=VENTI ANNI DI SEGRETI: MEDITERRANEO MARE DI MORTI SENZA VERITA'= Stampa
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Scritto da Redazione   
Lunedì 03 Novembre 2014 15:33

francesco padre1Per domani, 4 novembre, nella chiesa Madonna della Rosa a Molfetta (via Giovanni Paolo II), il 'Comitato Francesco Padre - verità e giustizia', nel ventennale della morte dei cinque uomini  del motopeschereccio Francesco Padre ML990 insieme con il loro cane Leone, ha organizzato un incontro pubblico per parlare di 'Venti anni di silenzi, omissis, indagini, segreti di stato, verità': per parlare di una vicenda a proposito della quale - sottolinea il 'Comitato' - "mentre la verità dei fatti è emersa in tutta la sua drammatica evidenza, la verità giudiziaria è ancora silente".

Pubblichiamo qui le interrogazioni e il progetto di legge messi a punto da Nicola Magrone nel 1994-1995 per sollecitare approfondite indagini e interventi in favore delle famiglie colpite e per chiedere l'istituzione di una commissione di inchiesta sull’attentato al motopeschereccio Francesco Padre di Molfetta e sul traffico di armi nel Mediterraneo, in connessione con le morti di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin e con la strage a bordo del traghetto Moby Prince.

Nella notte tra il 3 e il 4 novembre 1994, il peschereccio molfettese Francesco Padre era a pesca nelle acque a una ventina di miglia dascafo Francesco padre Budva, dinanzi al Montenegro: a bordo cinque uomini e un cane (il comandante Giovanni Pansini, 45 anni, Luigi De Giglio, 56 anni, Saverio Gadaleta, 45 anni, Francesco Zaza, 31 anni e Mario De Nicolo, 28 anni, con il loro cane Leone).  Poco dopo la mezzanotte, la barca affondò portandosi giù i loro corpi. La prima interrogazione sulla vicenda Magrone la presentò il 7 novembre 1994 (primo firmatario Rosaria Lopedote; cofirmatari Giusi Servodio e Fabio Perinei).
Eccola: http://storia.camera.it/documenti/indirizzo-e-controllo/19941107-interrogazione-risposta-scritta-4-04845-2#nav

Vi si chiedevano tra l'altro finanziamenti per le famiglie: un mese dopo l'affondamento, il 7 dicembre 1994, il governo decise un risarcimento di 50 milioni di lire per ciascuna delle famiglie delle vittime, risarcimento che però non è poi mai stato consegnato. Anche perché diveniva sempre più chiaro che le cause dell'affondamento stavano certamente nella situazione di guerra di fatto esistente allora in Adriatico. D'altro canto in quegli anni, per le guerre in corso nei Balcani avvenne una serie di altri episodi dei quali furono vittime altri marittimi nel Basso Adriatico.
E' del 7 dicembre 1994 la seconda interrogazione di Magrone sulla questione: ne viene fuori un quadro agghiacciante.
http://storia.camera.it/documenti/indirizzo-e-controllo/19941207-19950728-interrogazione-risposta-scritta-3#nav

Risalgono invece a luglio del 1995 la terza interrogazione di Magrone sulla vicenda e la proposta di istituire una commissione di inchiesta sull’attentato al motopeschereccio Francesco Padre di Molfetta e sul traffico di armi nel Mediterraneo connesso verosimilmente con le morti di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin e con la strage a bordo del traghetto Moby Prince.
Ecco la terza interrogazione:
http://storia.camera.it/documenti/indirizzo-e-controllo/19950728-interrogazione-risposta-commissione-5-9#nav

 

proposta inchiesta parlamentare magrone

e la proposta di inchiesta parlamentare (per leggerla clicca sull'icona).

 

 

 

 

Il procedimento penale per l'affondamento del Francesco Padre, nonostante le verità già emerse, nel 1997 fu archiviato perché secondo i consulenti nominati dal pm inquirente della procura di Trani il peschereccio era affondato per un'esplosione avvenuta a bordo: sui marittimi morti calò con quell'archiviazione anche l'onta del sospetto che trasportassero clandestinamente armi.

Il 6 luglio 2009, il governo Berlusconi copre l'intera vicenda con il segreto di Stato. Qualche mese dopo, il giornalista Gianni Lannes pubblica un libro, Nato colpito e affondato, nel quale ricostruisce che il Francesco Padre sarebbe stato al centro di un teatro di guerra guerreggiata.

Il 19 febbraio 2010 il pm della procura di Trani Giuseppe Maralfa riapre le indagini ipotizzando il reato di omicidio volontario: il 4 ottobre 2011 viene compiuta l'ispezione visiva dei resti del motopeschereccio a 243 metri di profondità.

All'incontro domani a Molfetta partecipano il sindaco, Paola Natalicchio, il giornalista Gianni Lannes, Nicola Magrone, l’ammiraglio Salvatore Giuffré, ec comandante della Direzione Marittima della Puglia e della Basilicata Jonica e del Compartimento Marittimo di Bari, il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Trani, Carlo Maria Capristo, l’avv. Nicky Persico che ha difeso le famiglie delle vittime del Francesco Padre nel nuovo procedimento giudiziario e Giovanni Modugno, comandante del Gruppo Operativo Subacquei Marina Militare Italiana, col palombaro Angelo Nitti che hanno partecipato nel 2011 alle operazioni di ispezione visiva dell’imbarcazione che ancora giace in fondo al mare.

Verrà proiettato in anteprima nazionale il cortometraggio Francesco Padre della regista Donatella Altieri.

 
Ultimo aggiornamento Lunedì 03 Novembre 2014 18:56
 
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