=MODUGNO E LA CITTA' METROPOLITANA. FUORI DA TUTTO PER LA POLITICA VIOLENTA DELL'INCHINO= Stampa
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Scritto da Redazione   
Mercoledì 03 Settembre 2014 10:58

sinkingpre-politici che s’intestano IL CAPOLAVORO strategico dell’affondamento di un consiglio comunale. per che cosa? per assurgere a EROI DELLE PROPRIE CORDATE e confermarsi CULTORI DI UNA CITTà FATTA FUORI DA TUTTO tranne che dalle loro mani

Modugno fuori anche della città metropolitana. Chi si avvantaggia dal disastro modugnese? Risposta: gli autonomisti da pianerottolo, quelli della ‘repubblica indipendente’ di Modugno, fondata sulla legge non scritta (non scritta forse ancora per poco) che istituisce l’identificazione del bene comune con l’interesse privato.

di  Nicola Sacco

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Modugno sarà solo geograficamente dentro la Città Metropolitana di Bari - sol perché “il territorio della Città Metropolitana coincideviterbo2 con quello della provincia omonima”, L. 56/2014 -, mentre sarà assente, per ben cinque anni (e dopo chissà), dalle istituzioni del nuovo ente locale (introdotto con le intorcigliate e caotiche modifiche al titolo V della Costituzione volute dal centrosinistra nel 2001). Già, perché entro il prossimo 30 settembre si dovranno costituire gli organi della Città Metropolitana (Consiglio e Conferenza) e le procedure di legge prevedono che debbano essere composti, Consiglio e Conferenza, dai consiglieri comunali e dai sindaci in carica dei comuni nella provincia di riferimento. Per quanto concerne la Cità Metropolitana di Bari, le elezioni per il Consiglio Metropolitano si svolgeranno il 28 settembre. Come previsto dalla stessa legge, quelle per la prima costituzione del Consiglio Metropolitano saranno elezioni di secondo grado – nelle quali consiglieri e sindaci dei comuni della provincia vestiranno i panni di elettorato attivo e passivo - e si terranno col metodo delle liste concorrenti. Verranno così eletti i diciotto componenti del Consiglio Metropolitano.

Il Comune di Modugno, commissariato per le dimissioni simultanee (del 22 agosto) di una maggioranza di tredici consiglieri comunali, non potrà concorrere alla costituzione degli organi metropolitani né, tanto meno, potrà ambire a farne parte. A votare, il 28 settembre, per la costituzione del Consiglio metropolitano saranno in oltre 700 tra sindaci e consiglieri comunali della provincia di Bari, tranne quelli di Modugno. La Conferenza Metropolitana sarà composta da 41 sindaci della Provincia di Bari, tranne quello di Modugno. Consiglio Metropolitano e Conferenza Metropolitana, subito dopo l’insediamento saranno chiamati a mettere a punto lo Statuto della Città Metropolitana, che dovrà poi essere approvato entro il 31 dicembre 2014. Il Comune di Modugno resta escluso fin da ora, e per i prossimi cinque anni, dall’avere una rappresentanza nella istituenda Città Metropolitana, ridotto a un insopportabile mutismo, impossibilitato a far valere interessi e diritti della propria comunità in una sede sovracomunale, in cui, verosimilmente, altri prenderanno decisioni che Modugno potrà soltanto subire. Guardino, i cittadini modugnesi, se questo è tollerabile.

Che significato ha, quali conseguenze avrà, l’assenza di Modugno per così lungo tempo dall’ente Città Metropolitana? Complessivamente nessuno può prevederlo ma alcuni effetti negativi possono essere messi in fila si da ora.

14902Innanzitutto, l’assenza è pesante per il solo fatto che si verifica nel momento fondante della Città Metropolitana: qualcuno scriverà uno statuto che deve decidere delle attribuzioni degli organi, delle competenze di essi, della generale organizzazione e della vita futura dell’ente. Che può fare Modugno in questa fase? Niente, non importa. Modugno fa da sé, o crede di poter fare da sé, anche perché spesso glielo lasciano fare. La grettezza del prevalente ceto politico modugnese, convinto che le regole si possano imbastire in loco attraverso una catena di accomodamenti tra indigeni influenti che scongiurino ogni tipo di ingerenza esterna, deve aver fatto in modo che non si avvertisse come importante e anzi decisivo l’appuntamento con la nascita della Città Metropolitana di Bari.

E la Città Metropolitana, in sé, che cosa è, di cosa si occuperà, con quali finalità viene istituita questa novità?

