=UNO SCANDALO DIMENTICATO A MODUGNO E NON SOLO = 1. Stampa
Scritto da Redazione   
Lunedì 31 Gennaio 2011 22:39

bruno11 LA NOMINA DEL CITY MANAGER PESCATO NELL'"OPPOSIZIONE"

Riproponiamo la penosa vicenda per non dimenticare
NON ABBIAMO, OGGI, UN VICESINDACO ELETTO PER LA "MINORANZA"?

MODUGNO. IL PAESE DEI GIOCHI DI PRESTIGIO CONTRO LA DEMOCRAZIA

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PER QUALE URGENTISSIMA RAGIONE LA GIUNTA COMUNALE DI MODUGNO
SI RIUNI' A TRE GIORNI DA FERRAGOSTO DEL 2009?

L'urgenza era questa, non la condizione delle strade, non l'inquinamento atmosferico, non la crisi economica, nulla insomma che riguardasse la comunità e i suoi problemi, un rattoppo di strade, un parcheggio fuori mano, un pronto soccorso che non c'è, un centro storico terremotato senza terremoto, nulla; l'urgenza stava nella necessità di modificare un fastidioso articoletto del Regolamento degli uffici e dei servizi, approvato il 29 dicembre 1999 con delibera n. 283: l'articolo 18.

Va precisato che questo inquietante art. 18 del regolamento, oggetto di occhiuta attenzione da parte della giunta comunale del 12 agosto 2009, trovava e trova la sua legittimazione nell'articolo 108 del Testo Unico delle leggi sull'ordinamento locale, il quale dice al suo articolo 108 c. 1:

" Il Sindaco dei Comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti e il Presidente della Provincia, previa deliberazione della giunta comunale o provinciale, possono nominare un direttore generale, al di fuori della dotazione organica e con contratto a tempo determinato, e secondi criteri stabiliti dal regolamento di organizzazione degli uffici, che provvede [il direttore generale, nde] ad attuare gli indirizzi e gli obiettivi stabiliti dagli organi di governo dell'ente, secondo le direttive impartite dal sindaco o dal presidente della provincia, e che sovrintende alla gestione dell'ente, perseguendo livelli ottimali di efficacia e di efficienza. Compete in particolare al direttore generale la predisposizione del piano dettagliato di obiettivi previsto dall'art. 197, comma 2, lettera A), nonché la proposta di piano esecutivo di gestione previsto dall'art. 169. A tali fini, al direttore generale rispondono, nell'esercizio delle funzioni loro assegnate, i dirigenti dell'ente, ad eccezione del segretario del comune e della provincia "

Annotiamo, intanto, per scrupolo di precisione: il sindaco e il presidente "possono". La legge, dunque, dà al sindaco e al presidente della provincia la facoltà e non gli impone certo l'obbligo di nominare un direttore generale; il che significa che, se il sindaco o il presidente della provincia intendono avvalersi di questa facoltà, devono spiegare le ragioni che li inducono a questa scelta, insomma devono "motivare" la loro scelta e la loro decisione esattamente come tocca di fare a tutti i poteri pubblici.

Superando, comunque, questo problema (dove la legge riconosce la "possibilità" o la "facolta" apre sterminate praterie per scorribande clientelari), qui interessa capire che cosa hanno fatto sindaco e assessori di Modugno trattenuti in servizio a poche ore da ferragosto; quello che già si capisce è che essi si sono frettolosamente riuniti per incamminarsi verso il traguardo della nomina di un direttore generale; esigenza, come si capisce, fondamentale, e non ulteriormente ignorabile, dei cittadini di Modugno che da anni invocavano e invocano - avranno ragionato gli amministratori convocati d'urgenza - la nomina di un direttore generale. Non protestavano, i cittadini, per le fogne, per i topi, per gli scarafaggi, per le scuole approssimative, per i servizi sociali invisibili, per l'inquinamento ambientale, per il disastro del centro storico; essi volevano, invece e finalmente, il loro direttore generale, senza del quale - come è noto - una comunità, di dimensioni nemmeno vistose, ...muore.

Bene: mettiamo che la nomina del direttore generale fosse e sia un'esigenza fondamentale della comunità; mettiamo che sia così; ma che cosa deve fare costui e come dev'essere nominato? Insomma, che cosa gli facciamo fare, a chi risponde? Ecco: dice l'articolo 18 del Regolamento sull'ordinamento degli uffici e dei servizi (nella versione precedente alla riforma fatta dalla giunta del 12 agosto 2009):

- che "il sindaco può nominare un direttore generale al di fuori della dotazione organica e con contratto a tempo determinato di durata non superiore a quella dell'esercizio della carica del sindaco" [come si vede, una sorta di alter ego del sindaco, che risponde al sindaco, che non può stare lì oltre la cessazione del mandato del sindaco];

