=BARI. LA QUESTIONE MORALE E LE COZZE RICICLATE= Stampa
Scritto da Redazione   
Martedì 20 Marzo 2012 21:32

campaninichiariLa seconda primavera dei fratelli De Rege

 

Leggiamo sul Corriere della Sera di ieri 19 marzo, a pagina 10, un articolo dell’inviata a Bari Virginia Piccirillo: il titolo è: Politica. Le indagini. Il Pd scarica Emiliano “maschera di lobby”.

L’anatema non è degli avversari del sindaco Michele Emiliano ma addirittura del segretario pugliese del Pd Sergio Blasi. Il quale rimprovera a Emiliano, presidente regionale dello stesso partito oltre che sindaco di Bari, queste semplici cose: “Basta con l’ ipocrisia, più pelosa delle cozze. Emiliano era diventato la maschera di gruppi di interesse”.

Abbiamo capito bene? Speriamo di no.

Ma quello, Blasi, continua: “E’ inaccettabile leggere che i De Gennaro intervenissero a gamba tesa, partecipando in maniera attiva alle primarie del Pd”.

Domanda: è davvero il segretario regionale del Pd che parla o l’inviata del Corriere farnetica?

Ma quello, Blasi, rincara la dose: “I colloqui di Vito De Gennaro con Francesco Boccia sono uno schifo”. Boccia, il rivale di Vendola alle primarie per la presidenza della regione Puglia, sconfitto e mandato alla Camera; lui è “uomo di Enrico Letta”, se cade “cade in piedi”.

E aggiunge, sempre lui, Blasi: “Noi dobbiamo essere valutati dal nostro stile di vita. Lui (Emiliano) ha fatto cose importanti, come Punta Perotti. Ma ora era diventato la maschera degli interessi di questi imprenditori. Lui (Emiliano) dice inconsapevolmente, ma come si può nominare assessore la figlia dei De Gennaro?”.

E spiega, sempre lui, Blasi: “La sua lista civica (la lista della figlia di De Gennaro) era molto votata. Io domani voglio deliberare che un gruppo di saggi verifichi la compatibilità dei candidati Pd alle amministrative e il nostro codice etico”. Forse, pensiamo, lui, Blasi, propone di adeguare il codice etico del partito ai candidati; che non ci siano più smagliature, per favore.

Una sofferenza indicibile, quella di Blasi; indicibile: “Io chiedo, io urlo, una legge regionale contro il conflitto di interessi e la corruzione”;

senza escludere la concussione”, completa il discorso giuridico, Blasi.

Perché – puntualizza con più calma Blasinon possiamo stare sempre allo stesso punto”.

E dove dobbiamo andare, signor Blasi; dove esattamente? “Chi viene eletto non può dopo un minuto pensare ad altro”. Giustissimo: si abbia la modestia e la prudenza di far passare qualche minuto in più dalla elezione prima di indossare “la maschera” e di “pensare ad altro”.

Ci vuole modestia e prudenza, insomma; e calma; vedete? “Persino uno come Emiliano, se distratto, può lasciare accadere questo”.

Che si fa, insomma? “Non lasciamo sfiorire la primavera pugliese. Ora diamole un’altra possibilità”.

