MAGRONE: LA GUERRA DI LIBIA. CHI L'HA DELIBERATA, CHI L'HA DICHIARATA? Stampa
Scritto da Redazione   
Lunedì 21 Marzo 2011 23:55
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Vi sono gravi segnali di violazione dell'art.11 della Costituzione

"Alle violazioni di principi costituzionali - afferma Magrone - ormai ci si è abituati; nemmeno ci si accorge dello svuotamento progressivo della Carta costituzionale pur in un mare di retorica difesa dei suoi principi". [Sudcriticanotizie]

 
Parlando in Molise in un convegno promosso dalla Cgil sulle cosiddette riforme costituzionali, Nicola Magrone - a proposito di quella che ormai ufficialmente viene chiamata "guerra di Libia" - si è chiesto se nella partecipazione dell'Italia alla guerra, per quanto dichiaratamente nel contesto di una coalizione più o meno definita e per quanto a seguito di una generica e prudente risoluzione dell'Onu, vi siano i segni di una gravissima violazione dell'art.11 della Costituzione.
Di fatto e per ammissione esplicita del ministro degli esteri e di quello della Difesa, l'Italia è in guerra ma non risulta alcuna "deliberazione delle Camere" tanto meno la dichiarazione dello "stato di guerra" da parte del presidente della Repubblica.
 
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LIBIA: MAGRONE, PARTECIPAZIONE ITALIA VIOLA COSTITUZIONE
    (ANSA) - CAMPOBASSO, 22 MAR - Nella partecipazione dell'Italia "alla guerra in Libia vi sono gravi segnali di violazione dell' art.11 della Costituzione". Lo ha detto il magistrato Nicola Magrone, presidente della fondazione onlus 'Popoli e Costituzioni', parlando a Campobasso ad un convegno promosso dalle segreterie generali molisane di Cgil e Spi Cgil sulla difesa della Costituzione.
La partecipazione dell'Italia alla guerra, "per quanto dichiaratamente nel contesto di una coalizione più o meno definita e per quanto a seguito di una generica e prudente risoluzione dell'Onu", avviene - ha sottolineato Magrone - "di fatto". "Di fatto - ha detto al riguardo - e per ammissione esplicita del ministro degli esteri e di quello della Difesa, l'Italia è in guerra ma non risulta alcuna 'deliberazione delle Camere' tanto meno la dichiarazione dello 'stato di guerra' da parte del presidente della Repubblica, come invece impone la Costituzione italiana".
"Alle violazioni di principi costituzionali - ha concluso Magrone - ormai ci si è abituati; nemmeno ci si accorge dello svuotamento progressivo della Carta costituzionale pur in un mare di retorica difesa dei suoi principi". (ANSA). 22-MAR-11 12:33 NNNN
 
 
 
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22/03/2011 - NICOLA MAGRONE PARLA DELLA COSTITUZIONE:
"CLAMOROSO TRADIMENTO"
 
Larino. «La Costituzione viene difesa e tradita a seconda delle convenienze, come dimostra il caso della Libia. Proprio in questi giorni assistiamo a un clamoroso tradimento dei principi costituzionali che si traduce con la partecipazione dell’Italia all’ennesimo conflitto: senza che nessuno abbia dichiarato guerra alla Libia i nostri aerei e le nostre basi forniscono appoggio ai guerreggianti». Nicola Magrone, ex Procuratore capo della Repubblica di Larino, ha affrontato di petto il dibattito sulla Carta Costituzionale in veste di studioso ed esperto della stessa, nonché autore di diverse pubblicazioni sull’argomento. L’occasione è stato l’incontro sul tema organizzato dalla Cgil Molise, che lo ha visto ospite d’onore e autore di un intervento accorato che ha affascinato e interessato il pubblico. Partendo dall’attualità, il dottor Magrone ha messo in evidenza l’ultima violazione della Costituzione: «Certo a livello politico si può discutere, però resta il fatto che la nostra Costituzione ripudia la guerra, lo stato di guerra lo deliberano le Camere, che in questo caso non hanno detto nulla, la dichiarazione di guerra la fa il Presidente della Repubblica, non si può dire ‘non la dichiariamo ma partecipiamo’, dichiarare guerra a uno Stato significa conoscere le ragioni nel profondo, il ripudio è una affermazione forte, come dice l’articolo 11 della Costituzione, che stabilisce che l’Italia utilizza la guerra solo per difendere il proprio territorio. E invece mentre si festeggiava l’Unità, a pochi chilometri da noi si guerreggiava».
Parole chiare e attuali quelle del magistrato da poco in pensione, che ha proseguito sottolinenado come «L’italia è unita perchè si è data questa Costituzione, prima c’era solo un abbozzo di unità».
L’incontro è stato utile anche ad approfondire il tema dell’ambiente alla luce proprio dei principi costituzionali: «Le vittime di piazza Fontana sono niente confronto a quello che stanno facendo al Biferno in Molise – ha continuato Magrone ricordando che la parola ambiente viene inserita nel 2001 nella Costituzione, precisandone la tutela e la difesa - Ora, la competenza della materia ambientale è dello Stato e delle Regioni, ma è stata scavalcata dalle tante leggi che hanno snaturato la Costituzione, arrivando al punto che da gestione concordata è diventata di competenza esclusiva dello Stato e basta, basta vedere cosa è accaduto con la Turbogas a Termoli».
Breve riflessione sulla riforma della Giustizia in discussione queste settimane. «L’obbligatorietà dell’azione penale – ha concluso il magistrato - è contemplata dalla Costituzione, questa è una violazione deliberata dei diritti costituzionali»
Per il vice Presidente della regione Molise Antonio D’Alete «oggi c’è più che mai bisogno di difendere la costituzione perchè il Governo Nazionale sta mettendo in atto provvedimenti che non tutelano più le fasce deboli della società, prendiamo ad esempio le dichiarazioni del Presidente del Consiglio sulla Scuola Pubblica, è un chiaro esempio della direzione in cui ci vuole andare: smantellare cioè dei diritti acquisiti in anni di lotte per dare a tutti una degna istruzione, per questo abbiamo presentato una legge sugli aiuti agli studenti universitari, una tantum per pagare almeno le tasse pari a 500 euro per chi studia in sede e 1000 euro per quelli fuori sede». Una proposta, ha spiegato, che nasce dal fatto che molti genitori oggi stanno perdendo il lavoro, ma anche dalla negazione «di un diritto costituzionale che viene meno nell’attimo in cui molti ragazzi non possono studiare».
A trarre le conclusioni del convegno è stata Erminia Mignelli che ha iniziato il suo intervento con una riflessione sul nucleare, e sulla inutilità a suo dire, delle centrali di quarta generazione. «Certo che bisogna porsi il problema dell’approvvigionamento energetico, solo che le soluzioni vanno concordate con i cittadini. Stiamo assistendo in questi anni alle affermazioni che vogliono cambiare la Costituzione perchè ritenuta vecchia, anche se più giovane di tutte le altre, quella americana compresa. E’ evidente il tentativo di smantellamento della Carta da parte del Governo, un tentativo al quale bisogna opporsi con forza e determinazione».
 
 
 
 
 
 
 
Ultimo aggiornamento Giovedì 02 Giugno 2011 19:55
 
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