=TI RICORDI DI PIAZZA FONTANA?= Stampa
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Scritto da Redazione   
Giovedì 12 Dicembre 2013 08:00

ti_ricordi_di_piazza_fontana12 dicembre 1969, la strage

 

"Ho capito, abbiamo capito che i 149 morti da piazza Fontana ad oggi sono stati usati per fermare il progresso sociale. Io però ho paura che se non prendiamo coscienza di quello che sta accadendo oggi, proprio oggi (perché non è vero che chi ha fatto la strage di piazza Fontana e le altre stragi ha perso: se vediamo come siamo fatti noi, oggi, capiamo pure chi ha vinto), io ho paura che se non prendiamo coscienza di questo, la verità arriverà quando non ne potremo più parlare" (1987 - Francesca Dendena, Pavia, incontro di presentazione del primo volume di Ti ricordi di piazza fontana? vent'anni di storia dalle pagine di un processo, tre volumi 1986-1988, edizioni dall'interno

"La chiarezza folgorante di vent'anni di democrazia assediata e vinta e della resa definitiva di ogni voce critica, prende luce - a parer mio - di lì, da piazza Fontana. Un'opacità diffusa nella società e nella politica (quel che vi accade dentro non si vede più) si riflette dappertutto e nelle aule di giustizia" (1988 - dall'introduzione di Nicola Magrone al secondo volume di Ti ricordi di piazza fontana?)

 

 

Quel giorno nel Duomo con gli operai...

di   Francesca Dendena *

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Sono figlia di una delle vittime di piazza Fontana. Ho trascorso questi diciassette anni percorrendo l'Italia da un capo all'altro, ad inseguire istruttorie e processi.

Ci siamo anche costituiti in associazione.

 

Ma la nostra maturazione politica è avvenuta anche prima quando abbiamo capito che non potevamo tenere il nostro dolore in silenzio mapiazzafontana3 dovevamo portarlo in piazza. Non ci siamo nemmeno potuti permettere il lusso di piangere i nostri morti perché siamo stati costretti ad andare in piazza, per capire che cosa era successo.

Io avevo 17 anni quando scoppiò la bomba di piazza Fontana. Mio padre ne aveva 45. Da allora, non ho fatto che percorrere la penisola a rincorrere istruttorie, a tentare di capire e di capirci, a stare vicini a giudici come Alessandrini...

E' un assurdo, questo: in un paese democratico, delle persone, per avere qualcosa che dalla Costituzione gli viene garantito, si debbano costituire in associazione...

Ma la nostra maturazione è avvenuta prima, molto prima, quando abbiamo capito che non dovevamo soffire in silenzio ma dovevamo portare il nostro dolore in piazza. Questa frase sembrerà stupida... però... non potersi permettere nemmeno di piangere i propri morti perché si doveva andare in piazza, a capire che cosa era successo.

La presa di coscienza mia, ma credo anche degli altri, è avvenuta subito: il giorno dei funerali. La strage di piazza Fontana - si diceva - era quasi la conseguenza logica degli scioperi del '69...

Ma io, quando sono entrata in questo Duomo ampio, enorme, pieno solo di maestranze che ai morti di piazza Fontana avevano sacrificato le loro lotte, ho capito che non potevano essere loro i responsabili di tutto questo ma che la strage era stata fatta proprio per fermare le loro giuste rivendicazioni.

fontana4Ho capito, abbiamo capito che i 149 morti da piazza Fontana ad oggi sono stati usati per fermare il progresso sociale. Io però ho paura che se non prendiamo coscienza di quello che sta accadendo oggi, proprio oggi (perché non è vero che chi ha fatto la strage di piazza Fontana e le altre stragi ha perso: se vediamo come siamo fatti noi, oggi, capiamo pure chi ha vinto), io ho paura che se non prendiamo coscienza di questo, la verità arriverà quando non ne potremo più parlare e non avremo più nemmeno il diritto di riunirci in associazione.

 * Francesca Dendena, storica rappresentante dell’associazione vittime della strage di Piazza Fontana, è morta il 6 ottobre 2010. Aveva perso il padre, Pietro, nella “madre di tutte le stragi”, snodo cruciale della strategia della tensione. Il 12 dicembre 1969 Francesca aveva 17 anni: da allora e per i quarant’anni successivi si è distinta per lucidità e determinazione per l'affermazione di verità e giustizia.

