=LA NATURA IN MOVIMENTO. DOVE DIVERSITA' SIGNIFICA SOLO RICCHEZZA= Stampa
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Scritto da Redazione   
Venerdì 18 Aprile 2014 15:54

FRANCESCA3“Il terzo paesaggio è un luogo di diversità e di accoglienza di piante che sono state cacciate altrove, è ricchezza gratuita. L'intervento del giardiniere è nell'andare incontro all'energia della natura senza utilizzo di sostanze chimiche”. Con Gilles Clément, paesaggista e botanico, nella ex caserma Rossani

 

di  Francesca Di Ciaula
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13 aprile 2014. Bari, ex caserma Rossani. Un luogo abbandonato con un'impressionante presenza di vegetazione. Qui al centro di una città, la natura sta conquistando spazi tra le rovine di un vasto complesso adibito un tempo ad usi militari. La passeggiata con Gilles Clément, paesaggista e botanico, tra costruzioni di cemento in rovina, spianate di asfalto e terra battuta, arbusti e specie erbacee di ogni tipo, è stata una piccola lezione nell'osservazione delle piante a comprenderne gli adattamenti e i cambiamenti nel tempo di uno spazio che si sta modificando in maniera spontanea. È uno spazio dalle incredibiliFRANCESCA2 potenzialità – ha spiegato Clément - che può divenire “un luogo che educa e insegna”. Oggi è punto di aggregazione e di incontro, soprattutto di tentativi di riconquistare spazi di vita al centro di una città. E qui la lezione di Clément: l'importanza di una progettualità che al luogo si piega, senza voler modificarlo con sovrapposizioni di visioni votate all'efficienza, alla produzione e al consumo. Un progettualità che contiene la dimensione della partecipazione.

Qui la ricchezza sta tutta nella povertà del luogo, in quella condizione di residualità che ha favorito lo sviluppo della diversità biologica di specie erbacee. Diversità è ricchezza, sacca e potenzialità di crescita e cambiamento. È il giardino del Terzo paesaggio, un giardino in movimento, un giardino senza giardiniere. “Il terzo paesaggio - ha detto Clément - è un luogo di diversità e di accoglienza di piante che sono state cacciate altrove, è ricchezza gratuita. L'intervento del giardiniere è nell'andare incontro all'energia della natura senza utilizzo di sostanze chimiche”. Improduttività dei luoghi. Qui, in questo luogo come in tutti gli “spazi indecisi, privi di funzione sui quali è difficile posare un nome”, quelli che Gilles Clément nel suo Manifesto del Terzo paesaggio chiama residui, spazi provvisori e di scarto, “siamo utili solo se non facciamo niente”. Sulle chiazze di asfalto corrose dal tempo, dove il FRANCESCA4muschio sta intaccando l'asfalto “sta nascendo un pre-prato, perchè qui ci sono batteri che permettono l'insediamento di altri organismi biologici, da qui può partire persino una foresta. Questo è uno spazio povero, una radura che lascia aperto e luminoso il luogo”, ha spiegato Clément.

È la natura che da sola avvia il processo di purificazione. Non c'è bisogno di altro intervento umano se non quello di assecondare “il movimento del giardino”, poiché qui arrivano piante fitodepurative come le crocifere, che accelerano il processo di bonifica. Si tratta di un processo lungo, che può durare anche cinquant'anni quando il terreno è particolarmente inquinato. Nell'attesa - ha continuato Clément - si può far nascere un parco, un giardino per il tempo libero, dove la distribuzione degli spazi può dar luogo a dei temi, piste a partire dalla diversità erbacea per connotare i luoghi e alimentare quell'impegnativo tentativo che è la ricerca dell'identità dei luoghi. Per Clément questo percorso può essere subito avviato qui con un vero e proprio progetto pedagogico. Pedagogia del luogo. Il tema dello spazio diventa il tema dell'intelligenza del luogo, un luogo da spiegare e rendere intellegibile alla gente che vive la città.

E poi un pensiero forte: le riserve naturali sono buona cosa, ma hanno lo scopo anche di generare   buona coscienza. Anche lì lo schema di approccio al luogo non è lontano da quello produttivo. Il giusto approccio ai luoghi, l'unico da considerare, è piuttosto assecondare la natura e non introdurre sostanze estranee. “Non saranno le riserve naturali che ci salveranno se non decidiamo di limitare l'inquinamento”. Alla domanda se esiste un luogo non inquinato, Clément ha risposto di no. Anche sulle cime delle montagne la neve può essere inquinata. Le piogge che contengono sostanze dannose cadono anche lì. “Navighiamo nella stessa acqua. L'acqua che noi beviamo è stata bevuta prima di noiFRANCESCA1 da altre piante e animali. La questione è riqualificare gli elementi aria, suolo, acqua piuttosto che proteggere e rendere sacri i luoghi”. Un pensiero deciso cui ricondurre ogni azione ogni intervento sull'ambiente che viviamo.

Questo luogo al centro della città di Bari, può avere questa valenza, essere investito di questo pensiero e vocazione. Uno spazio che accoglie e che insegna, il cui accesso è già azione civile, è accedere al diritto di vivere la città secondo i tempi della natura, che essenzialmente ci appartengono, dove scorre anche la nostra quotidianità di vita.

Ultimo aggiornamento Venerdì 18 Aprile 2014 16:36
 
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