Gliela dia lei, signor Blasi, eserciti fino in fondo la sua nota vocazione al perdono; e ci faccia sapere se Emiliano si “distrae” ancora. Come sa, signor Blasi, lui, Emiliano, è fatto così. Scommettiamo che lui, Emiliano, non ha nemmeno letto con qualche attenzione, distratto com’è, che cosa riferisce l’inviata del Corriere (e non solo lei): “A scatenare le critiche di Blasi le indiscrezioni sull’inchiesta per corruzione dei fratelli De Gennaro (Gerardo, consigliere regionale del Pd e Daniele, entrambi agli arresti, e Vito) che rivela altri dettagli imbarazzanti sulla contiguità tra politica e affari”; “nelle nuove carte capita di incontrare l’attuale consigliere regionale Onofrio Introna (sarà il presidente del consiglio regionale? ha fatto un passo indietro? o è un omonimo?), ex psi ora sel, che sceglie ‘illegittimamente’ collaudatori per un appalto Dec (l’impresa di De Gennaro), e assieme a loro si intrattiene allegramente con controllori e controllati. La Finanza annota come un collaudatore avrebbe dovuto contestare la difformità delle opere, e non risulta, piuttosto che andare a pranzo con la commissione presso l’Hotel dei De Gennaro, con l’assessore Introna (questa volta, promosso sul campo; ma è il presidente del consiglio regionale “ex psi ora sel”?) e Vito De Gennaro”; “Non è l’unico, Introna, destinatario anche lui del famoso dono di pesce, ad impicciarsi ‘illegittimamente’ di quelle nomine da 43 mila euro netti. Alla ‘gestione privatistica degli incarichi’, secondo gli appunti sequestrati dalla Guardia di Finanza, parteciparono anche gli ex assessori regionali pd Sandro Frisullo, inciampato nello scandalo escort, e Mario Loizzo, ora consigliere pd . E non è un vanto visto come finì. Palazzi lesionati, un quartiere allagato, ma introiti Dec gonfiati grazie a varianti”; “come quella al piano regolatore ottenuta con la scusa di costruire case destinate a poliziotti e carabinieri ma troppo care per loro e offerte invece a prezzi scontatissimi dai De Gennaro ad amici potenti o utili: primari, consiglieri comunali, medici, progettisti e un parente di un alto magistrato”; “ma nei verbali c’è anche l’arrembaggio delle nomine: ‘tramite il partito, o le associazioni, bisogna piazzare quanti più uomini possibile in amministrazione, tuoi. Su questo eravamo tutti d’accordo’, ricorda il consigliere Gaetano Anaclerio a Vito De Gennaro riferendo di un colloquio con il pd Francesco Boccia”.

Si capisce l’”urlo” del sig. Blasi: fermi tutti, via alla “seconda primavera pugliese”.

Ora, a noi dei signori De Gennaro, del sig. Blasi, del sig. Emiliano, del sig. Boccia, del signor Introna, del sig. Frisullo e via omaggiando non interessa nulla; a noi interessa di più, occupandosi della materia investigata specifiche autorità, quello che costoro dicono sui fatti investigati; soprattutto interessano gli “urli” di sdegno e di sorpresa e il fermo proposito di togliersi cappotti e maglioni per intraprendere, uno appresso all’altro, la luminosa via della “seconda primavera”, tutti insieme, rinnovati e leggeri.

E interessa, in fin dei conti, lo stordimento che ci investe per l’istantaneo recupero morale, naturalmente “sofferto”, naturalmente “in pubblico”. Finisce che a sentirci in colpa siamo noi che non ci intendiamo molto di stagioni, l’inverno riservandoci le stesse monotonie riformatrici ed espropriative di diritti  con le quali ci accompagnano le primavere.

Guardate un po’ dentro a quali strettoie ci tocca districarci per tentare di essere cittadini informati.

Lo stesso giorno delle notizie date dall’inviata a Bari, l’editoriale del Corriere della sera, firmato da Ernesto Galli della Loggia si intitolava così: “Elite, soldi e senso della misura. Le ostriche del potere”. Prendiamo un “passo”: “Certamente appariva ovvio  al sindaco di Bari Emiliano (e nel capoluogo pugliese non solo a lui, a quel che sembra) ricevere come regalo un intero acquario commestibile”.

Fulminea, popolare, popolana, insinuante la risposta a tutti i problemi da parte di Pier Luigi Bersani in un messaggio a Emiliano: “Togli i peli alle cozze e tira avanti”.

Mettiamo che nessuno abbia commesso fatti disdicevoli, tanto meno reati; resta la domanda che l’incoraggiamento di Bersani ci lascia: come “si tolgono i peli alle cozze”, appunto, “pelose”? e perché mai, per fare il sindaco di una grande città, bisogna saper frequentare studi di estetica ittica? Quali cozze ne verrebbero fuori in una "seconda primavera"? Una nuova, moderna e scientifica specie: la cozza riciclata.

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Ultimo aggiornamento Martedì 20 Marzo 2012 22:03
 
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