- che il direttore generale è nominato dal sindaco "previa deliberazione della Giunta Comunale"; la Giunta Comunale, infatti, "predispone un elenco di nominativi in possesso dei requisiti richiesti per le qualifiche dirigenziali così come previsti dal presente regolamento". L'"elenco" deve essere "formato" dalla Giunta "sulla base delle domande, corredate di curriculum professionale"; chiunque ritenga di possedere i requisiti previsti può concorrere alla selezione della quale deve essere dato "avviso pubblico" allo scopo, appunto, di consentire la più ampia selezione e la migliore scelta;

- che chi ha subito "un provvedimento di revoca di analogo incarico dirigenziale a causa di violazioni commesse nell'esercizio delle funzioni corrispondenti" "non può essere compreso nell'elenco";

- che il direttore generale fa questo: "sovrintende alla gestione complessiva dell'ente [?]. L'espletamento di ogni altra funzione demandatagli dalla legge, dallo Statuto e dal presente regolamento deve essere indirizzata a salvaguardare la correttezza, sotto il profilo giuridico, dell'attività gestionale nonché a migliorare i servizi sotto il profilo economico e funzionale";

- che "il sindaco può conferire le funzioni di direttore generale al segretario generale ai sensi dell'art. 51bis della legge 142/790". Se il sindaco, invece, nomina direttore generale una persona diversa dal segretario generale, l'atto di nomina "deve contenere la disciplina dei rapporti con il segretario generale attesa, per la diversità dei ruoli, l'assenza di un legame gerarchico, regolando in principal modo le modalità, anche temporali, con le quali, nel rispetto dell'ordinamento giuridico dell'ente, deve espletarsi l'attività dell'uno, indirizzata a verificare la legalità dell'azione amministrativa, nonché l'attività dell'altro, indirizzata a verificare il perseguimento di livelli ottimali di efficacia e di efficienza dei servizi comunali".

Per cambiare tutto questo, sindaco, sette assessori su otto e il segretario generale reggente, convennero in Municipio il 12 agosto 2009 (non si conosce l'ora) e concordarono sulla "opportunità di modificare il testo del citato articolo" [18 del Regolamento]. Motivo? Non si sa; agli amministratori apparve "opportuna" la modifica, punto e basta. Una straziante petizione di principio dal momento che tutti gli atti amministrativi, come tutti gli atti della vita, per il solo fatto di essere formulati o compiuti, devono per necessità essere apparsi quanto meno "opportuni" dal momento che non si è ancora visto un atto che si definisce da sé "inopportuno". Insomma, una motivazione inesistente, a dir poco.

A certificare la "regolarità tecnica" della delibera che si andava ad adottare intervenne , lo stesso 12 agosto 2009, il dirigente del 1 settore con il suo "parere favorevole"; a certificare la "regolarità contabile" della delibera, intervenne, lo stesso 12 agosto 2009, il dirigente del IV settore con il suo "parere favorevole, atteso che il presente provvedimento non necessita di copertura finanziaria non generando direttamente oneri a carico del civico bilancio" [ed infatti, quella che "genererà oneri a carico del civico bilancio" sarà l'atto di nomina da parte del sindaco che fonderà la sua pretesa ragione di legittimità proprio su quella delibera. Sottigliezze di e tra giuristi in una giornata di agosto].

In che cosa è consistita, dunque, la modifica dell'articolo 18 del regolamento deliberato da tanto autorevole consesso a qualche giorno dal ferragosto del 2009?

La storia finisce qui. Il "nuovo" articolo 18 del Regolamento è questo e non riguarda - come si era sperato - il divieto di libera circolazione di topi e scarafaggi nel centro storico, non la desolata solitudine di invalidi e anziani, non la vitalità repressa dei bambini, non l'invivibilità del paese, non niente; riguarda un signore che andrà a porsi a fianco del segretario generale, da lui autonomo, dipendente del sindaco, esecutore di non meglio specificate direttive del sindaco e soprattutto scelto dal sindaco "intuitu personae" [dove, nell'uso di un brocardo latino, inedito in un atto amministrativo per quanto frutto della riflessione di un consesso di elevatissima cultura umanistica, si coglie a piene mani la vocazione popolare di un'amministrazione che si mostra aristocratica, insomma invisibile se non si concede]:

" 1. Il sindaco, previa deliberazione della giunta comunale, può nominare un direttore generale "intuitu personae" [come un qualsiasi cittadino fa quando sceglie il suo medico, il suo meccanico, il suo barbiere; fatti loro, se la vedano loro, se hanno fiducia in lui vanno da lui], al di fuori della dotazione organica e con contratto a tempo determinato la cui durata non può eccedere quella del suo mandato elettivo [dove la regola diventa la discrezione totale del sindaco al quale tocca solo una "preventiva deliberazione della sua giunta]

2. La nomina può essere disposta in favore di soggetti in possesso dei requisiti richiesti per le qualifiche dirigenziali così come previsti dal presente Regolamento. I soggetti devono comunque possedere il requisito della cittadinanza italiana e non aver subito provvedimento di revoca di analogo incarico ovvero di incarico dirigenziale a causa di violazioni commesse nell'esercizio delle funzioni corrispondenti.