 

Opacità riflessa 

di  Nicola Magrone

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dall'introduzione al secondo volume di Ti ricordi di piazza fontana?

[...] Piazza Fontana, per me, è anche questo. Un dato in qualche modo autobiografico: ulteriore partigianeria della quale bisogna rendere confessione.

Anche questo: risolvere la chiarificazione mancata o negata - tra i giudici democratici - sull'oggi e sul passato prossimo con la riaffermazionenicola_magrone di scampoli di identità perduta e con la ricognizione di radici ormai negate eppure del tutto attuali. Le negano ma stanno.

Mi rimane, del mio essere stato, "una segreta affezione per alcuni uomini che ho conosciuto e il gusto di cenere di una gioventù sciupata. La colpa iniziale fu certamente mia, nel pretendere dall'azione politica qualcosa che essa non può dare. Anche la rivolta per impulso di libertà può dunque essere una trappola, mai peggiore però della rassegnazione. Ogni volta che ripenso a queste disgrazie a mente serena sento risalire dal fondo dell'anima l'amarezza di un'infelicità a cui forse mi era impossibile sfuggire" (Silone, Uscita di sicurezza).

In questo mio lavoro ho cercato di esplorare anche i fili ormai invisibili che legarono insieme le possibilità sparse di una cultura giuridica e giudiziaria dalla parte della Costituzione.

Il paradosso è che quei fili e quelle possibilità interessano - così mi pare di capire - più una disorganizzata opinione pubblica che gruppi e apparati dichiaratamente progressisti.

L'opacità sociale e politica nella quale stiamo - per molti versi di segno autoritario - si riflette e si accentua tra gli operatori e nei contesti istituzionali e soprattutto giudiziari. Qui ci si duole della responsabilità civile del giudice ma non si sostengono, e si fa finta di non accorgersene, alcuni tentativi di soluzione radicale del conflitto potere giudiziario/individuo (vedi il silenzio e l'indifferenza nei quali son cadute le proposte di togliere a pubblici ministeri e giudici istruttori il potere di cattura) e non ci si innervoscisce più di tanto al cospetto di una rinnovata cultura dell'impunità del potere politico (vedi l'inaudita codificazione della "ragion di Stato" come strumento per togliere pene e processi dalle spalle dei ministri).

Tutto è; a favore o contro non si è più.

opacit_riflesseLa chiarezza folgorante di vent'anni di democrazia assediata e vinta e della resa definitiva di ogni voce critica, prende luce - a parer mio - di lì, da piazza Fontana. Un'opacità diffusa nella società e nella politica (quel che vi accade dentro non si vede più) si riflette dappertutto e nelle aule di giustizia.

Per conto mio, cerco di riprendere i miei flebili tentativi di capire questi venti anni; appunto, da piazza Fontana.

Se invece, come mi spiegava un ineffabile procuratore generale naturalmente forte del silenzio dei progressisti, tutto è già chiaro e non ha senso riprender cose così vecchie e superate; se tutto è "passato in giudicato", conflitti compresi, destini individuali e di classe compresi, prospettive di cambiamento nel segno della liberazione deglle donne, degli uomini e dei popoli comprese, se questo è, la mia non lieve fatica non sarà stata utile nemmeno a me stesso e andrà ad iscriversi, questa volta, tra "i lutti" della mia inutile maturità.

Ed un'ultima precisazione, che in realtà è la manifestazione di un timore mio: alcuni giudizi da me espressi nel libro potranno apparire severi e a volte saccenti. Forse lo sono. Se lo sono, mi dispiace che lo siano o che appaiano tali. Se è vero che la ricognizione del processo materiale costituitosi in questi vent'anni spesso ti fa proprio arrabbiare, è pure vero che il giudizio saccente non è dato per arroganza o per presunzione; è dato perché le cose che si raccontano non sono lontane da te e ci stai dentro, proprio dentro.

Che cos'altro ho da fare e da dire per farmi perdonare questo e tutto il resto?

 

Piazza Fontana, commemorazione con gli occhi di oggi

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da un seminario organizzato da Italia Giusta secondo la Costituzione nel quarantesimo anniversario della strage

 

Piazza Fontana, gli operai nel Duomo di Milano

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Ultimo aggiornamento Sabato 12 Dicembre 2015 18:14
 
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