In via generale, ad essa sono attribuite le funzioni fondamentali delle Province (che dalle città metropolitane saranno soppiantate). Nello specifico, invece, il secondo comma dell’unico articolo L. n. 56/2014 recita: “Le città metropolitane sono enti territoriali di area vasta con le seguenti finalità istituzionali generali: cura dello sviluppo strategico del territorio metropolitano; promozione e gestione integrata dei servizi, delle infrastrutture e delle reti di comunicazione di interesse della città metropolitana; cura delle relazioni istituzionali afferenti al proprio livello, ivi comprese quelle con le città e le aree metropolitane europee”. Ancor più nello specifico, il comma 44 stabilisce che spetta alla Città Metropolitana a) l’adozione e l’aggiornamento annuale di un piano strategico triennale del territorio metropolitano […]; b) la pianificazione territoriale generale, ivi comprese le strutture di comunicazione, le reti di servizi e delle infrastrutture appartenenti alla competenza della comunità metropolitana, anche fissando vincoli e obiettivi all’attività e all’esercizio delle funzioni dei comuni compresi nel territorio metropolitano; c) strutturazione di sistemi coordinati di gestione dei servizi pubblici, organizzazione dei servizi pubblici di interesse generale di ambito metropolitano. D’intesa con i comuni interessati la città metropolitana può esercitare le funzioni di predisposizione dei documenti di gara, di stazione appaltante, di monitoraggio dei contratti di servizio e di organizzazione di concorsi e procedure selettive; […]”

Come si vede, una materia importante, qual è la pianificazione territoriale generale, figura tra le competenze della Città Metropolitana; ma anche su questo terreno, abbiamo imparato che a Modugno valgono meglio le regole non scritte di una consuetudine che ha devastato il paese per accrescere le fortune di pochi. Abbiamo imparato che caricare a testa bassa contro i pronunciamenti di organi di controllo, gerarchicamente sovraordinati, in fondo paga.

 

E poi ci sono le risorse. Le Città Metropolitane fruiranno delle risorse statali che finivano alle Province ma anche di finanziamenti ad hoc. Infatti, le città metropolitane potranno beneficiare di finanziamenti europei nell’ambito del Progetto operativo nazionale (Pon) “Città metropolitane”, sulla base del documento di Programma per la Commissione Europea, nella versione finale dell’Accordo di Partenariato sul nuovo ciclo dei fondi comunitari 2014-2020. Inoltre, attraverso i Programmi operativi regionali (Por) alle Città metropolitane sono destinate risorse per un totale di circa un miliardo di euro. Per la definizione dei contenuti progettuali, il Por avrà come interlocutori i sindaci dei Comuni capoluogo (Autorità urbana), ai quali è anche demandato il compito di costituire partnership e progetti di scala intercomunale per favorire la mobilità sostenibile, la riduzione dei consumi energetici e la diffusione di servizi digitali.

 

 

Ma di tutte le preoccupazioni generate dall’assenza di Modugno nella Città Metropolitana, valga, infine, come esempio su tutti, il casobio3 Tersan e il diritto dei cittadini modugnesi ad avere un’aria respirabile. Un problema annoso che può essere affrontato e risolto, allo stato dei fatti, solo con l’interlocuzione della Provincia. Ma la Provincia sta passando la mano alla Città Metropolitana e allora chi ci sarà nel Consiglio Metropolitano a difendere quel diritto dei modugnesi in rappresentanza dei modugnesi? Nessuno ovviamente. E chi, meglio del Comune di Modugno, nel cui territorio il fenomeno del cattivo odore impatta pesantemente, avrebbe saputo portarvi le ragioni di una necessaria e non più procrastinabile soluzione del problema? A chi importerà segnalare le criticità di quell’impianto? Noi diciamo che non importeranno certo a chi, non avendo la Tersan nel proprio territorio, del cattivo odore non arriva che un lontano sentore. Ma evidentemente non importa e non è mai importato realmente nemmeno agli indigeni influenti, tanto potenti da poter provocare con artifizi da fuggiaschi lo scioglimento di un consiglio comunale e la caduta di un’amministrazione comunale.

Guardino, i cittadini modugnesi, se tutto ciò è sopportabile. Se è sopportabile che la città, dopo la deleteria esclusione dal Consorzio per l'Area di Sviluppo Industriale (il 70% della Zona Industriale, però, è territorio modugnese, senza alcuna benefica ricaduta sul Comune da anni), resti avulsa da grandi processi e importanti cambiamenti, dentro i quali altre comunità riescono a starvi da protagoniste.

Che prezzo sta pagando Modugno? A chi lo sta pagando? Sono domande inquietanti che una propaganda giubilante per la fine dell’amministrazione Magrone pretende di occultare. Dal che si deduce che, se qualcuno ha modo di porsele, è sufficiente che identifichi i committenti di quella propaganda e gli autori del “suicidio del Consiglio comunale” per trovare risposte finanche documentali.

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Ultimo aggiornamento Sabato 06 Settembre 2014 21:57
 
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