3. Il conferimento dell'incarico può anche essere disposto previa procedura selettiva sulla base di curricula e della documentazione allegata [dove la regola diventa un'eventualità a discrezione del sindaco]

4. In ogni caso deve essere richiesta la produzione del curriculum.

5. Il provvedimento di nomina disciplina i rapporti tra il segretario generale ed il direttore generale, nel rispetto dei loro distinti ed autonomi ruoli ed esclusa ogni forma di dipendenza gerarchica dell'uno all'altro. Il contratto a tempo determinato stabilisce il trattamento economico complessivo che può essere, di volta in volta concordato tra il direttore e l'amministrazione, in relazione alla specifica qualificazione professionale e culturale, al complesso delle funzioni attribuite ed alle condizioni di mercato. Il contratto stabilisce, inoltre, le cause e le modalità di risoluzione dell'incarico, la revoca dello stesso e le responsabilità [insomma, come si sceglie il proprio medico o il proprio personale barbiere].

6. Il direttore generale opera alle dirette dipendenze del sindaco, dal quale dipende funzionalmente ed al quale risponde della propria opera e riferisce periodicamente sul grado di raggiungimento degli obiettivi stabiliti dagli organi di governo. Egli può essere revocato dal sindaco, previa deliberazione di giunta, per rilevanti inadempimenti nell'esercizio delle funzioni attribuite, per mancato conseguimento degli obiettivi assegnati, nonché ove, per qualsiasi motivo, venga meno il rapporto fiduciario [così ti ho nominato così ti mando via].

7. Ove il sindaco non si avvalga della facoltà di nomina al di fuori della dotazione organica, le funzioni di direttore generale possono essere conferite al segretario generale" [quale sindaco "non si avvarrà"?]

Questo - dunque - è il prodotto della fatica del sindaco e della giunta in una infuocata giornata di agosto. E d'altra parte, l'urgenza era tale che fu dato al provvedimento "carattere di immediata eseguibilità"; non c'era un minuto da perdere.

La delibera fu disposto che venisse "trasmessa ai dirigenti, agli assessori ed ai capigruppo consiliari". Opposizioni, rilievi, perplessità? Nessuna. Che venisse "trasmessa", pure, "alla locale Rsu per mera informazione in quanto trattasi di materia non attinente direttamente alla gestione delle risorse umane dell'ente". Obiezioni? Nessuna, per quanto risulta.

Non risulta nemmeno che la nomina ci sia stata. O può esser già successo. La discrezione è d'obbligo. [NDE: LA NOMINA FU DECISA NONOSTANTE LE NUMEROSE SMENTITE DA PARTE DEL SINDACO]

Il 16 ottobre scorso, tuttavia, nel corso di un'affollatissima assemblea cittadina promossa da Italia Giusta secondo la Costituzione e dal Comitato per la difesa e la valorizzazione del centro storico, si discuteva dei noti problemi di Modugno, ci si chiedeva che cosa si potesse fare per porre rimedio all'infelicità sociale dei cittadini quando apparve il Sindaco al quale fu chiesto se non gli sembrasse provocatoria la delibera dell'agosto scorso e se non gli apparisse insultante la nomina a direttore generale del Comune del suo superstite oppositore, se non fosse paradossale che "alle sue dirette dipendenze" venisse chiamato con metodo privatistico il suo unico oppositore, che fosse il suo oppositore a "riferirgli periodicamente sul grado di raggiungimento degli obiettivi stabiliti dagli organi di governo": e infine, se non gli sembrasse paradossale un Consiglio comunale senza opposizione in un paese ormai vinto. E lui: "la nomina è congelata. Non si è ancora provveduto". Praticamente: è presto per protestare. 1

L'assemblea era alle prese con la sua lotta senza quartiere a topi e scarafaggi e lasciò perdere le parole svagate del sindaco.

Un consiglio, sindaco: congeli, congeli tutto se ancora può farlo; se non può più attendere perché è cosa fatta, si dimetta. Ai sensi della sua delibera [la durata del contratto a tempo determinato non può eccedere quella del mandato elettivo del sindaco], il suo dipendente funzionale dovrà rinunciare al suo incarico. Le sembra una soluzione sbagliata al suo "giallo di agosto"?

1 Si veniva, poi, a sapere che, quando il Sindaco rassicurava - la sera del 16 ottobre 2009 dinanzi all'assemblea pubblica promossa da Italia Giusta secondo la Costituzione - che l'allarme dei cittadini per l'assurdità della nomina annunciata era a quel momento ingiustificato perchè la "pratica era ferma, congelata", in quel preciso momento egli aveva già in tasca la delibera di giunta per la nomina del singolare supermanager. Per molto meno, per una menzogna molto meno volgare, Clinton rischiò il suo posto di Presidente degli Stati Uniti. [I.G.]

Ultimo aggiornamento Giovedì 21 Luglio 2011 14:41
 
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