=GIOCO DI PRESTIGIO. LA MINORANZA CHE GOVERNA= Stampa
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Scritto da Redazione   
Domenica 18 Novembre 2012 12:54

legge_acerboI riformatori lavorano per un "governo dei presenti e vigilanti"

" Il popolo anela di vedere la formazione di una maggioranza omogenea o, come si esprime con l'usata energia il Presidente del Consiglio [Benito], di veder debellata al sommo della cosa pubblica ogni incertezza e tergiversazione, una vibrazione di forze convergenti, un Governo conscio dei suoi doveri e capace di adempierli" 

 

La discussione, più segreta che pubblica, sulla ennesima riforma della legge elettorale in vista delle prossime elezioni politiche, viene propagamdata da tutti i partiti come un'opera necessaria a rafforzare la nostra democrazia. Tutto ruota, il resto riguardando dettagli da mercanti, sul cosiddetto premio di maggioranza e sul cosiddetto quorum per essere ammessi alla spartizione del bottino elettorale: più grosso il premio di maggioranza più prospettive di stabilità dei governi; più alto il quorum meno forze minoritarie in Parlamento a disturbare il quieto lavoro del partito unico.

Il tono dei promotori di così profonda riflessione è quello dei pionieri, dei patrioti,  dei salvatori della patria i quali, a sentir loro, si preoccupano di costruire una democrazia funzionante, anche a costo di affidare il Paese ad una minoranza che governa grazie ad una corposa manciata di seggi assegnati a deputati e senatori virtuali perché la maggioranza del popolo elettore non li ha votati.

Niente di nuovo. Anzi, siamo al cospetto della riproposizione pedissequa e estremizzata di intuizioni già praticate da Mussolini [1923] e dalla Repubblica democratica [legge truffa del 1953].

 

Benito (per usare il tono carezzevole in voga da qualche tempo: Silvio, Matteo, Nichi, Angiolino, Mario, tutte persone di famiglia)  spiegò così la sua “legge Acerbo” del 18 novembre del 1923, premessa necessaria del drammatico risultato elettorale del 6 aprile del 1924 (il Parlamento in divisa).

 

" Il disegno di legge ha una portata limitata che è questa: eliminare il fondamentale difetto della legge in vigore, che impedisce la formazione di una maggioranza omogenea o, come si esprime con l'usata energia il Presidente del Consiglio [Benito], assicurare il popolo il quale anela di veder debellata al sommo della cosa pubblica ogni incertezza e tergiversazione, una vibrazione di forze convergenti, un Governo conscio dei suoi doveri, e capace di adempierli .

[...] il vizio fondamentale della proporzionale è quello di frazionare l'Assemblea deliberante in tanti gruppi, da rendere pressocché impossibile il normale Governo di gabinetto, che è la base del nostro sistema rappresentativo. [...] La minor durata delle legislature, l'infecondità del lavoro legislativo sia sotto il rapporto qualititativo che quantitativo, paralisi del potere esecutivo nei più gravi problemi politici, che non possono affrontarsi da Gabinetti di coalizione, l'accorciata vita dei ministeri sono fenomeni accentuatisi in regime proporzionale. Innegabile è anche che da ciò è derivato un maggior discredito delle istituzioni parlamentari nella coscienza pubblica.

[...] Sembra ingenuità parlare di minoranza che governa, quando, da che esistono i governi, è il maggior numero tra presenti e vigilanti che forma le leggi ed amministra."

 

scelbaInsomma, l'aspirazione dei riformatori è quella di tornare lì, a prima della Repubblica: ai governi della minoranza che però governa perché, tanto, sono sempre i "presenti e vigilanti" che finiscono per governare. Magari con l'ausilio di un artificio contabile dei voti o di un manganello. [nm]

 

Sudcritica

 

 

 

 

 

La foto - Tito Zanibonie Giacomo Acerbo, firmatari dell'accordo di pacificazione tra socialisti e fascisti.

da lombardiabniculturali,it

Mario Scelba ("legge truffa", da Wikipedia]

 

 


Ultimo aggiornamento Domenica 18 Novembre 2012 15:16
 
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