò che si vuole è ben altro. Ma bisogna conquistarlo. Come? Cominciando a documentarsi, per esempio. Forse, non tutti sanno che un bambino, nei primi tre anni di vita, è portato ad utilizzare fino a una tonnellata di pannolini che sono composti, prevalentemente, da materiale sintetico e non riciclabile che impiegherà fino a 500 anni per decomporsi. Lo stesso dicasi per le cicche di sigarette abbandonate sulla spiaggia d’estate. Sapere significa consapevolizzarsi negli acquisti e non compiere atti irrazionali, sebbene apparentemente banali.

Ultimo aggiornamento Sabato 26 Ottobre 2013 22:57
 
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