=LA REPUBBLICA ITALIANA CHE SARA’= Stampa
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Scritto da Redazione   
Mercoledì 06 Marzo 2013 18:29

dove ci portano?i_birilli

 

L’idea di Beppe Grillo, giunto buon ultimo nel mattatoio della Costituzione, di proporre (di ri-proporre - i pionieri dell’impresa ammontando ad un corposo drappello -) l’abrogazione del vincolo di mandato nel rapporto parlamentari/elettori non viene, per quello che si vede e si sente, adeguatamente contrastata.

Bisogna che si torni ai fondamentali, insomma: alle origini.

Art. 67 della Costituzione:

Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”.

Cioè?

Per farla breve: ogni “membro del Parlamento” non sta lì a rappresentare i suoi elettori o la sua regione o la sua provincia o il suo comune o il suo quartiere o la sua categoria professionale o sociali o la sua famiglia; quando concorre alle decisioni del Parlamento egli lo fa personalmente ma a nome di tutti i cittadini italiani, nessuno escluso, in nome del popolo e nell’interesse del popolo (la Nazione, appunto, che la Costituzione lo incarica di rappresentare. Non siamo mica in un Parlamento delle corporazioni di infausta memoria!).

Si capisce, naturalmente, la malcelata inclinazione dei partiti, di tutti i partiti, ad appropriarsi il ruolo di “mandanti” di tutti e dei singoli membri del Parlamento manco ci fosse un contratto da loro e l’eletto (ti facciamo eleggere perché tu agisca secondo le nostre direttive; pena, le più svariate e variopinte “sanzioni” ad ogni trasgressione al mandato, prima fra tutte la non ricandidatura).

Beninteso, la proposta e l’idea di Grillo, spacciata per inedita, inedita non è affatto;  sono infiniti i tentativi espliciti o mascherati di far fuori l’articolo 67 della Costituzione,  prima che nell’impresa si cimentasse Grillo mettendosi alla testa del folto plotone di quanti vorrebbero, d’un colpo, rimandarci a prima del 1789.

Qui, tuttavia, a noi preme segnalare lo scenario che la proposta di Grillo (ma non solo sua) delineerebbe nella situazione attuale.

 

PRIMO. Oggi, i cittadini non votano il singolo candidato ma solo una lista di candidati.

SECONDO. La lista dei candidati, oggi, la fa il segretario del partito; l’ordine dei candidati in ciascuna lista lo stabilisce il segretario dei partiti. Gli eletti sono i candidati che sono stati collocati ai primi posti della lista. Se io voglio far eleggere il candidato collocato al decimo posto, devo attivarmi perché la lista ottenga voti sufficienti a far eleggere dieci candidati a cominciare dai nove che stanno davanti al mio preferito.

TERZO. Oggi, la lista che ottiene anche un solo voto più delle altre si prende il cosiddetto premio di maggioranza; alle scorse elezioni politiche, il centrosinistra si è presi centinaia di deputati virtuali: eletti, appunto, grazie al premio di maggioranza; se un voto in più degli altri avesse preso Il Pdl o il M5s, al Pdl o al P5s sarebbero andati i deputati virtuali.

QUARTO. Lo scenario si arricchisce con la previsione del dimezzamento del numero dei parlamentari. Si capisce che il marchinegno serve a rendere meglio praticabile il controllo dei parlamentari da parte del loro “mandante”. Quanti sostengono siffatto rimedio al cosiddetto problema della governabilità (in realtà, essi si dolgono del dissenso incontrollato) spiegano che così facendo si spende meno. Lo stesso concetto si potrebbe, a noi pare, articolare così: il numero dei parlamentari resti qual è previsto dalla Costituzione, il loro costo si riduca vistosamente nel nenso che si spenda per loro quello che si spenderebbe se fossero la metà. Non va bene?

QUINTO.  Ultima perla: il ridimensionamento radicale delle funzioni del Senato: non faccia più leggi e si limiti ad esprimere la sua opinione su provvedimenti che toccano interessi delle regioni. Fine del Bicameralismo, fine della Repubblica costruita con la Costituzione.

SESTO. Manca ancora, a completare lo scenario che ci attende un dettaglio estetico: i parlamentari in divisa; perché no, se essi dipendono da un grappolo di segretari di partito. Non sarebbe meglio che un colpo d’occhio alla camera basti ad individuare “i nostri” ed "i loro”?

Così non sia.

Sudcritica

Ultimo aggiornamento Mercoledì 06 Marzo 2013 18:44
 
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